Hendrik Christian Andersen, alla sua morte, avvenuta nel 1940, lasciò allo stato, la sua collezione di statue con il suo studio-abitazione del quartiere Flaminio. Tuttavia, solo dopo la morte di Lucia Andersen, avvenuta nel 1978 incomincia la vita pubblica dell'edificio. Dapprima l'edificio fu del Genio Civile, indi della Soprintendenza ai Monumenti. In seguito la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea ne ha in affido la tutela delle raccolte e anche dello stabile composto da un seminterrato-deposito, il piano terra con i due saloni-atelier in cui sono esposti le sculture dell'artista, il primo piano con terrazzo più altri due piani di abitazione.[3]
Descrizione
Orario d'apertura
9.30 - 19:30 (ingresso fino alle 18:45). Biglietti € 6 INTERO
€ 2 RIDOTTO (cittadini dell'Unione Europea 18-25 anni)
GRATUITO (under 18, prima domenica del mese e altre gratuità di legge ai sensi del DM 507/1997 https://www.beniculturali.it/agevolazioni). Chiuso tutti i lunedì, il 1º gennaio, il 1º maggio ed il 25 dicembre.[4]
Il palazzo
Il palazzo fu costruito tra il 1922 ed il 1925 mediante un progetto disegnato dallo stesso Andersen. Il tipo dell'edificio è dello stile "palazzina con annesso studio di scultura". I prospetti sono in stile neorinascimentale con motivi richiamanti gli affetti legati ad Andersen tra cui delle figure a forma di teste che ritraggono i familiari sui prospetti su Via Mancini e Via Pisanelli.[5]
Il piano terra
Galleria d'immagini
È una vasta sala con il pavimento alla veneziana, soffitto a cassettoni realizzati in stucco. La sala consta di grandi finestre che danno su Via Mancini e Via Pisanelli. La sala, anticamente, era la sala di rappresentanza ove Andersen mostrava le opere ultimate o illustrare il suo progetto di Città Mondiale[6] con dei disegni in cornice di noce tuttora conservati lungo le pareti. Una foto d'epoca mostra Rabindranath Tagore insieme al figlio in visita ad Andersen nel 1926. La sala consta di alcuni arredi di casa Andersen tra cui delle poltrone in legno, paglia e velluto rosso ed una scrivania in noce con la relativa poltrona di raso color cremisi. Su di un tavolo vi è una copia del libro "Creation of a World Centre of Communication"[7] (In italiano "Creazione del Centro Mondiale della comunicazione")[6].
James incontrò Andersen a Roma nella casa degli Howe-Elliott nel Palazzo Rusticucci nel rione Borgo. Da lì nacque una profonda amicizia che sfociò in una lunga corrispondenza. James fu ritratto da Andersen nel suo breve soggiorno romano nel 1907
La statua faceva parte della "Fontana della Vita" che domina il Centro Artistico del Centro Mondiale della Vita. Fu esposto all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911.
Lily era la figlia di Howard Cushing ed Ethel Cochrane. Anderson ritrasse la bambina durante un soggiorno a Roma della famiglia Cushing nel biennio 1912-1913
Di fronte alla porta della galleria vi è un'opera di Ynka Shonibare dal titolo Henry James ed Hendrik C. Andersen consistente in due manichini acefali con vestiti in tessuto stampato realizzato per il museo nella sua prima personale italiana ed in seguito acquistato dal museo. Sulle pareti inoltre vi sono 34 progetti di Andersen e di Ernest Hébrard per il Centro Mondiale di Comunicazione.[7]
Lo Studio
Questa sala era il laboratorio per la realizzazione delle opere di Andersen. Il soffitto consta di grande lucernario. Sulla parete di sinistra vi è un armadio con gli strumenti di lavoro dello scultore.[7]
Le opere in questa sala sono:
Il gruppo comprende, oltre alle figure degli atleti cantori anche delle figure femminili danzanti con le mani intrecciate
L'Angelo della vita (o Vita Eterna)
1912
Bronzo
È dedicato al fratello Andreas. Il bronzo venne fuso a Geislingen in Germania ed esposto al Salon di Parigi nel 1914 prima di giungere a Roma. Inizialmente era destinato al cimitero di Mount Auburn di Cambridge ma fu poi collocato al cimitero acattolico della Piramide Cestia di Roma. Nel 1933 fu rimosso dalla tomba per gravi lesioni e mai più ricollocato nella sua sede funeraria. Rimase per anni in uno stato di abbandono per essere portato a Villa Helene nel 1947
La tomba, realizzata subito dopo la morte della cognata, oltre alle spoglie della cognata stessa accoglie la madre ed il fratello. La tomba è stata recentemente restaurata. Al suo interno vi sono delle decorazioni policrome ed in bronzo dorato. La cupola consta di mosaico
"Tre atleti cantori" e "Tre nudi di donna danzanti"
1914
Bozzetti in gesso
Questi ultimi due bozzetti sono posti sul tavolo da lavoro dello scultore
Inoltre vi è un ritratto di Hendrik realizzato dal fratello Andreas.[7]
Passaggio per l'ascensore e scala
Passaggio verso l'ascensore
Vi è l'acquarello La Fontana della Vita, 1910 circa, realizzato su cartone.[7]
La scala e l'ascensore
Accanto all'ascensore vi è una scultura in bronzo chiamata Amore. In realtà si tratta di una copia che sostituisce l'originale perso che raffigura una danzatrice. Delle decorazioni di stucco rappresentanti delle ghirlande di fiori e frutta in colori tenui sono posti sulla scala che porta al primo piano. Una finestra con i vetri dipinti con il motivo di farfalle immette lo sguardo sullo studio sottostante con le statue.[9]
Il primo piano
Nel primo piano vi era l'abitazione di Andersen. Nella cornice della porta realizzata con stucco vi è la scritta "World Conscience", nome dato da Andersen per un centro di scopi umanitari. Degli stucchi sono diversi da stanza a stanza con motivi a ghirlande, conchiglie e delfini intrecciati. La zona dei servizi è stata trasformata in Caffè del museo su progetto di Laura Gallucci. Con alcune sale di sosta e di ristoro in cui vi è esposta una mostra fotografica sulla vita di Andersen e di sue conoscenze. Una sala immette nel terrazzo ove si immette il lucernario dello studio di Andersen. La banderuola del terrazzo è a forma di nave sita verso il Tevere con stile tra la caravella di Cristoforo Colombo e un'imbarcazione vichinga.[9]
^ Autori Vari, Il Museo Hendrik Christian Andersen, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, pp. 5-9, ISBN978-88-370-6595-9.
«Our dream of a city for all nations, dedicated to the creative spirit of God in man, was our hope and prayer in life. Here the dreamers sleep*»
(dall'iscrizione della tomba, realizzata da Hendril Christian Andersen, della famiglia Andersen nel cimitero acattolico presso la Piramide Cestia*)
Nel 1913 Andersen pubblica un libro nelle due versioni in inglese ed in francese dal titolo "Creation of a World Centre of Communications" che narra di un progetto di una città mondiale. I due autori del libro sono Ernest Hébrard e Gabriel Leroux. Questa città era nata da Andersen da una prima grande fontana monumentale che rappresentava lo sgorgare perenne delle acque che fornisce la continuità della vita umana. Andersen affermava: "Vorrei fondare una grande e nuova città internazionale ove i più grandi eventi della civiltà umana si concentrino radunati da ogni luogo del mondo per riversarle, coordinate e diretti, in torrenti apportatori di progresso nel mondo intero". Delle copie di questo volume vennero inviate ai capi di stato, istituti culturali è personalità di tutto il mondo note per il loro impegno di globalizzazione. La planimetria di questa città era a scacchiera e di forma anulare. Lungo un asse vi sono dei luoghi monumentali: il "Centro Olimpico", il "Centro Artistico" ed il "Centro Internazionale" ovverosia le tre più alte manifestazioni simboliche della possanza fisica, dello spirito creativo e della mente. Inoltre, il "Centro Olimpico" è sito inoltre l'Anfiteatro Nautico, Il centro olimpico è affiancato dalle scuole di cultura fisica o Ginnasi. Sul mare è posto il Natatorium al cui ingresso vi sono due statue raffiguranti dei nudi. Successivamente è posto "il Centro Artistico" composto dai seguenti edifici: Palazzo delle Belle Arti, sito nell'omonima piazza, l'Auditorium, delle aule per le esposizioni temporanee, le Gallerie per l'arte antica e moderna, il conservatorio per la musica e di Arte drammatica, la scuola di Belle Arti, la Biblioteca d'Arte, il museo dei Modelli il Teatro Floreale, la Scuola di Pittura all'aperto, il Museo di Storia Naturale, il Giardino Botanico ed il Giardino Zoologico. Di fronte al Palazzo delle Belle Arti è posta la Fontana della Vita composta da una complessa platea di terrazze, emicicli, scalee e bacini con monumentali sculture che rappresentano le varie fasi del giorno ed i temi dell'Amore, della Fratellanza, della Gioia di Vivere e del Progresso. Successivamente vi è il Viale delle Nazioni con i Palazzi delle Nazioni. Il viale finisce nel "Centro Scientifico" con la Piazza dei Congressi. Nel "Centro Scientifico" vi è la Torre del Progresso alta oltre trecento metri, nei cui scantinati vi è la Stamperia universale, inoltre nel "Centro Scientifico" vi sono questi edifici: il Tempio delle Religioni, la Corte di Giustizia, la Biblioteca, la Banca Internazionale, il Palazzo Amministrativo, il Palazzo delle Poste e la Stazione Centrale. Al momento della progettazione doveva rimanere segreta la locazione, anche se le topografie richiamavano alcune località del Belgio, della Francia, della Svizzera e della zona sud di Roma presso Fiumicino. Al di fuori della progettazione attualmente non ne rimane nulla. Tuttavia nel 1926 Mussolini assicurò la disponibilità dei luoghi di Fiumicino, ma nel 1938 con la progettazione dell'EUR Andersen voleva rivendicare la creazione di una città satellite che da Roma si sarebbe dovuta espandere verso il mare, tuttavia la progettazione aveva preso altre strade.* (*Fonti: Autori Vari, Il "Centro Mondiale di Comunicazione", in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 14-17, ISBN978-88-370-6595-9.)
^abcde Autori Vari, Il piano terra, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 37-39, ISBN978-88-370-6595-9.
^abcdefghijkDati delle tabelle da: Autori Vari, Il piano terra, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 37-39, ISBN978-88-370-6595-9.
^ab Autori Vari, Il primo piano, in Elena di Majo (a cura di), Museo Hendrik Christian Andersen, Roma, Electa, 2008, p. 40, ISBN978-88-370-6595-9.
Bibliografia
Riccardo Rosati, Il Museo Andersen e il sogno di una capitale mondiale, Nuova Museologia, 2007, 17, 18-20