Il nome generico (Hieracium) deriva dalla parola grecahierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[3][4] L'epiteto specifico (bifidum) deriva dal latino e significa "separato", "diviso in due" e fa probabilmente riferimento al fusto che in genere è forcato.[5]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente dal botanico danese Jens Wilken Hornemann (1770-1841) e perfezionato successivamente dal botanico e chimico ungherese Paul Kitaibel (1757-1817), nella pubblicazione "Hortus Regius Botanicus Hafniensis. In Usum Tyronum et Botanophilorum. Hauniae [Copenhagen] - 2: 761" del 1815.[6]
Descrizione
Habitus. La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. Possono anche essere considerate emicriptofite scapose (H scap) in quanto spesso hanno l'asse fiorale eretto e privo di foglie. Queste piante sono provviste di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati) e vengono definite di tipo "fillopode" in quanto le foglie basali formano una rosetta e sono presenti alla fioritura. Inoltre i peli di questa pianta non sono piumosi.[7][8][9][10][11][12][13][14]
Parte sotterranea: la parte sotterranea del fusto consiste in un rizoma obliquo privo di stoloni.
Parte aerea: la parte aerea del fusto è eretta, più o meno glabra (pochi peli stellati); è ramosa (2 - 3 forcazioni) nella parte superiore del fusto con 2 - 3 capolini (a volte uno solo, a volte fino a 8) in formazioni corimbose. L'acladio (la parte del fusto compresa tra il capolino e la prima ramificazione sottostante) è in genere abbastanza allungata. Questa pianta può raggiungere una altezza compresa tra 2 - 5 dm.
Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline. Le foglie basali, poco numerose (da 4 a 7), con picciolo lungo più o meno come la lamina, formano una ampia rosetta. La forma della lamina è da lanceolata a ovata; la base della foglia è tronca o (più raramente) è ottusa o acuta (può essere anche cuoriforme); l'apice è ottuso o acuminato; ai margini sono presenti 1 - 2 denti profondamente incisi, posizionati alla base della foglia. La superficie delle foglie è colorata di verde o più o meno glaucescente o anche violacea, ed è ricoperta da abbondanti setole. Le foglie cauline, disposte in modo alterno, possono essere mancanti o al massimo sono 1 - 2 a forma lineare (lunghezza 1 cm). I peli semplici si trovano sui margini e nella pagina inferiore, sono molli e sparsi. Dimensione delle foglie basali: larghezza 2 – 4 cm; lunghezza 4 – 9 cm.
Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da grandi capolinipeduncolati. Il peduncolo è ricoperto da peli stellati e pochi peli semplici. I capolini sono formati da un involucro con forme da cilindriche a emisferiche composto da brattee (o squame) disposte su 2 serie (interne ed esterne) in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame dell'involucro hanno una forma acuta e sono prive di peli ghiandolari, sono presenti invece abbondanti peli semplici (o stellati) e irti. Il ricettacolo, nudo, cioè privo di pagliette a protezione della base dei fiori, è provvisto di fossette appena dentellate sul bordo. Diametro del capolino (all'antesi): 2 – 3 cm. Lunghezza dell'involucro: 9 – 11 mm.
Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo. I dentelli apicali sono privi di ciglia. Dimensioni delle ligule: larghezza 1,5 mm; lunghezza 15 mm.
Gineceo: lo stilo giallo (o più o meno scuro) è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. La superficie stigmatica è interna.[20]
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni scuri (3 - 3,5 mm) a forma colonnare-obconica sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie (liscia o appena rugosa) è provvista di 10 coste che nella parte apicale confluiscono in un orlo anulare. Il pappo è formato da setole semplici, color bianco sporco, disposte su due serie (quelle interne sono più lunghe e più rigide, quelle esterne sono fragili).
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne). Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono i pascoli subalpini, i pendii sassosi e rupestri; ma anche i ripari sotto roccia, i ruderi pietrosi e i margini erbacei dei boschi. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[22]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 200 fino a 2.300 ms.l.m. (massimo 2500 ms.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino oltre in parte a quello collinare.
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino la sottospecie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[22]
Formazione: comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Ordine: Seslerietalia variae
Alleanza: Seslerion variae
Areale italiano
Per l'areale completo italiano Hieracium bifidum appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]
Macrotipologia: vegetazione forestale e preforestale.
Descrizione. La suballeanza Calamagrostio variae-Abietenion è relativa alle foreste su suoli in prevalenza carbonatici. Le aree interessate sono quelle montane, submontane e subalpine delle Alpi e Prealpi. Le specie arboree maggiormente presenti in queste aree sono: Abies alba e/o Picea excelsa. Il sottobosco di queste comunità è molto ricco di specie arbustive (tra cui Lonicera alpigena e Sorbus aucuparia) ed erbacee (ad es. Calamagrostis varia e Anemone trifolia).[24]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[25], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[26] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[27]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][11][12]
Filogenesi
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[12][28]
Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[11][29], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana. Alcuni taxon collegati alle varie specie del genere sono sottospecie, altri sono considerati aggregati (o inclusi), e altri ancora sono considerati "intermediari" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione del materiale botanico in sezioni così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[14]
La specie di questa voce è descritta all'interno della XXI sezione Hieracium sect. Bifida i cui caratteri principali sono:[14]
le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode);
le foglie basali sono attenuate e più o meno brevemente picciolate;
le foglie sono fortemente ridotte (da 0 a 1), sono colorate di verde-glauco e sono spesso macchiate;
i peli ghiandolari sono più o meno assenti sui peduncoli dei capolini e sull'involucro;
i peli semplici sono sparsi, quelli stellati sono densi;
la fioritura è anticipata.
La specie H. bifidum è invece individuata dai seguenti ulteriori caratteri:[14]
nelle foglie i peli semplici si trovano sui margini e nella pagina inferiore, sono molli e sparsi.
L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. H. bifidum è caratterizzata dalla seguente pubescenza:[14]
Tipo peli
Caule
Foglie
Peduncoli dei capolini
Brattee involucrali
Peli semplici: lunghi 1 – 2 mm, molli, bianci e denticolati
Da assenti a densi
Densi sul picciolo, assenti sulla pagina superiore, sparsi sui margini e sulla pagina inferiore
Da assenti a densi, la base è nera e l'apice è bianco
Per questa specie sono riconosciute diverse sottospecie, alcune delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana. Differiscono per il tipo di pubescenza oppure per la forma della foglie (ad esempio sono vellutate su entrambe le facce come la subsp. psammogenes, oppure il contorno è strettamente lanceolato con dentatura poco profonda come la subsp. pseudodollineri).[7][13][33][34]
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 74.1.1.3 SUBALL. CALAMAGROSTIO VARIAE-ABIETENION (HORVAT 1962) EXNER & WILLNER 2007. URL consultato il 23 aprile 2019.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.