Ischiazza
Ischiazza era una frazione del comune di Valfloriana, in provincia di Trento, abbandonata dopo essere stata gravemente danneggiata da un'alluvione nel 1966. Geografia fisica![]() Il paese era la più bassa e la più orientale delle frazioni di Valfloriana, situata su un pianoro lungo il corso del torrente Avisio; il nome stesso, anticamente anche Ischiacia, deriva da "ischia", toponimo assai comune in Trentino, indicante un deposito di sabbia e detriti depositati da un torrente, su cui è cresciuta una vegetazione incolta[1]. Storia![]() ![]() Le informazioni storiche sul centro abitato sono scarse; appare già su una carta geografica del 1734[2]. Nel 1867 venne edificata la chiesetta, dedicata all'Esaltazione della Santa Croce, che venne benedetta nel 1869 o nel 1870[3][4][5]; oltre ad essa, in paese esistevano anche una calcara[6] e un forno per il pane (i cui ruderi sono visibili lungo la mulattiera che scende al paese)[7]. Nel 1909 venne istituita, in locali privati, anche una scuola (prima i bambini dovevano recarsi a Casatta, sede municipale del comune), rimasta attiva fino all'anno scolastico 1946-47[8]. Prima dello sfollamento, le famiglie portavano tutte il cognome Tonini[9]. Il paese venne devastato dalle piogge torrenziali che colpirono tutto il Trentino a novembre 1966; dopo un'iniziale frana che travolse alcune case, la popolazione evacuò spontaneamente in tutta fretta, soprattutto per il timore che potesse cedere la diga di Stramentizzo, situata appena mezzo chilometro più a monte. Ciò non avvenne, ma comunque acqua e detriti tracimarono dallo sbarramento e nella notte di venerdì 4 novembre l'Avisio in piena investì il villaggio. Non si registrò alcuna vittima, tuttavia il paese venne giudicato irrecuperabile e anche nel resto del territorio i danni furono consistenti; sorte analoga a Ischiazza fu quella di Maso, altra frazione di Valfloriana, che venne dissestata dal rio Barcatta[10][11]. In seguito, la chiesetta venne spogliata degli arredi sacri, che vennero portati in processione nella parrocchiale di San Floriano di Casatta[10][3]. Il disastro venne documentato fotograficamente da Flavio Faganello e attirò l'attenzione a livello nazionale dopo che il comune venne visitato anche dall'allora presidente del consiglio Aldo Moro[10]. Per gli sfollati di Ischiazza e di Maso venne costruito, da parte della Croce Rossa Svizzera e con il contributo del Comune e della Regione, un nuovo insediamento permanente tra le frazioni di Barcatta e Casanova, detto "villaggio italo-svizzero", che corrisponde all'odierna frazione di Villaggio[10][11]. Note
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