A partire da questa edizione è diventato parte integrante del festival il Forum internazionale del giovane cinema (Internationalen Forum des jungen Films), sezione parallela al concorso dedicata a film sperimentali e documentari provenienti da tutto il mondo, con particolare attenzione alle opere dei giovani registi.[1]
Le retrospettive di questa edizione sono state dedicate all'attore comico Eddie Cantor e al regista e coreografo Busby Berkeley, al quale è stato assegnato un premio speciale dalla Union de la Critique de Cinéma.[3]
Storia
«Il 20º Festival internazionale del cinema di Berlino del 1970 non ha avuto luogo. L'anniversario si è rivelato essere un grande nulla. Forse è la nostra grande opportunità, mi chiedo in che modo riusciremo a sprecarla.»
(Alf Brustellin, Süddeutsche Zeitung, 7 luglio 1970[4])
Il Forum internazionale del giovane cinema si svolse dal 27 giugno al 4 luglio e i film furono proiettati nei cinema Arsenal e Atelier am Zoo, oltre che nelle strutture dell'associazione Freunden der Deutschen Kinemathek.[5] Lo staff responsabile del programma includeva, tra gli altri, l'attore e regista Manfred Salzgeber (futuro direttore della sezione Panorama e cofondatore del Teddy Award) e gli storici del cinema Ulrich Gregor e Gero Gandert. Come stabilito dall'articolo 2 del regolamento, l'obiettivo del Forum era quello di «informare sullo sviluppo avanguardistico e progressivo dei film in tutti i Paesi e sostenerlo», oltre a garantire «un'appropriata accoglienza dei film attraverso discussioni e materiale informativo». Inoltre, l'articolo 8 riportava esplicitamente che il Forum riteneva discutibile «la creazione di una gerarchia di qualità o di merito per i singoli film che, con le loro diverse intenzioni e forme, non sono comparabili». Non ci fu quindi una vera e propria competizione e ogni film ricevette un "Certificato di partecipazione", oltre ad eventuali riconoscimenti da parte delle giurie indipendenti.[6]
Eppure, l'attenzione di pubblico e addetti ai lavori si concentrò principalmente sul Forum internazionale del giovane cinema, divenuto ufficialmente parte integrante del festival grazie anche al coinvolgimento di Ulrich Gregor, Manfred Salzgeber e dell'associazione Freunden der Deutschen Kinemathek.[4] «I film importanti sono migrati nel festival collaterale», scrisse Friedrich Luft l'8 luglio su Die Welt, «i cosiddetti "film attuali" non turberanno più la manifestazione principale. Alle grandi sale del concorso ufficiale non è rimasto che srotolare un mucchio di film commerciali, è stata una festa intima».[4] Il direttore Alfred Bauer, che aveva sempre visto il Forum come un evento concorrente, riuscì con difficoltà ad abituarsi all'idea di un festival in due parti. Come affermò alquanto contrariato alla fine della manifestazione, nel 1971 erano state rappresentate «tutte le tendenze del cinema... l'arte, il commercio, l'ideologia, il documentario e l'agitazione».[1]
«La proiezione di Ricostruzione di un delitto era finita, le luci nel piccolo cinema si erano riaccese... Era il 1971, il primo anno del Forum. Mi ero industriato per contrabbandare una copia del film nel mio bagaglio dalla Grecia dei colonnelli. Era il mio primo film, ero preoccupato, a disagio, pieno di dubbi. E improvvisamente ho trovato amici e complici a Berlino. Da allora sono tornato a Berlino diverse volte con i miei film. Nonostante il tempo trascorso, nonostante i cambiamenti nel Forum, credo che sia uno degli eventi più aperti in Europa per tutti coloro che sono giovani, audaci e anticonformisti».[8]
Due dei film più discussi furono W.R. - Misterije organizma di Dušan Makavejev, sulle tesi dello psicoanalista marxista Wilhelm Reich, e Non è l'omosessuale ad essere perverso, ma la situazione in cui vive di Rosa von Praunheim, che oltre a rappresentare il coming out del regista tedesco spinse altri a proclamare la propria omosessualità e dette origine ad un acceso dibattito.[9] «Gli elementi satirici e il gioco ironico dell'amore romantico-borghese tra uomini sono stati giudicati inappropriati per questo tema», scrisse Wilhelm Roth sul Frankfurter Neue Presse l'8 luglio 1971, «ma in realtà questo stile di messa in scena è stato un'espressione esatta della tesi di Praunheim, secondo cui gli omosessuali imitano la vita "normale" della classe media invece di emanciparsi e organizzarsi, anziché diventare politicamente attivi».[10]
Una volta terminato il festival, la sensazione generale era che il Forum dovesse essere continuato. Il 4 ottobre 1971, il senatore Stein mise ai voti se l'edizione del 1972 avesse dovuto mantenere la struttura attuale durante la riunione del consiglio di curatori della Berliner Festspiele GmbH, ente privato al quale la Berlinale era stata trasferita nel 1967. Nessuno dei presenti ebbe da obiettare.[11]
Giuria internazionale
Bjørn Rasmussen, scrittore e critico cinematografico (Danimarca) - Presidente di giuria[12]
Ida Ehre, attrice e direttrice del teatro Hamburger Kammerspiele (Germania Ovest)