Il Museo di antropologia e etnologia di Firenze conserva ed espone preziose collezioni etnografiche, testimonianze delle culture dei popoli del mondo.
Le collezioni, per un totale di circa 25.000 manufatti, comprendono anche oggetti etnografici arrivati a Firenze nel Cinquecento grazie ai Medici, come una tromba da guerra del Congo e clave e mantelli dei Tupinamba: così la famiglia Medici stupiva i visitatori delle proprie Wunderkammer, o "camere delle meraviglie", piccoli musei privati.
Nella sede del Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze sono conservate anche collezioni a disposizione di studiosi: resti scheletrici dell'Homo sapiens, modelli di gesso (gipsoteca), ma anche strumenti scientifici e un archivio fotografico costituito sin dal 1869.
I reperti iniziarono a confluire fin dall'epoca dei granduchi medicei, attratti da qualsiasi curiosità esotica, fino alle numerose spedizione dei secoli successivi, fra le quali spicca la terza spedizione di Sir James Cook.
Culture e popoli documentati nel museo
Africa
Gli oggetti più antichi risalgono alle collezioni della casata dei Medici: tra questi, i raffinati cucchiai in avorio nello stile Bini-Portoghese dall'antico regno del Benin sono tra i più antichi manufatti provenienti dall'Africa in una collezione europea.[2]
Sudan (suppellettili domestiche, armi come il tipico coltello a "F" da conficcare nei garretti dei cavalli nemici, bardature di cavallo e armature raccolte soprattutto ad Agordat, fortezza dell'Eritrea conquistata nel 1893 dagli italiani)
Hausa della Nigeria settentrionale (armi e ornamenti dei guerrieri)
Luba (sculture lignee e in avorio di pregio, portafrecce antropomorfo in ferro battuto e altri manufatti metallici simbolo del potere dei capitribù - Raccolta Ernesto Brissoni)
Samoiedi (sculture lignee di divinità antropomorfe)
Ostiacchi della Siberia Occidentale (fra i pezzi più interessanti un'arpa a nove corde metalliche con la cassa a forma di cigno - Spedizione Sommier, 1880)
Ainu (bastoncini rituali, vesti e altri reperti - collezione Fosco Maraini)
Tibetani (oggetti liturgici, fra i quali un grembiule realizzato in osso e stendardi religiosi)
Kafiri del Pakistan (statue equestri degli antenati, monumenti funerari)
Indonesia (fra le sezioni più documentate, con oggetti di vita quotidiana, utensili per la pesca, sculture lignee antropomorfe oggetto di credenze religiose)
Batacchi di Sumatra (intera capanna lignea di capovillaggio decorata con disegni e incisioni e sculture simboliche, con palizzata in legno per il bestiame e tetto impermeabile a carena, in paglia intrecciata - Raccolta Elio Modigliani, 1891)
Mincopi delle isole Andamane (archi a forma di S, crani dipinti con ocra rossa secondo il rituale funebre)
Incas (dalle collezioni medicee, esempi di manufatti tessili, metallurgici in oro, argento, rame e bronzo, ceramica domestica e rituale risalente fin dal IX secolo)
Popolazioni Amazzoniche (teste-trofeo, essiccate dopo aver estratto il cervello per impadronirsi del valore militare dell'ucciso, venivano legate alla cintura con corde cucite alle labbra)
Jivaros dell'Ecuador (teste rimpicciolite con un processo di frantumazione e estrazione delle ossa del cranio)
Argentina (bardature dei gauchos; interessante la scultura del Patagone, alta più di due metri e realizzata nel Seicento secondo un'interpretazione letterale delle cronache dei primi esploratori)
Calchaqui (vasi di terracotta, grande urna funeraria per seppellire i bambini)
Melanesiani (sculture religiose e per rituali militari come maschere-elmo dei defunti)
Micronesiani (attrezzature per i tatuaggi rituali)
Polinesiani e Maori (attrezzature per i tatuaggi rituali, pannelli decorativi scolpiti, ornamenti di prua e di poppa delle imbarcazioni, utensili e armi di legno, osso e pietra levigata, dalla terza spedizione Cook)
Nuova Zelanda (abiti di gelso, e decorati con piume dell'uccello kiwi per i capi, caschi-cimiero di uso regale)
Sandra Carlini, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, I Palazzi parte prima. Arte e storia degli edifici civili di Firenze, Alinea, Firenze 2001.
Jacopo Moggi Cecchi e Roscoe Stanyon, Il Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze. Le collezioni antropologiche ed etnologiche, Firenze University Press, 2014, ISBN978-88-6655-611-4.
Claudio Paolini, Borgo degli Albizi, case e palazzi di una strada fiorentina, Edizioni Polistampa, Firenze 2008. ISBN 978-88-596-0411-2.
Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995 ISBN 88-7166-230-X.