Il nome generico (Leucanthemopsis) deriva da due parole greche”leucantha” (= bianco) e ”anthemon” (= fiore) e fa ovviamente riferimento al colore dei fiori.[4]
Il nome scientifico di questo genere è stato definito dalla botanica Mathilde Giroux (att. 1933) e perfezionato successivamente dal botanico e biologo inglese Vernon Hilton Heywood (nato il 24 dicembre 1927) nella pubblicazione “An. Inst. Bot. AJ Cavanilles 32: 182” del 1975[5].
Descrizione
Portamento. Le specie di questo genere sono quasi tutte erbe perenni (o eventualmente annuali), alcune specie sono legnose alla base. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap); ossia sono piante perennanti con gemme poste al livello del suolo e con fusto allungato e poco foglioso. L'indumento è formato in prevalenza da peli medifissi.[6][7][8][3][9][10][11]
Radici. Le radici sono secondarie a partire dal rizoma.
Fusto. Altezza massima: alcuni decimetri.
Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente. Alla base il fusto può essere lignificato.
Foglie. Le foglie sono in prevalenza basali e a consistenza carnosa. Lungo lo scapo può essere presente una o poche foglie disposte in modo alterno e ridotte quasi di tipo squamiforme. La forma delle foglie basali è spatolata a lamina ovata, pennatifida o pennato-partita con 5-7 lacinie per lato. La forma delle lacinie può essere strettamente triangolare oppure sono oblunghe ad apice acuto. Le foglie basali si presentano glabre o tomentose a seconda della specie.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme da emisferiche a coppa o meniscoidi, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, piatte a consistenza erbacea e ampi margini scariosi bruni, sono disposte in modo più o meno embricato su 3 - 4 serie. Il ricettacolo, convesso, è sprovvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori.
fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; il colore è bianco a volte con base gialla;
fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo a volte rossiccio.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; il collare filamentare è a balaustra. Le antere alla base sono ottuse. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo. La forma è strettamente obovoide a sezione trasversale rotonda. I lati possono essere percorsi da alcune (da 5 a 10) coste longitudinali. All'apice del frutto è presente solo una piccola coroncina scariosa. Il pericarpo possiede delle cellule mucillaginifere lungo le coste, ma senza sacche resinose.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione dell'unica specie alpine di Leucanthemopsis presente nella flora spontanea italiana.[13].
Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). Comunità vegetali: 10 = comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite. Ambienti: B5 = rive, vicinanze corsi d'acqua; C2 = rupi, muri e ripari sotto roccia; C3 = ghiaioni, morene e pietraie; F5 = praterie rase subalpine e alpine; F6 = vallette nivali.
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][9] Basionimo: Tanacetum subsect. Leucanthemopsis Giroux
Filogenesi
Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Leucanthemopsis (insieme alla sottotribù Leucanthemopsis) è incluso nel clade Eurasian grade.[3].
La composizione di questo genere in questi ultimi anni, in riferimento alla flora spontanea italiana, è stata notevolmente ridimensionata. Dalle due specie (L. alpina e L. minima) con due varietà, descritte da Sandro Pignatti nella ”Flora d'Italia”[18], attualmente è riconosciuta una sola specie: Leucanthemopsis alpina qui sotto brevemente descritta.[19][11]
Leucanthemopsis alpina (L.) Heywood - Margherita: l'altezza massima della pianta è di 5 - 15 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Orofita Sud Europeo; l'habitat tipico sono i pendii franosi, i ghiaioni e le rupi; in Italia è una specie alpina e si trova fino ad una quota compresa tra 2000 e 3600 ms.l.m..
Generi simili
Un genere molto simile a Leucanthemopsis è il genere Bellis L. (Pratolina). Questi due generi si distinguono soprattutto per le foglie: quelle della Pratolina sono intere (o al massimo appena dentate) e a forma decisamente spatolata.
Anche il genere Leucanthemum ha delle specie simili; Leucanthemopsis si distingue per il ricettacolo convesso, i fiori tubolosi con corolla priva di ali e acheni con 3 - 10 coste privi di canali resiniferi.[11]
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.