Alphonse Marie Ratisbonne![]() Alphonse Marie Ratisbonne (Strasburgo, 1º maggio 1814[1] – Ain Karem, 6 maggio 1884) è stato un avvocato e presbitero francese, di origine ebraica, reso famoso dalla sua testimonianza su un'apparizione mariana avvenuta all'interno della basilica di Sant'Andrea delle Fratte a Roma il 20 gennaio 1842. BiografiaAlphonse Ratisbonne, laureato in giurisprudenza e già avviato alla carriera di banchiere, all'età di circa ventisette anni, prima di sposare la cugina Flore, decise di recarsi a Gerusalemme, visitando lungo il viaggio le maggiori città europee. Giunto a Roma, mentre passeggiava con il barone Marie-Théodore de Bussierre, suo amico, entrò per curiosità nella chiesa di Sant'Andrea alle Fratte, dove il barone aveva intenzione di prenotare una Messa per un funerale. Mentre visitava la chiesa, alla quale avevano lavorato artisti come Bernini e Borromini, avrebbe avuto, secondo quanto egli stesso raccontò durante il processo canonico (in cui si dichiarerà il 3 giugno 1842 la soprannaturalità dell'evento)[2][3], la visione di una donna di straordinaria bellezza, nella quale aveva riconosciuto la Vergine Maria nella stessa posa della medaglia miracolosa, immersa nella luce. Scrisse in seguito, riferendosi all'episodio: «La Vergine non pronunciava alcuna parola, ma compresi perfettamente…provavo un cambiamento così totale che credevo di essere un altro, la gioia più ardente scoppiò nel profondo dell'anima; non potei parlare…non saprei render conto delle verità di cui avevo acquisito la fede e la conoscenza. Tutto quello che posso dire è che il velo cadde dai miei occhi; non un solo velo, ma tutta la moltitudine di veli che mi aveva circondato, scomparve...uscivo da un abisso di tenebre, vedevo nel fondo dell'abisso le estreme miserie da cui ero stato tratto a opera di una misericordia infinita…tanti uomini scendono tranquillamente in questo abisso con gli occhi chiusi dall'orgoglio e dall'indifferenza…mi si chiede come ho appreso queste verità, poiché è certo che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una sola pagina della Bibbia: tutto quello che so è che, entrando in chiesa, ignoravo tutto, e uscendone, vedevo tutto chiaro…non avevo alcuna conoscenza letterale ma interpretavo il senso e lo spirito dei dogmi, tutto avveniva dentro di me, e queste impressioni, mille volte più rapide del pensiero, non avevano solamente commosso l'animo, ma l'avevano diretto verso una nuova vita…i pregiudizi contro il Cristianesimo non esistevano più, l'amore del mio Dio aveva preso il posto di qualsiasi altro amore.[4]» A seguito di questo incontro Ratisbonne decise di convertirsi al cattolicesimo, ricevette il battesimo il 31 gennaio di quello stesso anno ed entrò nella Compagnia di Gesù. Dopo che fu ordinato sacerdote nel 1848 ottenne il permesso di lasciare i gesuiti.[5] Uscito dall'ordine si unì al fratello Théodore (1802-1884)[6], anch'egli sacerdote (convertitosi quindici anni prima), nel movimento Religiose di Nostra Signora di Sion per la conversione degli ebrei e dei musulmani, che lo condusse fino in Palestina, dove fondarono una sede nei pressi dell'antico pretorio di Pilato, dove venne rinvenuto il Litostroto[7] di cui parla il Vangelo di Giovanni[8] e aprirono due orfanotrofi[5]. Morì ad Ein Kerem il 6 maggio 1884. Vittorio Messori, nel suo libro Ipotesi su Maria, fa un parallelismo tra la conversione improvvisa di Ratisbonne e quella altrettanto improvvisa di André Frossard[9]. ![]() Note
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