Marco FoddeMarco Fodde (Roma, 23 dicembre 1953) è un fotografo e giornalista italiano. Specialista fotografo del bianco e nero,[1] conosciuto soprattutto come giornalista scientifico di riviste fotografiche come Fotografare e Fotografia Reflex, con cui ha collaborato scrivendo in più di vent'anni centinaia di articoli tecnici sulla fotografia come quelli riguardanti il sistema zonale e la misurazione degli alogenuri d'argento sulle pellicole, test ripresi da riviste fotografiche come anche dallo storico mensile britannico British Journal of Photography.[2][3] Ha scritto anche otto pubblicazioni sulla fotografia, testi consigliati in alcune Accademie di Belle Arti italiane.[4][5] BiografiaSi avvicinò alla fotografia in bianco e nero all'età di 13 anni, successivamente, come chimico, biologo e naturalista, laureato, cominciò a studiare l'elaborazione fotografica scientifica nelle tradizionali camere oscure. Con l'avvento della fotografia digitale si applicò per adattare la sua esperienza scientifica agli strumenti informatici, continuando ad approfondire i suoi studi in particolare nella fotografia IR (Infrarosso) e UV (Ultravioletto) utilizzate in campo biologico e artistico. Ha avuto una ventennale esperienza di collaborazione con le riviste Fotografare, Fotografia Reflex tra gli anni 1980 e 2008 con cui ha pubblicato oltre 300 articoli di tecnica fotografica. Con la Casa Editrice "LaFeltrinelli - Apogeo" ha realizzato 7 libri inerenti l'arte fotografica.[6] La collaborazione con le riviste: Fotografare e Fotografia ReflexLa collaborazione complessiva ventennale di Marco Fodde con le due principali riviste del tempo Fotografare[7][8](1980-1985) e Fotografia Reflex[8][9](1989 -2008), ha contribuito alla divulgazione di particolari argomenti sia verso un pubblico professionale che amatoriale. Gli argomenti, alcuni inediti per l'epoca, hanno riguardato "la fotografia" in tutti i suoi essenziali aspetti: ripresa, tecnica fotografica, pellicole, chimica della fotografia e trattamento del materiale sensibile. Inoltre argomenti speciali per la camera oscura con tecniche particolari di sviluppo e stampa. "Fotografare"La collaborazione di Fodde con la rivista "Fotografare" iniziata nel 1980 su richiesta dell'editore Cesco Ciapanna e proseguita per cinque anni, fu basata sulla rubrica mensile della rivista "Camera Oscura". In questo periodo Fodde scrive articoli inerenti a tecniche speciali di sviluppo e di stampa ed esegue test pratici e scientifici sul materiale sensibile: pellicole e carte fotografiche. In questo periodo esegue anche test e analisi chimiche sul contenuto degli alogenuri d'argento delle pellicole bianconero e colori che nel 1984 gli valsero una recensione sul British Journal of Photography. Articoli su Fotografare (selezione)
"Fotografia Reflex"La collaborazione con la rivista Fotografia Reflex inizia nel 1989 su richiesta dell'editore Giulio Forti e riguarda una serie di articoli inediti (quattordici) denominati Dalla realtà al Bianconero, il primo in luglio 1989. Questi articoli si caratterizzavano per due importanti focus: Ripresa dello stesso soggetto sia a colori (realtà) sia in bianconero e indicazioni, passo dopo passo, della previsualizzazione del soggetto, la sua "esposizione manuale ponderata" e fino al trattamento del materiale sensibile in camera oscura.
Articoli su Fotografia Reflex (selezione)
Sistemi e test: dal sistema zonale al test sulla misurazione degli alogenuri d'argento sulle pellicole analogicheSistema zonaleIn un articolo di Fotografia Reflex di dicembre 2008[10][11], a firma di Marco Fodde, viene spiegato ed illustrato in dettaglio il sistema zonale di Ansel Adams. L'articolo descrive il metodo da lui ideato per applicare il sistema zonale in post-produzione, descrivendo le differenze fra i due metodi: zonale analogico e zonale digitale: Sistema zonale analogicoPer comprendere il sistema zonale di Ansel Adams è fondamentale conoscere l'interazione fra esposizione, gamma dei grigi e tempo di sviluppo. Nonostante il metodo scientifico applicato da Adams, egli non tenne conto dei soggetti in movimento e della fotografia dinamica in genere. Tutti gli autori prescelti dal noto fotografo statunitense erano infatti statici: soltanto questi infatti permettono «una ponderata analisi tonale» imposta dal quel metodo. Il sistema zonale analogico inoltre richiede uno sviluppo separato per ogni fotogramma, tanto che non è adatto per formati minori come il 35mm, limitazione dovuta al fatto che il fotografo dovrebbe avere a disposizione un corpo macchina da dedicare ad ogni tipologia di "Zona" (N+1, N-1, N). Infine la difficoltà di operare sia nei diversi passaggi di ripresa che in quelli di camera oscura lo rende poco versatile con pochissime possibilità di correzioni qualora si verificasse qualche errore di processo. Sistema zonale digitaleIl sistema zonale digitale avviene in post produzione dell'immagine digitale ripresa direttamente in bianconero o sull'immagine a colori convertita in bianconero. Con la fotografia digitale in post produzione il sistema zonale "classico" si evolve e assume una valenza molto più speculativa. La principale differenza con il metodo tradizionale analogico sta nel fatto che la modifica delle zone avviene in post produzione sul file digitale. Tale file può essere sia su un originale in scala di grigi, sia su un originale a colori poi convertito con un software in bianconero.
Il sistema zonale digitale ha una valenza unica ed insostituibile: Decidere a posteriori, con ponderazione e senza paura di sbagliare il risultato avendo la possibilità di visualizzare a monitor ogni piccola variazione tonale. Un'estensione di questo sistema può anche essere applicato in maniera differenziata agendo solo su porzioni dell'immagine. Test sulla misurazione degli alogenuri d'argento sulle pellicoleIn due articoli su Fotografare di febbraio 1982 e di marzo 1984[13], Fodde spiega per la prima volta un test per la misurazione del contenuto di argento metallico da alogenuro d'argento nelle pellicole bianconero e a colori. Per il test sulle pellicole a colori il suo articolo viene ripreso due mesi dopo la pubblicazione sull'italiano Fotografare dallo storico mensile britannico The British Journal of Photography dell'8 maggio 1984. Contenuto di argento metallico da alogenuro d'argento nelle pellicole a coloriFodde dopo aver effettuato l'analisi chimica del quantitativo d'argento da alogenuro d'argento su 10 pellicole di marchi importanti (Kodak, Agfa, Ilford, Peruchrome, Sakurachrome, 3M, Fujichrome e Revue Superchrome) ha tratto le seguenti conclusioni: Otto libri: dal bianco e nero "analogico" a quello "digitale" e fotografia all'infrarossoTutti i testi di Marco Fodde trattano l'argomento "Fotografia" seguendo due direttrici precise e fondamentali: la ripresa e la post-produzione. La bibliografia dell'autore parte dalla fotografia analogica con le tecniche di ripresa, sviluppo e stampa oltre la formulazione di speciali rivelatori per il trattamento del materia sensibile bianconero in camera oscura (La fotografia bianconero - dicembre 2000, Edizioni Reflex) per approdare alla fotografia digitale (bianconero e colore) con cinque testi editi da Apogeo-Feltrinelli e in cui ogni testo, la fotografia viene spiegata dall'autore secondo il binomio inscindibile ripresa - postproduzione.
(pubblicato a dicembre 2000 per le Edizioni Reflex) Un libro dedicato esclusivamente alla fotografia bianconera analogica[14]. Parte dalla ripresa e le sue complessità relative all'esposizione attraverso tre sistemi efficienti (per l'autore: "quasi infallibili"), per approdare allo sviluppo delle stampe in camera oscura. Didattico il capitolo "Dalla realtà al bianconero" in cui l'autore spiega la realizzazione di dieci fotografie in bianconero e lo fa dall'inquadratura all'analisi esposimetrica e fino allo sviluppo e alla stampa. Ogni fotografia delle dieci esemplificate, ha il suo riferimento in quella che l'autore chiama "situazione vera", ovvero da quella fotografata a colori.
(pubblicato a settembre 2009 - seconda edizione settembre 2015 per le Edizioni Apogeo - Feltrinelli) In questo libro l'autore "trasforma" il computer in una sorta di camera oscura digitale per lo sviluppo e l'elaborazione della fotografia bianconero. Che si parta da uno scatto trasferito dalla fotocamera o dal recupero di un negativo effettuato tramite uno scanner, l'autore spiega con esempi e immagini come esaltare la creatività attraverso la valorizzazione di luci, ombre e contrasti per creare immagini dove il grigio acquista "una nuova dimensione". Tra gli argomenti del testo, è spiegata teoria e pratica della fotografia digitale bianconero e in particolare del Sistema Zonale Digitale messo a punto dall'autore , "il restauro" delle immagini bianconero e la tecnica dell'HFR (Hight Focus Range)[15] anch'essa ideata dall'autore.
(pubblicato a febbraio 2012 per le Edizioni Apogeo - Feltrinelli) In questo testo l'autore affronta argomenti specifici sulla "ripresa" e "sulla post-produzione" e termina con un capitolo inedito sulla stampa digitale delle immagini bianconero. Tecnica e creatività con molteplici esempi pratici che mirano a fornire gli strumenti necessari alla creazione della fotografia Fine Art. Si affrontano i temi legati all'elaborazione professionale delle immagini, le tecniche di sharpening cromatico[16][17] fornendo gli strumenti per interpretare, esaltare o nascondere ogni piano che compone l'immagine fotografica.
(pubblicato a novembre 2013 per le Edizioni Apogeo - Feltrinelli) Il tema dominante di questo testo è la fotografia a colori digitale fin dalla ripresa con l'analisi della percezione dei colori, la loro associazione armonica e come correggere, elaborare ed esaltare la creatività in ogni immagine attraverso l'interpretazione della realtà. Per analizzare questo progetto, l'autore spiega nel testo le tecniche di elaborazione digitale realizzate al computer attraverso software come Photoshop e Camera RAW e altri ancora. Inoltre sono analizzati gli effetti fotografici di vari plug-in, il ritocco fotografico a colori e la stampa digitale a colori.
(pubblicato nel 2020 per le Edizioni Apogeo - Feltrinelli)
(pubblicato nel 2021 per le Edizioni Apogeo - Feltrinelli) In questo libro Fodde affronta il restauro di immagini fotografiche: una disciplina affascinante e allo stesso tempo complessa, soprattutto se eseguita con tecniche analogiche che richiedono attrezzature e competenze specifiche. Inoltre, viene dimostrato come l'elaborazione digitale grazie a software e strumenti dedicati consente di riportare a nuova vita anche uno scatto e una stampa deteriorati dal tempo. Dopo aver analizzato le differenze tra restauro analogico e digitale il libro passa alle tecniche di riproduzione normale e speciale in infrarosso e ultravioletto. Arricchito da esempi pratici di restauri di complessità diversa, questo volume è un testo pensato sia per gli appassionati che vogliono andare oltre il semplice editing e scoprire come un professionista lavora per dare nuova vita a qualsiasi tipo di immagine. Opere
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