Manolo (scultore)Manolo, pseudonimo di Manuel Martinez Hugué (Barcellona, 1872 – Caldes de Montbui, 17 novembre 1945), è stato uno scultore, pittore e poeta spagnolo. BiografiaNascita, studi e formazioneManolo, nacque nel 1872 a Barcellona, figlio del militare Martínez e della sarta Anna Hugué i Gaspar, in una famiglia comprendente una sorella, Encarnació, e tre fratelli;[1] durante la sua giovinezza, soffrì per varie malattie, come il tifo.[2] Nel 1890, si interessò all'arte e frequentò l'Accademia Lancaster a Barcellona, dove si orientò verso la scultura.[1][3] Nel 1900 si trasferì e soggiornò per dieci anni a Parigi, dove conobbe Picasso, ma condusse una vita vagabonda e povera.[4][3][2] In queste condizioni difficili, non riuscì a lavorare ma comunque incontrò personaggi importanti, come Apollinaire, Max Jacob, Léon-Paul Fargue, Georges Braque, Juan Gris,[5] e visitò i musei del Louvre, di Cluny, Guimet e Carnavalet.[4][1] Nel 1906 conobbe Jeanne de la Rochette, soprannominata Totote, una cameriera parigina, che divenne la sua partner, la sua modella e musa ispiratrice per il resto della sua vita.[1] Successivamente si trasferì nel 1910 a Céret, un piccolo villaggio della Catalogna francese, dove rimase fino al 1928,[4]incominciando a scolpire.[5][3][2] Manolo riscosse rapidamente consensi e riconoscimenti: nel 1913, il suo lavoro fu esposto all'Armory Show di New York e alle mostre di Daniel-Henry Kahnweiler in Germania e a Parigi.[4] Ha quindi regolarmente partecipato a mostre negli Stati Uniti d'America, in Germania, Spagna e Francia.[4] Dopo di che, a causa della poliartrite, tornò in Spagna, a Caldes de Montbui, dove rimase fino alla sua morte, il 17 novembre 1945.[4][1][3][2] Negli ultimi anni di vita, il suo paese rese omaggio alla sua opera nominandolo membro della Real Academia Catalana de Bellas Artes de San Jorge; nel 1932, fu celebrato anche in Francia in una mostra al Museo Grand Palais.[4][1][2] Stile e caratteristicheIl suo stile risultò influenzato dalle sue esperienze parigine, durante le quali si interessò più alle arti egiziane, arcaiche greche, romaniche e gotiche, che ai movimenti d'avanguardia come il cubismo,[4]anche se si ispirò a Paul Gauguin e ad Aristide Maillol.[5][2] La sua miscela di differenti stili si caratterizzò per la semplificazione razionale, sempre nei limiti della figurazione, oltre che per la presenza di elementi mediterranei, ispirata alle arti antiche e arcaiche classiche che fiorirono sulle sue coste.[4] Manolo dedicò la sua attenzione a tematiche popolari e realistiche come il torero, le donne con i loro appassionati, i contadini, le scene di campagna, i ritratti,[4]ma senza sfiorare il pittoresco.[5][2] Il suo stile naturalistico si evidenziò in opere come La vecchia catalana (1911), Giovane donna accovacciata (1914), I due toreri (1922), Il torero seduto (1923), Fanciulla assisa (1929); tutte opere realizzate su disegni in piccole dimensioni, in bronzo, in terracotta o in pietra, aderenti ad una ispirazione figurativa, intrise di elementi popolareschi e definite da una consistente plasticità.[5][2] Il suo stile, anche se non vicino alla scultura d'avanguardia, sia per la freschezza sia per ricerca plastica, contiene molti elementi di modernità.[5][2] La sua opera ricorda quella del suo amico Aristide Maillol, soprattutto quando raffigura la donna mediterranea: robusta, massiccia e tuttavia armoniosa e materna,[4] come la monumentale Donna catalana eretta in una piazza di Céret.[5] Opere principaliScultura
Pittura
Note
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