AggettivoL'aggettivo è una parte del discorso.[1] Serve a modificare semanticamente un'altra parte del discorso (perlopiù un sostantivo), con cui si rapporta sintatticamente e, nella maggior parte dei casi, ha una concordanza.[2] Caratteristiche generaliNelle lingue flessive, quasi tutti gli aggettivi sono parole variabili: sono cioè dotate di flessione nel genere e nel numero (esempi in lingua italiana: alto, alta, alti, alte) o solo nel numero (esempi in lingua italiana: grande, grandi)[2] e talvolta anche nel caso (se la lingua ha la flessione dei casi) del nome corrispondente. Anticamente, gli aggettivi e i sostantivi (o nomi) venivano classificati insieme: si riteneva infatti che i "nomi sostantivi" rinviassero ad una sostanza, un ente animato o inanimato, e che i "nomi aggettivi" si aggiungessero al primo ("aggiungere" in latino è adĭcere, da cui adiectīvum, "aggiuntivo") per determinarlo in qualche modo. L'affinità tra sostantivi e aggettivi risulta evidente anche considerando che i primi possono essere usati come aggettivi, mentre i secondi possono sostantivarsi.[2] L'aggettivo, in rapporto al nome, può avere due funzioni:
ClassificazioneGli aggettivi vengono tradizionalmente divisi in due classi:[2]
Gli aggettivi qualificativi esprimono una specifica qualità del nome cui corrispondono: aspetto, colore, forma, grandezza, ma anche qualità morali o intellettuali.[4] I determinativi rinviano piuttosto a nozioni quali quelle di appartenenza o di quantità (definita o meno)[5] o, ancora, hanno funzione deittica. I qualificativi sono una lista "aperta", cioè indefinitamente dilatabile, secondo il principio della produttività delle lingue, mentre i determinativi sono una lista "chiusa".[5] L'inserimento tra gli "aggettivi" di alcune di queste categorie è per molti versi convenzionale, in quanto numerali, indefiniti e interrogativi hanno diverse caratteristiche proprie che, in linguistica generale, ne fanno delle categorie distinte dall'aggettivo. Per esempio, in italiano tendono a porsi sempre prima del nome (come i determinanti). Se preceduto da un articolo determinativo l'aggettivo diventa sostantivo (definito aggettivo sostantivato), ad esempio: l'inconscio, il bello. Nel tempo, gli studiosi hanno finito per distinguere dai qualificativi una categoria di aggettivi denominali detti aggettivi relazionali. Piuttosto che qualificare il nome (come i qualificativi), gli aggettivi relazionali indicano una relazione tra il nome che determinano (N1) e un altro nome da cui sono derivati e che traspongono (N2). Ad esempio: dal sintagma nominale serata di musica deriva serata musicale. Gli aggettivi relazionali hanno varie proprietà che li distinguono dai qualificativi: in particolare, mentre i qualificativi caratterizzano i nomi secondo una prospettiva soggettiva (giudico una ragazza solare), i relazionali individuano un rapporto tra N1 e N2 di natura estrinseca e oggettiva (calore solare).[6][7][8] AttributoL'attributo è un elemento aggettivale del discorso (un aggettivo o un participio usato come aggettivo) che determina un sostantivo, da cui dipende sintatticamente.[9] Posizione dell'aggettivoLa posizione dell'aggettivo caratterizza le diverse lingue:[10] In latino, esso precede il nome cui è collegato se è un suo epiteto:
Lo segue, invece, se opera in funzione di attributo:[Cioè? Dalla voce "Attributo", esso può avere sia valore descrittivo che dichiarativo]
In inglese, sloveno e in tedesco, l'aggettivo precede il nome cui è collegato:
In francese, tende a collocarsi dopo il nome che determina, il quale funziona così da testa del sintagma:
L'aggettivo nella grammatica italianaNella grammatica italiana, l'aggettivo qualificativo, come indica il nome, specifica la qualità di un nome, un pronome o un intero sintagma. Costituisce il nucleo del sintagma aggettivale.
Per quanto riguarda le forme al plurale, l'aggettivo segue le regole del plurale dei sostantivi nella lingua italiana, anche se con minore varietà di forme. Note
Bibliografia
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