Ferretti nasce nel 1921 a Monopoli da Raffaele Ferretti, e Madia Pirrelli.[4] Compie gli studi primari e secondari nella città natale, conseguendo la maturità classica presso il liceo Galileo Galilei.
Combattente, reduce e capitano di fanteria in congedo, dopo aver atteso agli studi di filologia moderna presso le università di Roma e Bari sotto la guida di illustri maestri, tra cui Funaioli, Schiaffini, Gentile, Ghisalberti e Sansone, si è laureato nel 1946 presso l'università di Bari col massimo dei voti.[4][5] Nello stesso anno si è proposto come assistente volontario, lavorando per un biennio col professor Giovanni Masi presso l'università per la cattedra di Storia moderna alla facoltà di Lettere. Nel 1954 ha conseguito la laurea in giurisprudenza a Bari con il professor Aldo Moro come relatore con una tesi su Il delitto politico.[6] La sua passione per le lettere lo ha spinto a riproporsi per la cattedra di Letteratura e lingue italiane tenuta dal professor Ferruccio Ulivi alla facoltà di Lingue straniere da cui ha potuto apprendere per un triennio dal 1958 al 1961.
È intervenuto al convegno internazionale Monopoli nell'età del Rinascimento con una chiosa su Muzio Sforza e la Polonia nel 1985.[12]
Ordinario di Lettere italiane e latine,[13] ha prestato servizio per circa un trentennio presso il liceo classico Galileo Galilei di Monopoli ed esercitato anche la professione forense fino al dicembre 1990. Per la sua carriera poetica-letteraria ha ricevuto riconoscimenti e consensi da critici e giornalisti noti, quali Francesco Tateo,[14][15] Michele Dell'Aquila,[16] Ruggero Stefanelli,[17]Vanni Ronsisvalle,[18]Raffaele Nigro,[6][19][20] Raffaella Lovascio,[21]Giuseppe Giacovazzo, Gianni Custodero, Silvestro Prestifilippo e altri. Inoltre, ha collaborato a varie riviste e quotidiani nazionali – II Messaggero, Annali della Pubblica Istruzione, Montecitorio – e fogli regionali e locali.
«Luna, sorella mia
come non mai,
quando
ognora più tarda, la sera,
tu sorgi
dal nero sudario
del mare...»
Iscritto al partito della Democrazia Cristiana dal 1946, è stato consigliere del comune di Monopoli dal 1952 al 1975, ricoprendo la carica di assessore alla Pubblica Istruzione dal 1955 al 1956 e assessore ai Lavori Pubblici dal 1956 al 1958. Nel 1961 è stato eletto sindaco di Monopoli amministrandovi per un decennio fino al 1970,[6] durante il quale ha contribuito allo sviluppo della città pugliese, promuovendo la creazione di nuove scuole, impianti sportivi tra cui il Palazzetto dello Sport "Nino Gentile" e servizi sociali, la costruzione di infrastrutture (grande circonvallazione, rete del metano, teleselezione), l'insediamento di complessi industriali come la Ceramica delle Puglie (oggi demolita)[23], e l'inserimento della città nel comprensorio dei Trulli e delle Grotte.[3]
Il 1 gennaio 2012 il comune di Monopoli, d'intesa con la prefettura di Bari, ha decretato l'intitolazione a Remigio Ferretti di una nuova strada, prospiciente la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, che collega via Fiume con il lungomare Ungaretti.[24][25]
Premi e riconoscimenti
Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, 1983[10][11]
Il comune di Monopoli gli ha dedicato una strada per il cospicuo contributo allo sviluppo culturale e territoriale della città.[25]
Il suo saggio è stato oggetto di studio dell'università di Salerno per la rivista Europa Orientalis (1986)[28] e dell'università del New Jersey per la rivista Nemla Italian Studies (2006)[27], ed è presente in alcuni archivi di università americane ed europee, nonché in varie biblioteche italiane.[26][30][31]
^ab Martino Cazzorla, Novecento Monopoli, Canale 7, 6 dicembre 2012, a 15 min 50 s. URL consultato il 12 agosto 2013.
«Sindaco di questo decennio dal '61 al '70 è stato Remigio Ferretti alla guida di un'amministrazione di centrosinistra, democrazia cristiana e socialisti»
^ Remigio Ferretti, Muzio Sforza e l'Orazione in lode di Porzia, prefazione di Luigi Russo, Bari, Ed. Levante, novembre 1980, copertina interna, OCLC11556392, SBNTO00566424.
«Il corpo docenti era formato dai Professori Remigio Ferretti (Italiano, uomo colto, forbito affabulatore, impenitente divagatore durante le spiegazioni su situazioni e aneddoti personali);»
^ab Raffaella Lovascio, Remigio Ferretti (PDF), in Pensiero ed Arte: rassegna internazionale di arte letteratura turismo moda attualità, 1974, p. 11.
^ Remigio Ferretti, Luna, sorella mia (PDF), in Arte – Nuova Critica Europea, p. 6.
^ Sante Scarafino, Comunicato Stampa n. 2429, in Ufficio stampa – comune di Monopoli, 25 giugno 2015. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2019).
«Originario di Monopoli, Muzio Sforza si trasferì nel 1580 a Venezia, dove stampò i suoi Carminun libri duo e gli Elegiarum libri tres. L’apprezzamento di Guazzo nei suoi confronti è testimoniato anche nelle sue Lettere (44-46, 131). Si ricavano notizie su Sforza da Liruti 4: 502-04; Affò 98-99 (che pure lo confonde con Muzio Sforza, marchese di Caravaggio); Ferretti.»
«Opinione diffusa, se il monopolitano Muzio Sforza, perorando l'elezione di un Asburgo al trono di Polonia dopo la morte del Bathory, rimprovera a una parte della nobiltà polacca, preoccupata che l'elezione d'un re di casa d'Austria possa guastare i suoi rapporti con i Turchi, di farsi dettare la scelta dai fedeli del demonio, rinfrancandola con la promessa che potrà contare sull'appoggio della potente casa d'Austria e degli altri paesi cristiani.»
Lorenzo Sacchini, Tra latino e volgare nei 'Dialoghi piacevoli' di Stefano Guazzo: una questione di “fedeltà.”, in Nemla Italian Studies, XXXVIII, n. 8, New Brunswick, Simona Wright (The College of New Jersey), Umberto Mariani (Rutgers University), Emanuele Occhipinti (Drew University), 2016, p. 60, ISSN 1087-6715 (WC · ACNP).
Pietro Marchesani, La Polonia nella storiografia italiana del XVI e XVII secolo: i clichés ideologici e la loro evoluzione, in Europa Orientalis, vol. 5, Salerno, Università di Salerno (Dipartimento di Studi Umanistici), 1986, p. 223, ISSN 0392-4580 (WC · ACNP).