Il nome del genere deriva dalla parola grecahierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[3][4] L'epiteto specifico (schmidtii) è stato dato in ricordo del botanico boemo F.W. Schmidt (1764 - 1796).[5]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Ignaz Friedrich Tausch (1793-1848) nella pubblicazione " Flora; oder, (allgemeine) botanische Zeitung. Regensburg, Jena" ( Flora 11(1, Ergänzungsbl.): 65) del 1828.[6]
Descrizione
Habitus. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In questa specie è possibile anche la forma biologica emicriptofita rosulata (H ros). Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice. I peli ghiandolari e quelli stellati sono poco presenti; inoltre le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode).[7][8][9][10][11][5][12]
Fusto. I fusti, in genere eretti più o meno molli e ascendenti, sono di solito solitari e mediamente ramificati o afilli. Il colore è verde-glauco (in basso può essere rosso-violaceo). Le radici in genere sono di tipo fittonante. Queste piante sono alte da 20 a 35 cm (massimo 50 cm).
Foglie. Sono presenti sia foglie delle rosette basali che cauline con disposizione alterna. Le lamine in genere sono intere o dentate. Le foglie basali (da 4 a 6) sono attenuate e più o meno brevemente picciolate; la forma della lamina varia da ampiamente ellittica fino a obovata, è sottile e rigida e la superficie è colorata da glauco a olivaceo con macchie indistinte. La pagina superiore delle foglie è ricoperta densamente da peli curvo-setosi, lunghi 4 – 10 mm, bianchi e da setosi a profondamente dentati. Le foglie cauline (da 0 a 1) e progressivamente ridotte, sono glauche con le pagine superiori macchiate e peli setosi ai margini.
Infiorescenza. La sinflorescenza è del tipo forcato o lassamente paniculato con 0 - 3 rami con 1 - 3 capolini peduncolati. I peduncoli sono sottesi da 1 - 5 brattee fogliacee. L'acladio è di 1,5 – 5 cm. L'infiorescenza vera e propria è composta da uno o più capolini terminali. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma da emisferica o ellissoide fino a ovoide ed è formato da due serie di brattee. Il ricettacolo, alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette) e alveolato (i margini degli alveoli sono brevemente dentati). Dimensione dell'involucro: 10 – 12 mm.
Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo o giallo saturo. I dentelli apicali sono cigliati. Dimensioni delle ligule: larghezza 2 mm; lunghezza 15 – 20 mm.
Gineceo: lo stilo giallo (con tendenza al nerastro) è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. La superficie stigmatica è interna.[16]
Antesi: da maggio a luglio (fioritura tardo-primaverile, fino a estiva).
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma da oblunga a obovoide-obconica con apice troncato e privi di becco (non sono compressi); in alcuni casi gli acheni sono provvisti di coste longitudinali. Il colore è castano scuro. Il pappo si compone di peli semplici grigiastri, scabri o barbati (non piumosi). Raramente il pappo è assente. Dimensione degli acheni: 2,8 – 3 mm.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne). Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le rupi e i pendii sassosi su silice. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare a quote comprese tra 250 e 2.000 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e in parte quello alpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Hieracium schmidtii appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Asplenietea trichomanis
Ordine: Androsacetalia vandellii
Alleanza: Androsacio vandellii
Associazione: Androsacenion vandellii
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]
Filogenesi
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[11][22]
Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[10][23], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana. Alcuni taxon collegati alle varie specie del genere sono sottospecie, altri sono considerati aggregati (o inclusi), e altri ancora sono considerati "intermediari" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione del materiale botanico in sezioni così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[5]
La specie di questa voce è descritta all'interno della XIX sezione Hieracium sect. Oreadea i cui caratteri principali sono:[5]
i peli ghiandolari e quelli stellati sono poco presenti;
le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode);
le foglie basali sono attenuate e più o meno brevemente picciolate;
le foglie cauline (da 0 a 4) sono glauche con le pagine superiori macchiate e peli setosi ai margini;
la fioritura è tardo-primaverile (fino a estiva).
La specie H. schmidtii è invece individuata dai seguenti ulteriori caratteri:[5]
la pagina superiore delle foglie è ricoperta densamente da peli curvo-setosi, lunghi 4 - 10 mm, bianchi e da setosi a profondamente dentati.
L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. H. schmidtii è caratterizzata dalla seguente pubescenza:[5]
Tipo peli
Caule
Foglie
Peduncoli dei capolini
Brattee involucrali
Peli semplici
Densi
Densi sul picciolo, più o meno villosi, lunghi 1 - 3,5 mm, da molli a subrigidi, bianchi e dentati.
Assenti o sparsi, lunghi 0,8 – 3 mm
Da assenti a densi
Peli ghiandolari
Dal basso in alto: da sparsi a densi
Solamente sui margini: minuti e solitari
Densi, lunghi 0,2 - 0,7 mm con ghiandole da gialle a nere
Da sparsi a densi
Peli stellati
Da sparsi a densi
Sulla pagina inferiore e lungo le nervature: da sparsi a densi
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.