Mean shift è un metodo non parametrico per la ricerca delle mode di una funzione di densità di probabilità.[1] Introdotto nel 1975 da Fukunanga e Hostetler,[2] è equivalente all'applicazione della discesa del gradiente alla stima kernel di densità della distribuzione.[3] L'algoritmo non richiede assunzioni sulla forma dei cluster e ha un singolo parametro, l'ampiezza di banda, la cui determinazione è tuttavia non banale in generale. Mean shift ha applicazioni in analisi dei cluster, elaborazione digitale delle immagini e visione artificiale.[4]
Descrizione
Mean shift è un algoritmo iterativo per determinare il massimo locale di una funzione di densità di probabilità a partire da un dataset di campioni.[1] Data una funzione kernel e una stima iniziale della moda , ad ogni iterazione viene calcolata la media pesata della stima kernel di densità
dove è l'insieme di campioni per i quali . Il vettore è detto mean shift. Il punto viene aggiornato con uno spostamento verso la media, nella direzione indicata dal vettore mean shift
e il procedimento viene iterato fino a convergenza, quando lo shift diventa irrilevante.
La funzione kernel è solitamente una funzione radiale di base. Alcune funzioni comuni sono la palla
la gaussiana
e la funzione kernel di Epanechnikov
dove denota il volume della sfera unitaria in dimensioni.[5]
Nonostante il diffuso utilizzo dell'algoritmo, non è nota una dimostrazione di convergenza nel caso generale.[5] È dimostrata la convergenza nel caso unidimensionale, se la funzione kernel è differenziabile, convessa e strettamente decrescente,[6] e nel caso multidimensionale se la funzione di densità ha un numero finito di punti stazionari isolati.[5][7]
Applicazioni
Mean shift è usato come algoritmo di clustering, assegnando ogni punto del dataset alla moda della distribuzione di densità più vicina lungo la direzione determinata dal gradiente.[2] L'algoritmo ha applicazioni nel tracking, e l'idea di base è quella di costruire per un frame una mappa di confidenza basata sull'istogramma dell'oggetto tracciato nel frame precedente, e applicare mean shift per determinare il massimo della distribuzione di confidenza nella regione prossima alla posizione precedente dell'oggetto.[8][9][10][11] Un numero limitato di iterazioni di mean shift può essere usato come metodo di riduzione del rumore.[2]
Note
- ^ a b
Yizong Cheng, Mean Shift, Mode Seeking, and Clustering, in IEEE Transactions on Pattern Analysis and Machine Intelligence, vol. 17, n. 8, agosto 1995, pp. 790–799, DOI:10.1109/34.400568.
- ^ a b c
Keinosuke Fukunaga e Larry D. Hostetler, The Estimation of the Gradient of a Density Function, with Applications in Pattern Recognition, in IEEE Transactions on Information Theory, vol. 21, n. 1, gennaio 1975, pp. 32–40, DOI:10.1109/TIT.1975.1055330.
- ^ Richard Szeliski, Computer Vision, Algorithms and Applications, Springer, 2011
- ^
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- ^ a b c
Youness Aliyari Ghassabeh, A sufficient condition for the convergence of the mean shift algorithm with Gaussian kernel, in Journal of Multivariate Analysis, vol. 135, 1º marzo 2015, pp. 1–10, DOI:10.1016/j.jmva.2014.11.009.
- ^
Youness Aliyari Ghassabeh, On the convergence of the mean shift algorithm in the one-dimensional space, in Pattern Recognition Letters, vol. 34, n. 12, 1º settembre 2013, pp. 1423–1427, DOI:10.1016/j.patrec.2013.05.004, arXiv:1407.2961.
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Xiangru Li, Zhanyi Hu e Fuchao Wu, A note on the convergence of the mean shift, in Pattern Recognition, vol. 40, n. 6, 1º giugno 2007, pp. 1756–1762, DOI:10.1016/j.patcog.2006.10.016.
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Dorin Comaniciu, Visvanathan Ramesh e Peter Meer, Kernel-based Object Tracking, in IEEE Transactions on Pattern Analysis and Machine Intelligence, vol. 25, n. 5, maggio 2003, pp. 564–575, DOI:10.1109/tpami.2003.1195991.
- ^
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- ^ Gary Bradski (1998) Computer Vision Face Tracking For Use in a Perceptual User Interface
Archiviato il 17 aprile 2012 in Internet Archive., Intel Technology Journal, No. Q2.
- ^
Ebrahim Emami, Online failure detection and correction for CAMShift tracking algorithm, in 2013 Iranian Conference on Machine Vision and Image Processing (MVIP), vol. 2, IEEE, 2013, pp. 180–183, DOI:10.1109/IranianMVIP.2013.6779974, ISBN 978-1-4673-6184-2.
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