La metropolia di Filippopoli (in grecoΙερά Μητρόπολις Φιλιππουπόλεως?, Iera Mitropolis Philippoupόleos) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli.
Filippopoli fu sede nel 344 di una riunione di vescovi dissidenti che, abbandonato il concilio di Sardica, si riunirono per sottoscrivere un documento dai contenuti ariani e nel quale lanciarono la scomunica contro Atanasio di Alessandria, Asclepa di Gaza ed altri vescovi ortodossi. A questa riunione prese parte il primo vescovo noto di Filippopoli, Eutichio.
Non sono più noti vescovi fino al X secolo, quando appare il vescovo Niceforo, destinatario di una lettera di un suo maestro; e poi due vescovi documentati dai rispettivi sigilli episcopali, entrambi vissuti tra X e XI secolo.
La Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI (886-912) riconosce a Filippopoli dieci diocesi suffraganee, ma nell'elenco non appaiono le sedi menzionate tre secoli prima dallo pseudo-Epifanio. Questi cambiamenti sono dovuti al fatto che nella seconda metà del VII secolo la regione fu occupata dai Bulgari, inizialmente pagani, che sconvolsero l'organizzazione ecclesiastica bizantina. Dopo la loro conversione furono erette altre diocesi, così nominate dalla Notitia di Leone: Agathonikia, Lititza, Scoutarion, Leucé, Bleptos, Dramitza[6], Joannitza, Constantia, Belikia e Boukouba[7].[8][9]
Nell'Ottocento si sviluppò un forte movimento nazionalistico bulgaro, che portò a uno scisma e alla divisione della metropolia in due sedi episcopali distinte. Infatti, nel 1861 il metropolita Paisio smise di commemorare il patriarca ecumenico e annunciò di aderire al movimento indipendentista bulgaro; il 25 febbraio 1861 fu deposto e fu eletto un nuovo metropolita, Panareto. Paisio continuò a svolgere le sue funzioni di metropolita; nell'aprile 1861 il patriarcato ottenne dal governo ottomano il suo esilio, ma di fatto, dopo l'istituzione dell'Esarcato bulgaro, rimase fino alla sua morte metropolita di Filippopoli, sede distinta da quella dipendente dal patriarcato.
Anche il metropolita patriarcale Panareto si schierò dalla parte dei bulgari nel 1868 e partecipò alle iniziative che portarono all'istituzione dell'esarcato bulgaro. Il 15 gennaio 1872 il Santo Sinodo del patriarcato ecumenico lo depose, il 19 gennaio elesse il suo successore e il 13 maggio 1872 lo scomunicò. Il 20 giugno 1872 l'esarcato bulgaro lo elesse metropolita di Filippopoli, successore di Paisio.
Due metropoliti di Filippopoli, uno patriarcale e l'altro esarchiale, continuarono a coesistere fino al 21 luglio 1925, quando Beniamino fu trasferito alla metropolia di Nicea e il patriarcato non elesse il suo successore. Questa decisione pose fine alla metropolia patriarcale di Filippopoli.
^Dopo Valentino, Le Quien aggiunge Nicola (879), che fu in realtà vescovo di Filippi. Cf. Nikolaos, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online.
^Nikephoros, «Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit», edizione online, nº 25577.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 8074.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 3751.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 8621.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 16804.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 5070.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 1406.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 9039.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 5498.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 3663.
^(DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 8919.
^abcd(EL) Μ. Σταμούλης, Συμβολή εις την ιστορίαν των εκκλησιών της Θράκης, Θρακικά, 14, 1940, p. 182.
^(FR) M. Kouroupou, P. Gehin, Catalogue des manuscrits conservés dans la Bibliothèque du Patriarcat Œcuménique: les manuscrits du monastère de la Panaghia de Chalki, Turnhout, 2008, pp. 268–269.
^(EL) M. Στρουμπάκης, Ιερεμίας Α' Πατριάρχης Κωνσταντινουπόλεως. Ο βίος και το έργο του, Αθήνα, 2004, p. 294.