L'operazione, che si colloca cronologicamente tra due serie di test nucleari condotte, la prima, denominata Operazione Castle, in alcuni atolli delle Isole Marshall facenti parte del Pacific Proving Grounds, e la seconda, denominata Operazione Wigwam, al largo delle coste californiane, contò un totale di 14 test, tutti aventi lo scopo di stabilire quali fossero le migliori tattiche da adottare per condurre forze di terra su un campo di battaglia nucleare e di migliorare gli stessi ordigni da utilizzare in azioni belliche. La già citata operazione Wigwam fu amministrativamente parte dell'operazione Teapot ma viene solitamente trattata come un'operazione a sé stante, dato anche che fu l'unica a coinvolgere un test subacqueo.[1]
L'operazione Teapot fu svolta in concomitanza con la serie di esercitazioni militari denominata Desert Rock VI, che vide impiegati più di 8 000 uomini appartenenti a vari reparti delle forze armate. Così, sin dal primo test, chiamato Wasp ed effettuato la sera del 18 febbraio, le truppe furono attivamente coinvolte, all'inizio, appunto nel caso di Wasp, con semplici missioni di osservazione, e in seguito, è il caso dei test Bee e Apple 2, anche con l'esecuzione di manovre tattiche successive allo scoppio dell'ordigno. Proprio subito dopo lo scoppio di Apple 2, ad esempio, fu fatto intervenire uno speciale reparto corazzato chiamato "Razor" perché dimostrasse le capacità di tali mezzi corazzati di raggiungere un obbiettivo subito dopo una detonazione nucleare avvicinandosi fino a 900 m dal luogo dell'esplosione, praticamente sotto il fungo atomico ancora in evoluzione.[2]
Per quanto riguarda le novità tecniche testate nel corso di questa serie, una di esse fu l'utilizzo, nel test MET, di un ordigno il cui nocciolo era costituito da uranio-233, un isotopo fissile raramente utilizzato prodotto dal bombardamento con neutroni del torio-232, e plutonio, e la cui struttura era basata su quella del nocciolo di uranio-235 e plutonio sperimentato nel test Easy, svolto nel 1951 nel corso dell'Operazione Buster-Jangle. La detonazione dell'ordigno sprigionò una potenza di circa 22 kt, ossa circa il 33% in meno di quanto si aspettasse il ministero della difesa. Ciò causò una serie di problemi, poiché, dato che il test era stato organizzato anche per valutare gli effetti dell'esplosione su armamenti e costruzioni, il ministero della difesa si era raccomandato sul fatto che la differenza tra la potenza espressa e quella teorica fosse al massimo del 10%. I laboratori di Los Alamos, responsabili della progettazione dell'ordigno, invece, avevano sostituito il nocciolo della bomba con il sopraccitato nocciolo sperimentale senza comunicarlo al ministero e così buona parte dei test preparati da quest'ultimo non poterono essere effettuati.[3][4]
In occasione del test Apple-2, svolto il 5 maggio 1955, il cui scopo era anche quello di verificare gli effetti di un'esplosione nucleare su edifici di varia natura, fu costruito un intero sito, soprannominato "Survival Town", costituito da edifici residenziali e sottostazioni elettriche che furono anche popolati di manichini e riforniti con diversi generi alimentari inscatolati e impacchettati. Non tutte le costruzioni andarono distrutte nel corso del test, anzi, alcune di loro sono ancora in piedi nell'area 1 del Nevada National Security Site (NNSS) e costituiscono una fermata del tour turistico che si può svolgere oggi nel NNSS. La preparazione del test e l'esplosione furono anche documentate in un breve film realizzato dall'Amministrazione federale per la difesa civile e distribuito con il titolo di Operation Cue.
Documenti risalenti al maggio 1956 ma declassificati solo di recente hanno rivelato che, nel corso del test Apple-2 fu portato avanti anche il Progetto 35.5, atto a determinare gli effetti di un'esplosione nucleare su diversi tipi di sistemi di registrazione dati e strutture per la loro archiviazione.[5]
Primo test positivo organizzaato da quello che poi sarà il Lawrence Berkeley National Laboratory; vide l'uso di un ordigno a implosione lineare chiamato Cleo I che faceva utilizzava, come esplosivo convenzionale, il Cyclotol 75/25.
^Gli Stati Uniti d'America, la Francia e il Regno Unito chiamano ogni loro singolo test con un nome in codice, mentre Unione Sovietica e Cina, salvo rari casi, non lo fanno, quindi i loro test sono identificati solo da numeri. Un trattino seguito da un numero indica un membro di un test a salve.
^Per convertire l'ora universale in ora locale, si deve aggiungere alla prima il numero tra parentesi.
^Nome del luogo e corrispettive coordinate. Nel caso di test missilistici, viene indicato il luogo di lancio del missile prima del luogo della detonazione. Mentre alcune località possono essere indicate con sicurezza, nel caso, ad esempio, di esplosioni in alta atmosfera, le indicazioni possono essere piuttosto inaccurate.
^Con "altitudine" si intende l'altezza rispetto al livello del mare del terreno posto direttamente sotto l'esplosione, mentre con "quota" si intende la distanza tra tale punto e l'esplosione. Nel caso di test missilistici, il livello del terreno è indicato con "N/A". L'assenza di numeri o altre indicazioni sta a significare che il valore è sconosciuto.
^L'energia liberata espressa in chilotoni e megatoni.
^L'emissione nell'atmosfera circostante di neutroni pronti, laddove conosciuta. Se specificato, l'unico isotopo misurato è stato lo iodio-131, altrimenti significa che la ricerca è stata fatta per ogni isotopo.
^abcdefghijklmn Xiaoping Yang, Robert North e Carl Romney, CMR Nuclear Explosion Database (Revision 3), SMDC Monitoring Research, Agosto 2000.
^ Robert Standish Norris e Thomas B. Cochran, United States nuclear tests, July 1945 to 31 December 1992 (NWD 94-1) (PDF), in Nuclear Weapons Databook Working Paper, Natural Resources Defense Council, 2 febbraio 1994. URL consultato il 12 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
^abcdef Chuck Hansen, The Swords of Armageddon, Vol. 8, Sunnyvale, California, Chukelea Publications, 1995, ISBN978-0-9791915-1-0.