Niccolò Francesco Maffei (Messina, 1607 – Messina, 1671) è stato un architetto italiano, esponente del tardo rinascimento - barocco in Sicilia.
Biografia
Niccolò Francesco Maffei fu pittore, scultore, architetto,[1][2] orafo. Figlio di Giovanni Maffei, quest'ultimo trasferitosi da Carrara a Messina per invito del Senato di Messina.
Nella città peloritana il giovane Niccolò Francesco studia matematica, architettura, pittura. Frequenta come apprendista la bottega di Giovanni Simone Comandè.[1][3] Rimane orfano, in quanto il padre è ucciso durante le verifiche di conformità dei lavori circa l'acquedotto cittadino, attività eseguite da Natale Masuccio.[1][3] Tra il 1618 e il 1632 frequenta a Roma, a spese del Senato di Messina, la scuola di pittura di Giovanni Lanfranco e quella di matematica e d'architettura di Simone Gullì, che presto divenne non solo tutore morale, ma anche economico.[1][3]
Padre di Antonio Maffei. Nel 1656, all'età di quarantanove anni in qualità di ingegnere del Senato, sulle orme paterne, l'artista è chiamato a redigere relazioni di collaudi di lavori o di stime su vertenze tra privati.
Tornato a Messina collabora con Andrea Calamech e Antonio Ferramolino per la costruzione dell'Ospedale Civico, Grande e Nuovo, sotto il titolo di «Santa Maria della Pietà».[3]
Mèntore e futuro suocero del discepolo Giulio Avellino,[3][4] morì a Messina nel 1671, e fu sepolto nella chiesa di San Francesco d'Assisi dell'Ordine dei frati minori.
Opere
Opere documentate al netto delle recenti scoperte documentali e attribuzioni postume. La quasi totalità dei manufatti fu distrutta dai due catastrofici eventi sismici che hanno interessato la città di Messina e la relativa provincia.
- XVII secolo, Ospedale Civico, Grande e Nuovo, sotto il titolo di «Santa Maria della Pietà».[3]
- 1636 - 1641, Portale e tribuna, manufatti tardo cinquecenteschi realizzati in collaborazione col padre Giovanni Maffei (nel 1634 si smantellava la primitiva chiesa dell'Allegrezza o dell'Allegranza, sulle fondamenta della quale si sarebbe costruita la chiesa di Santa Maria di Monte Vergine), opere documentate nella chiesa di Montevergine.[5][6][7][3]
- XVII secolo, Pieve di San Leonardo, attività lavorativa documentata.[5][3]
- 1629, Chiesetta e oratorio di San Cristoforo, attività lavorativa documentata, edifici distrutti dal terremoto del 1908.[5][3]
- XVII secolo, Beato Enrico e San Domenico, statue marmoree, opere documentate nella chiesa di San Domenico.[5][3]
- XVII secolo, Miracolo del piede riattaccato e Miracolo della mula dell'eretico, controversa attribuzione, dipinti documentati nella Cappella di Sant'Antonio della chiesa di San Francesco d'Assisi.[5][3]
- XVII secolo, Madonna della Vittoria e Madonna della Concezione, opere documentate nella chiesa di Santa Maria della Concezione delle Vergini Riparate.[5][3]
- XVII secolo, Vergine e San Carlo, opera documentata nella chiesa di San Pietro dei Pisani dei Trinitari.[5][3]
- XVII secolo, San Tommaso e San Giacomo Minore, statue marmoree, opere documentate nell'Apostolato del basilica cattedrale metropolitana della Madonna della Lettera.[5][3]
Attività derivanti da sodalizio professionale, opere realizzate con la collaborazione di Andrea Suppa:
Attribuzioni:
- XVII secolo, Parrocchiale di San Lorenzo.
- XVII secolo, Chiesa di Sant'Antonio di Padova prossima alla basilica di San Francesco d'Assisi all'Immacolata, attività documentate.
- 1657, Apparati effimeri, attività di progettazione e realizzazione dell'apparato decorativo per la processione della festa della Madonna della Lettera.
- 1666 - 1671, Monastero di San Placido nel Piano di Terranova dei religiosi della Congregazione cassinese, edificio abbattuto nel 1680 per far posto ad una parte della cittadella di Messina.
- XVII secolo, Martirio di San Romano, opera documentata nel chiostro dei padri carmelitani.
- 1671, Baldacchino o machina votiva, ultima attività, continuazione dei lavori paterni, poi continuati dal figlio Antonio, al grande baldacchino ideato e progettato da Simone Gullì nella basilica cattedrale metropolitana della Madonna della Lettera.
Galleria d'immagini
Note
- ^ a b c d Grano - Hackert, pp. 176.
- ^ Emanuelle Gerini, pp. 187.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Emanuelle Gerini, pp. 188.
- ^ Pagina 386, Laura Bartoni, "Le vie degli artisti: residenze e botteghe nella Roma barocca dai registri di Sant'Andrea delle Fratte, (1650 - 1699)" [1], Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2012.
- ^ a b c d e f g h Grano - Hackert, pp. 177.
- ^ Caio Domenico Gallo, pp. 199.
- ^ Giuseppe Fiumara, pp. 63.
Bibliografia
- (IT) Caio Domenico Gallo, "Annali della città di Messina ... dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti", Tomo I, Messina, Francesco Gaipa, 1756.
- (IT) Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX", Messina, 1821.
- (IT) Giuseppe Fiumara, "Guida per la città di Messina", Messina, 1841.
- (IT) Giuseppe Martinez, "Icnografia e guida della città di Messina", Messina, Tipografia Ribera, 1882.
- (IT) Emanuelle Gerini, "Memorie storiche d'illustri scrittori e di uomini insigni dell'antica e moderna Lunigiana", Volume I, Massa, Tipografia Luigi Frediani, 1829.
Altri progetti
|