Lago Ngozi
Il lago Ngozi è il secondo maggiore lago craterico dell'Africa.[1] Si trova nei pressi di Tukuyu, una piccola cittadina sulle colline del distretto di Rungwe, nella regione di Mbeya, della Tanzania meridionale. Si trova all'interno della catena dei monti Poroto, a loro volta parte settentrionale dei monti Kipengere e un bordo della caldera costituisce la vetta più elevata della catena. Il lago non è soggetto a particolare fluttuazioni del livello e presenta solo lievi differenze dovute alle precipitazioni. La temperatura dell'aria intorno al lago è di circa 18 °C con minime variazioni stagionali.[2] Sporadicamente, le foreste sono state occupate dai cacciatori Safwa.[3] GeologiaLa caldera è composta principalmente di lave trachitiche e fonolitiche, dell'Olocene; si è formata durante un'esplosione pliniana che ha generato il deposito di pomici di Kitulo circa 12.000 anni or sono. Altri depositi eruttivi sono il Ngozi Tuff (meno di mille anni fa) e l'Ituwa Surge, un deposito di epoca incerta, intermedio tra le pomici di Kitulo e lo Ngozi Tuff. L'attività piroclastica più recente ha generato un flusso di lava verso sud, che si esteso per 10 km, nel 1450 DC. Il vulcano è circondato da alcuni coni piroclastici, le pareti della caldera sono coperte di foresta, con l'eccezione dei segmenti segnati dalle frane e le falesie più ripide, dove l'acqua non può depositarsi. La parte interna della caldera è colonizzata da Maesa lanceolata, Albizia gummifera e Hagenia abyssinica, un numero di specie molto minore rispetto a quello delle montagne circostanti e compatibile con l'origine geologicamente recente del vulcano. La caldera in sé non è oggetto di attività idrotermale, ma abbondanti emissioni subacquee di CO2 e le leggende locali che parlano di morti misteriose causate dal lago indicano il pericolo di eruzioni di tipo limnico. Il fondo del lago, secondo il tracciato ottenuto con l'ecoscandaglio, è piatto e non presenta terrazzamenti.[2][4][5] Un rapporto del 2013 annunciava che un progetto geotermico sarebbe stato lanciato in prossimità del vulcano, a metà strada tra Ngozi e la città di Mbeya. Il ministero tanzaniano per l'energia e i minerali ha confermato l'inizio dei lavori per il mese di giugno 2016.[1][2][6] Note
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