«Il mio ethos estetico risiede nel flusso cerebrale, nelle aurore boreali dello spirito. Si tratta di una materia neutra: tutto è nel tutto. Nel mio lavoro tutto è legato e possiede il suo nido in un ordine segreto: nelle inquiete e cangianti aurore boreali»
(Guðbergur Bergsson, Le inquiete e cangianti aurore boreali)
Nato in un piccolo villaggio di pescatori nel sud-est dell'Islanda, Bergsson si laureò in lingua spagnola, letteratura e storia dell'arte all'Università di Barcellona. Nella città catalana, a partire dal 1956, conobbe scrittori come Carlos Barral, Gabriel Ferrater, Jaime Gil de Biedma e Jaime Salinas Bonmatí. Pubblicò più di 20 romanzi, libri per bambini, racconti e raccolte di poesia, svolgendo nel frattempo i lavori più disparati: il bracciante, l'operaio in uno stabilimento per la lavorazione del pesce, l'aiuto cuoco, l'infermiere in un ospedale psichiatrico, il portiere di notte. Autore ironico e di grande sensibilità, a lui si devono le traduzioni in islandese e la conoscenza in Islanda dei principali scrittori spagnoli e latinoamericani, tra cui Cervantes, Borges, Gabriel García Márquez, Alejo Carpentier. Bergsson compose audio-poesie, organizzò mostre e sceneggiò cortometraggi, dimostrando una inesauribile curiosità per l'animo umano e la società contemporanea, a cui spesso rivolse dure critiche.