Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (sylvatica) significa "silvana, dei boschi" e indica per questa pianta un tipico habitat boschivo o forestale.[5][6]
Queste piante sono alte da 5 a 15 cm. La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn), ossia in generale sono piante erbacee con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e si distinguono dalle altre per il ciclo vitale biennale. Per questa specie sono presenti anche forme biologiche tipo emicriptofita scaposa (H scap), ossia possono essere anche piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono inoltre organismi parassiti: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][9][10][11]
Radici
Le radici sono grosse e carnose (tipo fittone) e si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.
Fusto
La parte aerea della pianta si divide in un fusto centrale e più ramificazioni laterali fiorifere. La parte centrale del fusto è eretta mentre le ramificazioni laterali sono più o meno prostrate (decombenti) con apici ascendenti, semplici o a loro volta ramose.
Foglie
Le foglie lungo il fusto hanno una disposizione più o meno alterna; la lamina ha il contorno lanceolato con forme pennatosette con segmenti ovati e contorni dentati. Le foglie superiori sono semplicemente tripartite. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 5 cm; lunghezza 15 – 20 cm.
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[9]
Calice: il calice è gamosepalo, debolmente bilabiato con cinque denti lobati lunghi quasi la metà del tubo; la base del calice è un tubo campanulato che si rigonfia a maturità; la superficie è glabra. Lunghezza del calice 8 –11 mm.
Corolla: la corolla, a forma più o meno cilindrica, è gamopetala bilabiata a fauci aperte e con il tubo eretto e lungo quasi il doppio del calice; il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina con due denti subulati ed ha il margine laterale intero; quello inferiore è patente con tre lobi glabri. Il colore della corolla è rosso (raramente è pallido). Lunghezza della corolla: 26 – 30 mm,
Androceo: l'androceo possiede quattro stamididinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono inseriti più o meno alla base della corolla e sono glabri. Le antere, dissimulate sotto il cappuccio del labbro superiore sono strettamente unite da una fitta peluria. La maturazione del polline è contemporanea allo stigma.[12]
Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli ed è biloculare. Lo stilo inserito all'apice dell'ovario è del tipo filiforme; lo stigma è semplice ed è protruso oltre il cappuccio della corolla in modo da evitare l'auto-impollinazione.[12]
Fioritura: da maggio a luglio.
Frutti
Il frutto è una capsula ovoide apiculata, loculicida bivalve; la capsula è interamente inclusa nel calice. I semi sono pochi a forma angolosa.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le torbiere su terreno umido e acido; ma anche le schiarite e le strade forestali (boschi di peccete, lariceti e abetine), i prati e i pascoli igrofili. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 200 fino a 1200 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
Formazione : comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe : Nardetea strictae
Tassonomia
La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[16][17]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.
La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[11]
Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.
La specie P. sylvatica appartiene alla sez. Pedicularis.
Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[19]
Sottospecie
Per la specie di questa voce sono riconosciute la seguente sottospecie.[1][15]
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 17 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN88-7621-458-5.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).