Fassinoro sorge a 782 m s.l.m. nel territorio montuoso del comune di Longone Sabino tra il fiume Turano e il fiume Salto.
Il suo territorio è limitato a nord-ovest dal territorio del comune di Rieti, che incorpora il borgo di Sala, a nord dal Fosso di San Biagio che lo separa da Cenciara, frazione del comune di Concerviano, ad est dalla strada per Cenciara e dalla SP30 che lo separano dal territorio di Roccaranieri, altra frazione del comune di Longone Sabino, a sud dal Fosso di Rio Secco[2] che lo separa a sud-est da San Silvestro, frazione del comune di Longone Sabino e a sud-ovest da Magnalardo, frazione del comune di Roccasinibalda e, infine, ad ovest dal fiume Turano che lo separa dal comune di Roccasinibalda.
Da Fassinoro, tramite SP30 di Sala, si possono facilmente raggiungere Rieti, distante in direzione nord 13 km e Longone Sabino, distante in direzione sud 10 km. La sede del comune di Longone Sabino, invece - in località Osteria Mattioni - dista da Fassinoro 3 km.
La chiesa di San Leonardo a Fassinoro.
Storia
Alcune evidenze archeologiche nel territorio di Fassinoro - lungo la SP30 in direzione di Rieti - lasciano presumere che un abitato nel territorio di Fassinoro fosse già presente in epoca romana e che poi, al pari di altri centri della zona montuosa a cavallo tra i fiumi Salto e Turano, un piccolo nucleo di abitazioni - sorte intorno ad una chiesa isolata - sia andato incontro al fenomeno dell'incastellamento all'epoca delle scorrerie dei saraceni in quell'area nel X secolo o forse già nel V secolo all'epoca dell'invasione dei Visigoti in Italia.
Le prime menzioni circa il castello di Porcigliano nelle fonti medioevali datano a partire dal XII secolo[3][4] quando il paese faceva parte dei castelli dell'abbazia di San Salvatore Maggiore tra i quali era noto come Porcilianumo Porcigliano[5].
A Fassinoro è presente un bar, punto di ritrovo della popolazione locale ed un eliporto.
Aree Naturali
Tra le attrazioni naturali, oltre agli abbondanti boschi ed all'aria particolarmente salubre, è presente il "Fosso di Rio Secco" valida meta per la pratica del canyoning[7].
^Il Fosso di Rio Secco è un affluente di destra del Turano.
^La prima menzione di Porcigliano è in un documento del 1185, conservato all'Archivio Capitolare di Rieti. Si tratta di un contratto di enfiteusi tra l'abate di San Salvatore Maggiore Gentile e Teodino, figlio di Rinaldo ed un altro Rinaldo, figlio di Sinibaldo, fratello di Rinaldo (pertanto cugino di Teodino) per la terra conosciuta con il nome “Plaie” un tempo amministrata da un certo Uguicio di San Martino avente i seguenti confini: ”Dal primo lato il fiume Salto, dal secondo lato il territorio della Chiesa o ciò che tenete in Porcigliano concessovi dalla chiesa, dal terzo lato il fiume Turano e dal quarto la torre [ndr. forse, meglio, la terra] che fin dai tempi antichi fu “in Pectorina”, discende fino al fiume Velino e tende verso il Salto”.
^Il toponimo Porciliano figura nel Documento Parigino (folio 25v, nell'angolo in basso a destra), un documento del 1252 che ci è pervenuto non nell’originale, ma in copia, eseguita in epoca posteriore e oggi conservato a Parigi nella Biblioteca nazionale di Francia al Département des manuscrits come Latin 1556 (B.N.Lat.1556).
«All'interno del Comune di Longone esisteva in quei tempi una sola famiglia baronale: i Napoleoni la quale possedeva, oltre l'intero paesino e territorio di Porcigliano, anche il palazzo longonese del Cardinale Antonelli. Fu proprio un rampollo di questa famiglia, Marco Napoleoni, Presidente del Consiglio Comunale e successivamente due volte Sindaco per nomina regia dal 1889 al 1894, ad ottenere da Umberto I, con deliberazione propositiva del Consiglio Comunale n. 212 del 17 dicembre 1888, il decreto reale n. 6256 col quale il 7 luglio 1889 "Porcigliano" si ingentilisce assumendo il nuovo nome di "Fassinoro".
Alla seduta del Consiglio Comunale del 17 dicembre 1888 erano presenti: Napoleoni Marco, Presidente - Vagli Nicola fu Giovanni, consigliere anziano - Altobelli Giuseppe fu Paolo - Picarelli Domenico - Longhi Giuseppe - Magni Domenico - Camilli Francesco - Tofani Cosimo fu Vincenzo - Mattioni Giuseppe. Erano assenti: Rossi Giovanni - Civica Giuseppe - De Rossi Giuseppe, Savastani Ferdinando e Marchetti Antonio.»