Nel 1844, per la sua attività cospirativa, continuata anche dopo il fallimento dei moti, fu arrestato e, nel 1845, condannato all'ergastolo[1] ma, poco dopo, riottenne la libertà per l'amnistia concessa per i reati politici il 16 luglio del 1846 dal nuovo pontefice Pio IX.[1] Ebbe l'incarico di ministro di Polizia (oggi ministro dell'Interno) del governo pontificio nelle tumultuose giornate di novembre 1848, che portarono alla partenza del pontefice per Gaeta.[1] Galletti mantenne l'incarico nel governo di Carlo Emanuele Muzzarelli (formatosi il 20 novembre).[1]
Nel 1849 fu Presidente dell'Assemblea costituente[1] che, inaugurata il 5 febbraio, il 9 dello stesso mese approvò il Decreto fondamentale che istituiva la Repubblica Romana.[4][5]
Vicepresidente dell'Assemblea era quell'Aurelio Saffi che poi sarebbe diventato triumviro della Repubblica.
Stroncata la Repubblica dall'intervento delle truppe francesi del generale Oudinot, Galletti si rifugiò nel Regno di Sardegna.
Massone, probabilmente iniziato negli anni trenta-quaranta nella LoggiaConcordia di Bologna, nei primi anni sessanta fu membro della Loggia Galvani, pure di Bologna.[6]
Morì nel 1873, a settantaquattro anni, nella città natale.
Note
^abcdefghiTreccani.it L'Enciclopedia Italiana, come da Collegamenti esterni.
^Questo è il nome corretto del nuovo stato, in luogo di "Province Italiane" a volte utilizzato. Così nella Costituzione delle Provincie Unite Italiane, su Comune di Parma - Archivio storico. URL consultato il 17 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2014). Il testo costituzionale è consultabile anche in Costituzione delle Provincie Unite Italiane (1831), su Università di Torino. Dipartimento di Scienze Giuridiche. Archivio delle Costituzioni Storiche (archiviato il 28 ottobre 2007).
^L'effimero stato, proclamato il 5 febbraio 1831, ebbe termine il 26 aprile dello stesso anno a seguito dell'intervento delle truppe austriache.