Pietro Salemi
Pietro Salemi (Modica, 29 luglio 1912 – Modica, 20 febbraio 1970) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della guerra di Spagna. BiografiaNacque a Modica, provincia di Ragusa, il 29 luglio 1912, figlio di Michele e Giuseppa Denaro.[2] Arruolato nel Regio Esercito per compiere il servizio militare di leva con la sua classe nel 24º Reggimento artiglieria da campagna, venne posto in congedo nell'agosto 1934.[1] Mentre lavorava come agricoltore decise di arruolarsi volontario per andare in Africa Orientale Italiana il 25 novembre 1936. Nel gennaio 1937 venne trasferito a Caserta e quindi a Gaeta, dove si imbarcò per la Spagna sulla nave Sicilia.[1] Sbarcò a Cadice il 5 febbraio successivo e passò effettivo nel Corpo Truppe Volontarie assegnato all'VIII Gruppo da 65/17 del 1º Reggimento artiglieria "Volontari del Littorio".[1] Rimase gravemente nel combattimento del 19 marzo 1938, avvenuto nella zona di Alcaniz subendo successivamente l'amputazione chirurgica completa delle due gambe.[1] Ritornato in Patria ebbe lunghe degenze in ospedale, e con Regio Decreto del 18 aprile 1940 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare.[1] Si stabilì poi a Modica.[1] Onorificenze«Servente al pezzo, curava volontariamente il rifornimento munizioni del suo pezzo in posizione avanzata e fortemente battuta. Ferito gravemente alle gambe dallo scoppio di proietto di un carro armato, rifiutava ogni aiuto dai compagni e li esortava a continuare piuttosto la loro azione di fuoco. Amputato di una gamba e dopo circa tre mesi anche dell’altra, in tutto il lungo periodo di atroci sofferenze, costantemente manifestava non la rassegnazione, ma la dedizione, come olocausto di dolore e di sacrificio alla Patria, del suo corpo e della sua giovinezza stroncati. Nulla altro rimpiangeva se non di poter continuare a combattere e di non poter più offrire il sangue e la vita per seguire fino all’estremo i comandamenti del Duce. Aragona, 19 marzo -19 giugno 1938.[3]»
— Regio Decreto del 18 aprile 1940.[4] — Regio Decreto del 16 marzo 1939.[5]
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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