Pittori a Olevano RomanoOlevano Romano, arroccato sul monte Celeste, è un borgo stretto intorno al castello Colonna e circondato da boschi, da uliveti e da vigneti. Dalla fine del Settecento, attratti da questo paesaggio della Campagna romana, arrivarono un gran numero di Pittori a Olevano Romano. La tradizione si è conservata fino ad oggi. Al tema è stata dedicata una puntata della trasmissione di Rai Radio 3 "Le Meraviglie" nel maggio 2021, raccontata dalla professoressa Anna Ottani Cavina, emerito di Storia dell’arte moderna all’Università di Bologna, dal titolo "Borgo di Olevano nella Campagna Romana" [1], da cui è tratto questo passaggio: «Ludwing Richter ha raccontato benissimo come nel dipingere sgabello vicino a sgabello, vis-à-vis, fra un francese e un tedesco, i tedeschi (già dai tempi di Dürer) usavano la matita come fosse un bisturi, gente che incideva il contorno, mentre i francesi spatolavano a colori. E' molto bello questo momento in cui Olevano, come altri luoghi della Campagna Romana, diventa un luogo di aggregazione che mescola le culture senza perdere l'identità.» ![]() ![]() Descrizione e storiaI pittori che arrivavano in Italia per il Grand Tour non visitavano unicamente grandi città d'arte - come Roma, Venezia, Firenze, Napoli - ma andavano anche alla ricerca di luoghi poco esplorati e pieni di naturalezza, come Olevano Romano. I temperamenti artistici più sensibili ai giochi della natura, alla chiarità della luce, al fascino del silenzio, potevano lì trovare un paesaggio schietto e semplice, da ritrarre. Il Museo a Villa de PisaAl Museo-centro studi sulla pittura di paesaggio europea del Lazio, ad Olevano Romano, nella Villa comunale de Pisa, si conservano opere di artisti qui arrivati da paesi Europei - Francia, Germania, Austria, Danimarca, Polonia - e anche dall'America. Dalla fine del Settecento ai nostri giorni molti artisti hanno visitato e lavorato in questo paese. Il Museo, gestito dall'Associazione AMO (Amici del Museo di Olevano)[2] conserva oltre duemila opere - tra oli, acquerelli, disegni, bozzetti, incisioni e sculture - datati dal 1780 al 2010. Sono presenti nel Museo anche venti incisioni di Joseph Anton Koch, della serie Vedute romane, del 1810, con i relativi rami originali, ricevuti in dono nel 1999 dagli eredi dell'artista.[3] Dal 1803 Koch visitò la Campagna romana, in particolare la foresta di querce della Serpentara e Olevano Romano: qui soggiornò, per più di trent'anni, durante l'estate. Sono conservati nel Museo disegni e litografie di altri artisti dell'Ottocento - tra cui il pittore svizzero Friedrich Salathè, l'austriaco Anton Altmann, il francese Karl Lindemann-Frommel (era nato a Sainte-Marie-aux-Mines), il tedesco Franz Drebere, il polacco Franz Gustav Arndt - e opere di artisti del Novecento - tra cui il pittore tedesco Walter Strich-Chapell - e anche opere di esponenti del movimento Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività) e del tedesco Heinz Hindorf. Tra gli artisti danesi che sono stati ad Olevano: lo scultore Ernst Meyer, il pittore Friedrich Thøming che andò anche a Capri e morì a Napoli povero e malato, Albert Küchler pittore umoristico che in Italia si convertì al cattolicesimo e si fece monaco, ed Edward Falkner Murphy, funzionario e pittore per diletto, che dal 1861 si stabilì con la moglie ad Olevano.[4][5] Altri pittori che hanno dipinto ad Olevano Romano sono Jean-Baptiste Camille Corot, il pittore di area romantica e contiguo alla pittura nazzarena Friedrich von Olivier e Franz Horny che morì molto giovane di tubercolosi ed è sepolto nella locale Chiesa di San Rocco. Memoria dei luoghiUn brano di Adrian Ludwig Richter, pittore e illustratore, tratto dalla sua Autobiografia e relativo ad una gita ad Olevano, insieme ad un amicoː[6] «Wagner[7] ed io decidemmo di trascorrere tutto il mese di settembre 1824 in Olevano che era diventata, dai tempi di Koch, il luogo di soggiorno preferito dai pittori tedeschi. Ai primi di settembre lasciammo finalmente la bella cittadina di Tivoli. [...] Attraverso piantagioni di fichi, di viti e d'ulivi salimmo verso Olevano, la cui piramide rocciosa, coronata dalle rovine di un castello, improvvisamente ci apparve davanti agli occhi. Un magico miracolo della natura, accanto all'opera dell'uomo. Corremmo, senza fiato, bramosi verso la Serpentara, di cui avevo tanto sentito parlare: è veramente il pezzo di terra che sembra apposta creato per i pittori. Ad una mezz'ora da Olevano si trova un colle boschivo di querce e fra le rocce cosparsi ovunque, salgono, scendono, si incontrano in serpeggiamenti pittorici, rustici sentieri. Ginestre, ginepri, rose selvatiche crescono qua e là sulla nuda roccia.» «Adrian Ludwig Richter, Autobiografia» Dipinti
Disegni
Note
Bibliografia
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