Fabio Nannarelli, nato a Roma il 25 ottobre 1825 e morto a Corneto (oggi Tarquinia), il 29 maggio 1894 fu poeta, traduttore e professore d'italiano. Nel 1849 combatté al Gianicolo, in difesa della Repubblica romana. Fu precettore in casa dei principi Ruspoli. Nel 1856 entrò in contatto con il gruppo dei poeti della Scuola romana che frequentavano le sessioni settimanali dell'Accademia Tiberina e di sera si ritrovavano ai tavolini del caffè Nuovo, a piazza San Lorenzo in Lucina (Palazzo Ruspoli), a discutere di lingua e di letteratura italiana, di poesia latina e greca.
Nel 1860 si trasferì a Milano, dove insegnò italiano all'Accademia di Brera, grazie all'interessamento di Terenzio Mamiani. A Milano ricoprì poi la cattedra di Letteratura italiana ed Estetica nell'Accademia Scientifico-letteraria. Nel 1871 tornò a Roma dove fu nominato professore di Letteratura italiana alla Sapienza. Poeta classicheggiante, si distinse anche per i saggi danteschi e per le traduzioni dal tedesco. Fu amico intimo del giovane duca Giovanni Torlonia (1831-1858). Trascorreva l'estate ad Arlena di Castro, dove la famiglia della moglie possedeva alcune proprietà terriere. La sua tomba è nel Cimitero di Tarquinia, nella cappella dei Falzacappa.
Una sua poesia
A una “Primula veris”
O primoletta, ch'a lo stel natio Tolse per me gentile amica mano, Ben veggo, tu languisci nel desio D'un bene omai per sempre a te lontano: E chi ti colse, ed io che t'amo, anch'io, Ci struggiam di desire e forse invano! Tu più non speri e già morte ti preme!... Noi vivrem, finché in noi vive la speme!