Il nome del genere deriva da due parole greche: "hypsi" (= in alto) e "chloa" (= erba). Il nome è stato dato in riferimento al suo tipico habitat ad alta quota.[3]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico britannico Charles Edward Hubbard (1900 - 1980) nella pubblicazione " Flora of West Tropical Africa: Second Edition" (Fl. W. Trop. Afr. [Hutchinson & Dalziel] 2: 499, in clavi, 530,anglice. 1936; et in Kew Bull. 1936, 300, latine) del 1936.[4] Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dai botanici contemporanei Röser e Tkach nella pubblicazione "Phylogeny, morphology and the role of hybridization as driving force of evolution in grass tribes Poeae and Poeae (Poaceae)" del 2019.[2]
Descrizione
Il portamento delle specie di questo genere è annuo. I culmi sono eretti o genicolato-ascendenti, cavi a sezione più o meno rotonda. In queste piante non sono presenti i micropeli. Lunghezza dei culmi: 30 cm.[1][5][6][7][8][9][10]
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole.
Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari; la consistenza può essere flaccida.
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze sono formate da spighette solitarie ed hanno la forma di una pannocchia aperta. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, pedicellate (pedicelli filiformi), compresse lateralmente con forme ellittiche, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile. Le spighette sono provviste di un'estensione della rachilla.
Glume: le glume, persistenti, sono più lunghe dei fiori e hanno gli apici acuti. La superficie è provvista di 5 venature.
Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata.
Lemma: il lemma, con forme oblunghe, margini involuti e apice bidentato, a maturità diventa più duro e crostoso.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).
La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, la sottotribù Hypseochloinae fa parte della sottofamiglia Pooideae.[1][5]
Filogenesi
La sottotribù Hypseochloinae, più precisamente, fa parte della tribù Poeae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. La tribù Poeae (formata da alcune sottotribù suddivise in diverse supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae). All'interno della tribù, la sottotribù Hypseochloinae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Poeae" (definito "Poeae chloroplast groups 1 "[11]) e in particolare alla supersottotribù Agrostidodinae (Soreng, 2017) insieme alle sottotribù Brizinae, Echinopogoninae, Calothecinae e Agrostidinae.[2][12]
All'interno della supersottotribù la sottotribù Hypseochloinae occupa una posizione più o meno "basale". La monofilia di questo gruppo è supportata oltre che dai risultati delle analisi sul DNA, anche morfologicamente dai peculiari caratteri dei lemmi (non trovati altrove nella supersottotribù Agrostidodinae). Caratteri diagnostici per questo gruppo sono: le spighette hanno un solo fiore; le glume hanno 5 nervi; la parte apicale del lemma è profondamente bifido.[13]
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).