Museica
Museica è il sesto album in studio del rapper italiano Caparezza, pubblicato il 22 aprile 2014 dalla Universal Music Group.[17] Pubblicato a distanza di tre anni da Il sogno eretico, è il primo album dell'artista pugliese ad aver raggiunto la prima posizione della classifica degli album più venduti in Italia. DescrizioneIl titolo dell'album è frutto di un incrocio tra le parole "musica" (essendo appunto un album), "museo" (dal momento che ogni brano è ispirato ad un'opera d'arte) e "sei" (è il sesto album dell'artista pugliese). Lo stesso Caparezza ha descritto Museica con le seguenti parole:[18] «Museica è il mio museo, la mia musica, il mio album numero 6. È stato registrato a Molfetta e mixato a Los Angeles dal pluri-blasonato Chris Lord-Alge. Essendo io sia l'autore che il produttore artistico, lo considero come un nuovo "primo" disco. È un album ispirato al mondo dell'arte, l'audioguida delle mie visioni messe in mostra. Ogni brano di Museica prende spunto da un'opera pittorica che diventa pretesto per sviluppare un concetto. Non esiste dunque una traccia che possa rappresentare l'intero disco, perché non esiste un quadro che possa rappresentare l'intera galleria. In pratica questo album, più che ascoltato, va visitato.» La copertina dell'album riprende un quadro di Domenico Dell'Osso realizzato proprio per l'artista, dal titolo omonimo all'album.[19] L'album viaggia fra arte e violenza: secondo Caparezza «la maggior parte delle cose che animano questa Terra sono frutto di violenze. Per sfuggire all'inquietudine di vivere si cerca di costruire una realtà parallela, si crea un mondo ideale; l'arte è salvifica».[20] Nell'ottobre 2014 l'album viene inserito nella rosa dei finalisti per la Targa Tenco come "album dell'anno", aggiudicandosi il premio.[21] BraniCanzone all'entrataCome deducibile dal titolo, si tratta del brano di apertura di Museica, con il quale Caparezza intrattiene la gente in fila in attesa di entrare nel museo.[22] Avrai ragione tu (ritratto)Quarto singolo estratto dall'album,[23] Caparezza, ispirandosi al graffito My God, Help Me to Survive This Deadly Love di Dmitrij Vrubel', ritratta le sue posizioni e si scusa con i bersagli delle sue invettive, ma solo perché glielo ordina «il plotone di bolscevichi che alberga nella sua testa».[22] Mica van GoghQuinto ed ultimo singolo estratto dall'album, questa è la canzone "primogenita" dell'album: l'artista infatti di un viaggio ad Amsterdam ammette che "tra le prostitute e la marijuana ha scelto Van Gogh" e si è appassionato alle sue opere e ai suoi scritti. Da qui l'idea di scrivere un album ispirato a delle opere d'arte.[22] In questo brano traccia un parallelo tra la vita tormentata dell'artista olandese e quella di una persona qualunque, in particolare si rivolge all'odierno adolescente medio e lo paragona continuamente a Van Gogh (ad esempio: "Lui 300 lettere, letteratura fine, tu 160 caratteri, due faccine, fine"); ad uscire vincitore dal confronto è ovviamente l'artista olandese. Non me lo posso permettereÈ il primo singolo dell'album ed è stato pubblicato il 21 marzo 2014.[24] Secondo le parole dello stesso Caparezza, il brano è ispirato ai Tre studi di Lucian Freud, un trittico del pittore irlandese Francis Bacon realizzato nel 1969 e venduto in un'asta per la cifra di oltre 140 milioni di dollari, offrendo lui «lo spunto per sviscerare la frase più pronunciata di questi ultimi anni».[25] Figli d'arteCaparezza si mette nei panni del figlio di un famoso cantante e parla dell'assenza del padre che, essendo sempre impegnato tra palco e fan, non ha mai tempo per lui o lo ignora, quasi come se volesse più bene al suo pubblico che al proprio figlio. Il brano è stato ispirato dal dipinto di Francisco Goya, Saturno che divora i suoi figli:[22] «In genere sono invidiati, raccomandati e contesi. Io li ho nobilitati raccontando la spietata parte oscura dei loro celebri genitori. Il dipinto di Francisco Goya ha un titolo eloquente: Saturno che divora i suoi figli.» Comunque dadaSi parla del rifiuto della violenza e della guerra da parte dei dadaisti che, piuttosto, preferiscono ritrovarsi al Cabaret Voltaire per dissacrare l'arte.[22] A tal proposito, il brano è stato ispirato dal ready-made L.H.O.O.Q. di Marcel Duchamp, in cui viene rappresentata una Gioconda con i baffi.[22] Giotto beatDenuncia la mancanza di prospettiva in Italia; l'invocazione di Giotto deriva dal doppio significato della parola "prospettiva" (quella riguardante il futuro e quella visiva, che fu il punto di forza dell'arte di Giotto). Il brano è stato ispirato dal dipinto dello stesso Giotto, Coretti:[22] «Non siamo più nei sixties, questa nazione non offre più alcuna prospettiva. Il minimo era invocare Giotto, che della prospettiva ha fatto il suo punto di forza. I suoi Coretti, non potevano che ricordarmi gli "ye-ye" anni '60 e il boom economico.» CoverÈ stato il primo brano ad essere estratto dall'album. Per esso è stato realizzato un videoclip, girato da Calu nel deserto del Mojave (California),[26] e cita sia nel testo che nel video varie copertine di numerosi album famosi del passato, come Innuendo dei Queen, War degli U2, Fear of the Dark degli Iron Maiden, Nevermind dei Nirvana e The Velvet Underground & Nico dei Velvet Underground con Nico, disegnato da Andy Warhol.[27] È stato ispirato dalla celebre Banana di Andy Warhol:[22] «Tanti sono gli artisti che hanno permesso alle loro opere di diventare copertine di dischi. La banana di Warhol sull'album dei Velvet Underground è stata il big bang di questo mio viaggio lisergico attraverso le cover più celebri di tutti i tempi.» China TownTerzo singolo estratto dall'album,[28] si tratta di un brano dalla melodia quasi malinconica, definita dallo stesso Caparezza come la sua prima ballata.[22] Il testo è una dichiarazione d'amore verso la scrittura e l'inchiostro (appunto la "china").[22] Esso è stato ispirato dal Quadrato nero di Kazimir Severinovič Malevič. Canzone a metàSi tratta del brano posizionato a metà dell'album. Il brano è anche una critica ironica a tutte le cose lasciate a metà per paura di fallire o per mancanza di coraggio e volontà (ad esempio smettere di fumare).[22] Nel testo vengono citate varie opere incompiute come i Prigioni di Michelangelo Buonarroti, la Turandot di Giacomo Puccini e Il sogno di Dickens di Robert William Buss, da cui il brano trae ispirazione.[22] Teste di ModìIspirato dall'opera Ritratto di Jeanne Hébuterne del celebre falsario Elmyr de Hory,[22] il brano parla della famosa beffa delle Teste di Modì: queste teste, secondo la leggenda, sarebbero state gettate nel Fosso mediceo dallo stesso Modigliani, sconfortato dai giudizi negativi al suo lavoro. Quando nel 1984 vennero ritrovate tre sculture proprio nel Fosso mediceo, i critici affermarono con sicurezza che quelle fossero le opere di Modigliani e immediatamente vennero inaugurate mostre e scritti libri sul ritrovamento;[22] ma un mese dopo l'avvenuto, tre studenti livornesi dichiararono di essere loro gli autori della seconda testa e come controprova la rifecero in diretta TV.[22] Anche le altre due teste erano dei falsi, creati dal pittore Angelo Froglia per "verificare fino a che punto la gente, i critici, i mass-media creano dei miti". Per il brano è stato realizzato un lyric video, diretto da Fernando Luceri e pubblicato il 24 luglio sul canale YouTube di Caparezza, nel quale compaiono Pietro Luridiana, Michele Ghelarducci e Piefrancesco Ferrucci, gli autori della seconda testa.[29] Argenti viveCaparezza dà voce a Filippo Argenti, contemporaneo di Dante Alighieri messo da quest'ultimo all'inferno nella Divina Commedia; adesso Argenti può rispondere a Dante e raccontare la sua versione dei fatti. Argenti vive è ispirato dall'illustrazione di Gustave Doré Virgil Pushes Filippo Argenti Back into the River Styx:[22] «Tutti prima o poi ci siamo imbattuti in una illustrazione di Gustave Dorè. Quelle nella Divina Commedia, per esempio, sono le sue ma molti lo ignorano così come ignorano che il vigoroso culturista da lui dipinto nel fiume Stige (Inferno, canto VIII) sia Filippo Argenti, vicino di casa di Dante. Il sommo poeta distrugge il dirimpettaio con un dissing violentissimo. Ora il microfono passa ad Argenti...» Per questo brano è stato realizzato un videoclip, diretto da Roberto Tafuro e pubblicato il 3 luglio 2015.[30] Compro horrorIspirato dal dipinto Concetto spaziale, attesa di Lucio Fontana, il brano parla del crescente spazio che TV e giornali riservano alla cronaca nera. In merito a ciò, Caparezza ha spiegato che le opere di Fontana «diventano il pretesto per raccontare l'attenzione morbosa di chiunque verso i fatti di cronaca nera. Il Compro Horror valuta la tua salma e la paga più di tutti».[22] Per il brano è stato realizzato un videoclip a 360 gradi, diretto da Alex Bufalo e pubblicato il 28 settembre 2015.[31] KitaroSi tratta di una rivisitazione della sigla del popolare anime giapponese GeGeGe no Kitarō ed è ispirata all'opera Hiratsuka di Shigeru Mizuki.[22] Troppo politicoCon questo brano, ispirato dal celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo Il quarto stato, Caparezza risponde a tutti coloro che lo criticano di essere troppo politico e di parlare quasi esclusivamente di politica: «È quello che pensano io sia. I miei detrattori, intendo. Non so se prenderla come offesa o complimento, nel frattempo ci scherzo su».[22] Sfogati«"Questo lo so fare pure io" - oppure - "Io lo so fare meglio". La critica improvvisata ed ostentata è il vero bersaglio di questo pezzo. Introdotto da Vasco ed ispirato ad un Ligabue (Antonio) questo brano è una ricerca della pace (dei sensi).[22]» Viene presa di mira la critica continua e volgare a tutto ciò che non ci piace, del tipo "Bah, questo lo so fare pure io"; Caparezza invita l'ascoltatore a sfogare tutta la sua rabbia su di lui. Il brano è stato ispirato dalla Testa di tigre di Antonio Ligabue. Fai da telaBrano preferito di Caparezza,[22] lo stesso spiega che «ognuno di noi è una tela bianca che viene dipinta dai giudizi altrui; viviamo nell'illusione di essere noi stessi, in realtà siamo come ci dipingono gli altri».[20] Il brano è ispirato al dipinto The Little Deer di Frida Kahlo. È tardiSecondo singolo estratto dall'album,[32] il brano parla della frenesia della società odierna, così frenetica che è sempre troppo tardi per qualsiasi cosa. È ispirato al dipinto La persistenza della memoria di Salvador Dalí, in cui l'ambiente, fra cui anche tre orologi, appare dilatato e floscio: il tempo dunque è relativo, metafisico, e Caparezza spiega: «forse è tardi, ma non mi fermerò».[22] Canzone all'uscitaCon questo brano Caparezza intrattiene i visitatori verso l'uscita del museo. Secondo le sue stesse parole, il brano svolge «una sorta di riassunto di ciò che hanno visto per inoculare loro la voglia di ritornare in galleria e ricominciare il viaggio».[22] TracceTesti e musiche di Michele Salvemini, eccetto dove indicato.
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