Giovanna d'Aragona, (1502 - 1575) era figlia di Ferdinando d'Aragona, duca di Montalto (a sua volta figlio illegittimo di Ferdinando I di Napoli e di Diana Guardato) e di Castellana Folch de Cardona. Era rinomata per la sua avvenenza[1]: il filosofo Agostino Nifo la additò come modello di bellezza nel De pulchro & de amore[2], mentre il poligrafoGirolamo Ruscelli pubblicò una raccolta di trecento poesie scritte in suo onore[3]; è stata inoltre ritratta in una tela attribuita alla scuola di Raffaello Sanzio, custodita al Louvre.
Nel 1521 venne data in sposa, per volere di Carlo V, ad Ascanio Colonna secondo duca di Paliano e conte di Tagliacozzo (1495-1555), irriducibile avversario di papa Clemente VII. Dal matrimonio nacque, fra gli altri, Marcantonio Colonna, il futuro vincitore della battaglia di Lepanto. Il matrimonio non fu molto felice. Giovanna aveva seguito il marito a Marino, ma fu trascurata dal coniuge; pertanto, nel 1538, con il consenso dell'imperatore, lo abbandonò ritirandosi dapprima nell'isola di Ischia. A Ischia fece parte del circolo che comprendeva anche Vittoria Colonna, sua cognata. Ebbe inoltre rapporti col circolo del riformatore spagnolo Juan de Valdés a Napoli[4]. Ascanio Colonna chiese ai gesuiti che persuadessero la moglie a tornare da lui: Sant'Ignazio di Loyola inviò a Napoli per questo scopo il P. Bobadilla nel 1539 e il padre Araoz nel 1542, e infine si recò lui stesso da Giovanna nel 1552, ma senza successo[4].
Ritornata a Roma nel 1554, nel 1555 venne relegata assieme alle figlie a palazzo Colonna da papa Paolo IV il quale aveva il proposito di far sposare qualcuna delle figlie di Giovanna con propri nipoti. Il 31 dicembre 1555 Giovanna riuscì a fuggire clamorosamente da Roma con tutti i familiari rifugiandosi a Tagliacozzo. Il fatto suscitò scalpore; numerosi letterati, fra cui il Betussi, dedicarono componimenti di lode a Giovanna[5]. Nel frattempo, essendo rimasta vedova il 24 marzo 1557, si dedicò ad appoggiare il figlio Marcantonio, favorendo fra l'altro il matrimonio di Fabrizio, figlio di Marcantonio, con Anna Borromeo, sorella di San Carlo e nipote dell'ex papa Pio IV. Dopo la morte, il suo corpo venne sepolto a Paliano.
13. Castellana de Requesens i de Soler, baronessa de Liñola
26. Galceran de Requesens i de Santacoloma, I barone di Molins de Rey
27. Isabel Joan de Soler
3. Catalina Castellana de Cardona i de Requesens
14. Galceran de Requesens i Joan de Soler, conte di Palamós
28. Galceran de Requesens i de Santacoloma, I barone di Molins de Rey (= 26)
29. Isabel Joan de Soler (= 27)
7. Isabel de Requesens i Enríquez, contessa di Palamós
15. Beatriz Enriquez de Velasco
30. Alonso Enriquez de Guzmán, II conte di Alba de Liste
31. Juana Perez de Velasco
Note
^Georges Duby, L'amore e la sessualita , nuova ed. ampliata, Trad. di Valeria Bajo, Corrado Petrocelli e Raffaele Licinio, Bari: Dedalo, 1994, ISBN 88-220-0537-6, p. 414
^Augustini Niphi medicis Libri duo, De pulchro primus. De amore, secundus, Lugduni : apud Godefridum, & Marcellum Beringos, fratres, 1549
^Girolamo Ruscelli, Del tempio alla diuina signora donna Giouanna d'Aragona, fabricato da tutti i più gentili spiriti et in tutte le lingue principali del mondo, in Venetia : per Plinio Pietrasanta, 1554
^abPietro Tacchi Venturi, La vita religiosa in Italia durante la prima età della Compagnia di Gesù, descritta dal p. Pietro Tacchi Venturi con appendice di documenti inediti, Roma: Tip. E. Voghera, 1910, Vol. I, 453 e segg.
^Giuseppe Betussi, Le imagini del tempio della signora Donna Giouanna Aragona, dialogo di M. Giuseppe Betussi. Alla illustriss. s. Donna Vittoria Colonna di Tolledo, in Fiorenza: appresso M. Lorenzo Torrentino, 1556.
^G.-B. Cavalcaselle e J.-A. Crowe, Raffaello: la sua vita e le sue opere, Firenze: Successori Le Monnier, 1884
^Adolfo Venturi, Raffaello; a cura del Comitato Nazionale per le onoranze a Raffaello nel quarto centenario dalla morte, Urbino anno 1920 (Roma: E. Calzone, 1920)