In matematica, e più precisamente in algebra lineare, la matrice di trasformazione, anche detta matrice associata ad una trasformazione o matrice rappresentativa dell'operatore rispetto alle sue basi, è la matrice che rappresenta una trasformazione lineare fra spazi vettoriali rispetto ad una base per ciascuno degli spazi.
Fissata una base per il dominio e una per il codominio, ogni trasformazione lineare è descrivibile tramite una matrice nel modo seguente:
dove è il vettore colonna delle coordinate di un punto del dominio rispetto alla base del dominio e è il vettore colonna delle coordinate dell'immagine, mentre il prodotto è il prodotto righe per colonne.
La matrice associata a nelle basi e è la matrice avente nella -esima colonna le coordinate del vettore rispetto alla base :[1]
dove la colonna è l'immagine dell'-esimo vettore della base di partenza scritta attraverso le coordinate rispetto alla base di arrivo .[2]
Gli elementi di sono quindi tali che:
e si ha:
In modo equivalente si può scrivere:
dove le parentesi quadre indicano le coordinate rispetto alla base relativa.
La corrispondenza biunivoca definita fra applicazioni lineari e matrici è un isomorfismo fra lo spazio vettoriale delle applicazioni lineari da in e lo spazio delle matrici :[3]
Tale isomorfismo dipende dalle basi scelte per entrambi gli spazi.
Composizione di applicazioni lineari
Nella rappresentazione di applicazioni attraverso le matrici la composizione di funzioni si traduce nell'usuale prodotto fra matrici. Si considerino le applicazioni lineari:
Siano e le rispettive matrici rappresentative rispetto a tre basi dei relativi spazi. Si ha:
ossia la matrice associata alla composizione è il prodotto delle matrici associate a e a .[4]
Dette , basi rispettivamente di e si ha:
Endomorfismi
In presenza di un endomorfismo è naturale scegliere la stessa base in partenza ed in arrivo. Sia tale base e sia la matrice associata a rispetto alla base . Si ha allora:[3]
preserva l'orientazione dello spazio se , mentre la inverte se
Altre proprietà più complesse delle applicazioni lineari, come la diagonalizzabilità, possono essere più facilmente studiate attraverso la rappresentazione matriciale.
Le matrici simili rivestono notevole importanza, dal momento che due matrici simili rappresentano lo stesso endomorfismo rispetto a due basi diverse.[7] Se e sono due basi dello spazio vettoriale , dato un endomorfismo su si ha:
Nel piano cartesiano, indicando con un punto generico, la trasformazione lineare viene rappresentata rispetto ad una qualsiasi base dalla matrice identità di ordine 2. Una tale trasformazione è conosciuta anche come funzione identità.
Nel piano cartesiano, sia la riflessione rispetto alla bisettrice del I e III quadrante. Le matrici associate a usando rispettivamente la base canonica e la base sono:
Nel piano la rotazione di un angolo in senso antiorario intorno all'origine è lineare e definita da e . In forma matriciale si esprime con:
Analogamente per una rotazione in senso orario attorno all'origine la funzione è definita da e ed in forma matriciale corrisponde alla trasposta della precedente matrice, ossia:
La funzione dallo spazio dei polinomi di grado al più due in sé, che associa ad un polinomio la sua derivata è lineare. La matrice associata rispetto alla base è: