Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
La Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo è un ospedale di Pavia classificato come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, ente a rilevanza nazionale dotato di autonomia e personalità giuridica che, secondo standards di eccellenza, persegue finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell'organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità.[1] Il Policlinico San Matteo si caratterizza per la propria realtà polispecialistica e per la forte vocazione all’integrazione di assistenza, didattica e di ricerca; l’importante produzione scientifica ha portato nel 2016 alla pubblicazione di 712 articoli su riviste scientifiche internazionali, con Impact Factor pari a 3586 punti. Le sperimentazioni cliniche sono 455.[2] Provvede al ricovero ed alla cura di pazienti affetti da patologie acute e croniche e a soddisfare i bisogni della popolazione, mediante l’erogazione di prestazioni e servizi di diagnosi, cura e riabilitazione, in relazione alle risorse assegnate ed alla dotazione tecnologica disponibile, integrate con le attività di ricerca biomedica e clinica.[3] Nel gennaio 2020, a distanza di quasi cinquant'anni dalla Convenzione del 1972, seguita dall'Accordo 2003, l'Università di Pavia e la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo hanno sottoscritto una nuova Convenzione per lo svolgimento di attività assistenziali, didattiche e di ricerca, a beneficio dei pazienti e dei corsi di studio dell'area medico-sanitaria.[4] StoriaLa fondazione dell'hospitale magnum Sancti Mathei sive de la Pietate ad opera dei soci della omonima confraternita laicale, é un caposaldo nella storia dell'assistenza ed è un atto di superamento del sistema ospedaliero medievale. L'ospedale ‘grande’ di San Matteo o della Pietà viene realizzato su sollecitazione di Domenico da Catalogna, frate domenicano e con l'appoggio dell'autorità laica ed ecclesiastica, da una confraternita laicale costituitasi nel 1448 che vedeva, al fianco dei membri di famiglie nobili, la presenza massiccia della ricca borghesia intenzionata a farsi carico del problema dell'assistenza in sintonia con il movimento di laicizzazione affermatosi a partire dal secolo XIV. L'ospedale fu intitolato a San Matteo perché sorse dove era situato il monastero benedettino di San Matteo soppresso da papa Nicolò V nel 1449. Era anche detto ospedale della Pietà per sottolineare che la pietas, cioè l'amore verso il prossimo, doveva essere il principio guida della attività svolta lì.[5] Il nuovo ospedale fu costruito tra il 1914 e il 1932. Didattica e Pubblicazioni scientificheIn collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia, il Policlinico San Matteo promuove attivamente la didattica e la formazione e l'addestramento di medici, odontoiatri ed operatori sanitari, con particolare attenzione alle discipline e aree di ricerca di specifico interesse: dai trapianti alle malattie cardiologiche, da quelle pneumologiche alle ematologiche e infettive. Lavora, inoltre, sulle patologie genetiche ad alta complessità biomedica e anche sulle procedure di ecografia e radiologia interventistica di alto profilo. Per assicurare l'integrazione tra attività assistenziale - didattica - ricerca, i protocolli d'intesa sottoscritti specificano le modalità atte ad assicurare la "programmazione concordata" delle attività dell'azienda ospedaliero-universitaria e della Facoltà di medicina e chirurgia, nel rispetto delle distinte autonomie istituzionali.[6] Relativamente al carattere scientifico della Fondazione San Matteo, dal 1982 si occupa, secondo standard di eccellenza, di ricerca biomedica distinguendosi per una spiccata integrazione tra ricerca e didattica nei reparti e nei laboratori. Nel 2017 il San Matteo ha prodotto 675 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. Nell’attuare i programmi di ricerca sperimentale e clinica il San Matteo ha instaurato una fitta rete di collaborazione con numerosi e prestigiosi Istituti di Ricerca internazionali. Attualmente il San Matteo ha in corso varie collaborazioni scientifiche internazionali.[7] Gli IRCCS sono sottoposti alla vigilanza del Ministero della Salute che garantisce che la ricerca da essi svolta sia finalizzata all'interesse pubblico e di supporto tecnico ed operativo agli altri organi del SSN per l'esercizio delle funzioni assistenziali al fine del perseguimento degli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale in materia di ricerca sanitaria e per la formazione del personale.[8] Collaborazioni scientificheIl Policlinico San Matteo dedica diverse risorse alle collaborazioni scientifiche internazionali. Ne risultano attive diverse[9]:
Linea guida delle ricercheIl San Matteo ha 240 progetti avviati dei quali 73 nell'area di trapiantologia come per esempio malattie invalidanti di cuore e polmone, trapianti di organi addominali, quelli di midollo osseo e staminali oltre al trapianto riparativo di cellule e tessuti. Sono invece 150 le ricerche nelle malattie d'internistica ad alta complessità biomedica e tecnologica come per esempio le patologie croniche su base immunitaria, gli organi artificiali e l'interventistica mini invasiva o robotizzata.[11] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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