Gli ultimi fuochi (romanzo)
Gli ultimi fuochi (titolo originale The Last Tycoon) è un romanzo incompiuto dello scrittore americano Francis Scott Fitzgerald, pubblicato postumo con questo titolo dall'amico Edmund Wilson, influente critico letterario e scrittore. Considerato un romanzo a chiave, il suo personaggio principale è Monroe Stahl, modellato sul produttore Irving Thalberg. La storia racconta la sua ascesa al potere a Hollywood, le rivalità e i conflitti con Pat Brady, un personaggio ricalcato su Louis B. Mayer, capo degli studi MGM. Nel 1993, fu pubblicata una nuova edizione riveduta del testo col titolo The Love of the Last Tycoon, approntata da Matthew Bruccoli, uno studioso specialista delle opere di Fitzgerald; da qui la nuova traduzione italiana come L'amore dell'ultimo milionario. TramaCecilia Brady incontra il protagonista, Monroe Stahr, su un aereo diretto a Hollywood. Costui è diventato un grande personaggio nell'industria cinematografica partendo dal nulla ed era ormai considerato nel suo ambiente un mito, tanto che un ex-produttore fallito, Manny Schwartz, si uccide lasciando un biglietto[1] «Caro Monroe, siete il migliore di tutti, ho sempre ammirato il vostro modo di pensare per cui quando vi schierate contro di me so che è finita! Non debbo valere più niente e non continuerò il viaggio per sentirmi dire da voi ancora una volta state in guardia! Lo so. Il vostro amico Manny"» (e ciò avviene già nel primo capitolo) solamente perché ha perduto la sua amicizia. Il secondo capitolo è ambientato a Hollywood. Durante una scossa di terremoto che sconvolge i teatri di posa, Stahr incontra una donna sconosciuta che assomiglia in modo sorprendente alla moglie, l'attrice Minna Davis, morta cinque anni prima. Così infatti viene descritta[2] «Fu lui il primo ad essere certo di avere dinanzi la stessa persona: la parte superiore del viso era di Minna, luminoso, con tempie color panna, e la fronte opalescente... e i capelli dal colore fresco, ricciuti. Avrebbe potuto metterle un braccio sulle spalle e stingerla a sé con una familiarità quasi coniugale... conosceva già la curva del collo, la struttura stessa delle vertebre, gli angoli degli occhi, e il suo modo di respirare... e la trama dell'abito che indossava.»
Stahr, che si sta facendo costruire una casa sulla spiaggia di Malibù, conduce Kathleen a visitarla e quella sera, dopo un ultimo tentativo di negarsi la donna cede e, nell'unica stanza finita della casa, che è ancora senza il tetto, diventa la sua amante. L'episodio che si svolge in una notte di pioggia, tra l'odore della segatura e del legno bagnato mentre la luna illumina le travi che gocciolano, è tra i più belli mai scritti da Fitzgerald ed estremamente bella è la descrizione dei leuresthes[3] che vanno ad ammirare sulla spiaggia dopo aver fatto l'amore: «Era una splendida notte azzurra. L'alta marea stava per incominciare e i piccoli pesci d'argento dondolavano sulle onde, lontano dalla riva, aspettando le dieci e sedici minuti. pochi secondi dopo l'ora stabilita sciamarono verso la spiaggia con la marea, e Stahr e Kathleen passarono su di essi a piedi nudi mentre saltellavano viscidi sulla sabbia.» La felicità di Stahr non dura però a lungo perché Katheleen è promessa ad un altro uomo e pochi giorni dopo lo avvertirà con un telegramma dove dice di essersi sposata. Stahr, deluso e amareggiato, si butta nel lavoro di tutti i giorni con maggiore accanimento perché esso rappresenta per lui l'unico modo per non pensare, così come l'alcool serviva allo stesso scopo per Dick Diver. L'ultimo episodio di questo sesto capitolo, che è anche l'ultimo concluso, vede Stahr ubriaco che si incontra con un sindacalista comunista e su di lui sfoga tutta la sua disperazione e, dopo averlo insultato e minacciato viene da costui messo a terra da un pugno. Il resto della storia venne ricavato da Wilson in base agli appunti, agli schemi, alle note che Fitzgerald aveva lasciato. Il seguito doveva vedere l'avversario di Stahr, Pat Brady, che lo ricattava mentre gli imprenditori, solo desiderosi di denaro, lo osteggiavano così come i sindacati si opponevano alla sua potenza. Struttura del libroIl libro è composto da un lungo frammento formato da cinque capitoli e circa una metà del sesto e denota una matura e vivace capacità narrativa tanto da far pensare che se lo scrittore non fosse così precocemente morto, questo sarebbe stato probabilmente il suo capolavoro. Ai margini di ogni episodio, lo scrittore aveva annotato diversi commenti e le modifiche che aveva intenzione di fare dichiarando che desiderava scrivere un romanzo costruito con cura. Edmund Wilson nella Premessa[4] scrive: "Gli ultimi fuochi è di gran lunga la migliore opera narrativa che sia mai stata scritta su Hollywood, e la sola che ci conduca dietro le quinte. È stato possibile integrare questa stesura incompiuta con un riassunto del seguito della vicenda, quale Fitzgerald intendeva svilupparla, e con parte degli appunti dell'Autore, appunti che si riferiscono, spesso in modo brillante, ai personaggi e agli episodi". Fitzgerald utilizza, per raccontare la vicenda di The Last Tycoon, un narratore interno come aveva fatto per il romanzo Il grande Gatsby e in questo caso si tratta di una donna, Cecilia Brady, la figlia del produttore socio. StileLa prosa, che ora si basa più sul verbo che sugli aggettivi, è rapida e concisa e il linguaggio è semplificato mentre la realtà viene ridotta ai termini essenziali. L'andamento è quello di una sceneggiatura cinematografica e la tecnica narrativa consiste nel montaggio di veloci flash che danno potenza drammatica ai fatti avvenuti mentre tra una vicenda e l'altra l'autore non inserisce commenti e non crea legami ma solo veloci dissolvenze. Gli spunti elegiaci che avevano caratterizzato Il grande Gatsby non sono presenti in quest'ultimo romanzo. Il mondo, così complesso e affascinante, è sospeso sul nulla e la nostalgia di Fitzgerald per il mondo perduto non viene posto in primo piano ma rimane sullo sfondo dando risalto al presente.[5] «Con quel poco che rimaneva dell'estate, tutti tentavano con avidità di vivere nel presente... o, se un presente non esisteva, di inventarlo» Adattamenti
Edizioni italianecondotte sull'edizione 'Penguin Classics' del 1941
condotte sull'edizione del 1993
Note
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