Nome affettivo e augurale[3][4][7], che continua il latinoLaetitia, letteralmente "gioia", "felicità", "allegria"[2][4][5][6] (dall'aggettivo laetum, "lieto"; dalla stessa radice viene in alcuni casi fatto derivare il nome Leto). Ha significato analogo ai nomi Eufrasia, Gioia e Felicita.
Era portato, nella mitologia romana, da Letizia, dea dell'abbondanza, della fertilità e della gioia[3][5]. In Inghilterra cominciò ad essere usato in epoca medievale, nel XII secolo, perlopiù nella forma vernacolareLettice[2][5]; nel XVIII secolo venne ripreso nella forma Letitia[2][5]. Per quanto riguarda l'Italia (dove è attestata anche una rarissima forma maschile, Letizio[4]), la sua diffusione potrebbe essere in parte dovuta al fatto di essere stato portato dalla madre di Napoleone, Letizia Ramolino[4], il cui nome Carducci commentò con le parole: «Bel nome italico, che ormai sventura suona nei secoli»[4][7]. La sua ripresa sul finire del Novecento è stata aiutata da "Donna Letizia", uno pseudonimo con cui Colette Rosselli teneva una serie di rubriche di galateo su alcuni settimanali[4].