Il Casato dei Ruspoli è una nobile e antica famiglia italiana. Le origini della famiglia Ruspoli rimontano alla Firenze del XIII secolo e, attraverso la discendenza diretta dai Marescotti di Bologna, a Mario Scoto nell'800 d.C.
Trasferitasi a Roma nel XVII secolo l'ultima discendente della famiglia, Vittoria Ruspoli dei Marchesi di Cerveteri sposò Sforza Vicino Marescotti IV Conte di Vignanello, discendente dei Farnese da parte sia di madre che di padre. Un figlio di Vittoria prenderà il cognome e l'arma dei Ruspoli per garantire la continuità del casato.
Nel 1708 il nipote di Vittoria, Francesco Ruspoli, a capo del Reggimento Ruspoli, combatté per la difesa dello Stato Pontificio. Nel 1709 costrinse gli austriaci ad una ritirata e papa Clemente XI, in riconoscenza, erigeva a Principato il Marchesato di Cerveteri, nominando Francesco I Principe di Cerveteri.
I Ruspoli vissero da allora fra Vignanello, Cerveteri e il Palazzo Ruspoli a Roma.
Qui di seguito, in ordine cronologico, sono riportati alcuni membri della famiglia:[1]
Lorenzo Ruspoli – nobile Fiorentino vivente inizio Duecento
Neri Ruspoli – Capoparte ghibellino – nel 1266 i guelfi gli incendiarono la casa a Firenze
Ser Bonaccorso Ruspoli - Notaio in Firenze e Ghino Ruspoli - vivente 1304
Roberto Ruspoli - vivente metà Trecento
Giovanni Ruspoli – nato nel 1363 – Gonfaloniere e Priore nel 1391 - fa costruire la cappella gentilizia ad Ognissanti
Roberto Ruspoli e Zanobi Ruspoli – vivente 1391
Lorenzo Ruspoli – nato nel 1384 – Pretore del castello di Begonia (1432) - Pretore del castello di Piccioli (1460) – È tra i 16 vessilliferi di Firenze
Bartolomeo Ruspoli e Giovanni Ruspoli – nato il 25 aprile 1420 – Sepolto in Ognissanti - Sposa 1) Maddalena Buti 2) Bartolomea Paffi
Lorenzo Ruspoli – nato nel 1460 – compartecipe di Amerigo Vespucci – Sposa Alessandra da Magguale
È a partire da Bartolomeo, figlio del suddetto Lorenzo, che la famiglia si allontana dalla cerchia dei ghibellini per avvicinarsi allo Stato Pontificio.
Bartolomeo Ruspoli nasce a Firenze nel 1496. Si associa professionalmente alla famiglia Altoviti, influenti lanieri e banchieri. Nel 1529 parte per Roma dove contrae matrimonio con Maria Ardinghelli nipote del cardinale Niccolò Ardinghelli, un influente membro della cerchia dei Farnese e intimo associato di Alessandro Farnese futuro papa Paolo III. I Ruspoli si inserirono così nella Curia Romana ed i figli e le figlie di Bartolomeo contrassero tutti matrimoni con le famiglie nobili Romane: Muti, Cavaglieri, e Floridi.[2]
Nel 1531 Bartolomeo Ruspoli fu nominato Sollecitatore delle lettere apostoliche da papa Clemente VII. Nel 1535 divenne Priore di Firenze.
Secondo la leggenda le origini dei Marescotti risalgono a Mario Scoto (Marius Scotus, o "Mario lo Scoto"), nato a Galloway, nel sud-ovest della Scozia, nell'VIII secolo.[3][4] Nell'anno 773 re Carlo Magno iniziò una campagna militare contro i Longobardi in Italia, perché rei di non aver rispettato il patto, imposto loro da Pipino il Breve, di cedere parte del loro territorio agli Stati della chiesa.
Mariscotto, il capostipite bolognese
Il primo appartenente alla famiglia di cui si hanno notizie certe è un Mariscotto che fu console del comune di Bologna e capitano generale nel 1179. Un Raniero Marescotti venne nominato cardinale da papa Lucio II il 18 dicembre 1144 e fu titolare della diaconia dei Santi Sergio e Bacco.[5]
Pietro de' Calvi Marescotti fu podestà di Faenza nel 1185. Il nipote Guglielmo fu podestà di Siena nel 1232, suo figlio Corrado fu Cancelliere dell'imperatore Federico II nel 1249. Alberto Marescotti figlio di Ugolino fu console di Bologna, capitano generale di fanteria di Bologna prese Faenza nel 1281 ed espugnò Imola nel 1290.
Il ramo senese
I Marescotti di Siena, famiglia ghibellina, secondo alcune fonti formatasi con un Guglielmo che fu podestà di Siena nel 1232, portarono come arma la stessa del ramo principale bolognese.[6] Tuttavia, sono documentati a Siena già dal XII secolo; feudatari di Maremma, forse di origine germanica, sarebbero arrivati a Siena da Montepescali.[7] Nel 1147 risulta che un Mariscotto donò al Comune di Siena i suoi possedimenti di Montepescali, mentre il figlio Prete fu console di Siena nel 1194.[8]
I Marescotti appartennero ai Grandi di Siena e al Monte dei Gentiluomini. Il loro castellare si trovava in via di Città, dove oggi sorge uno dei palazzi più belli di Siena, palazzo Chigi-Saracini. Furono signori di Montalbano, dal nome del feudo di Montalbano in Val di Cecina, tra Castelnuovo di Val di Cecina e Radicondoli. Dai Marescotti senesi derivò anche un ramo di Volterra. Con il matrimonio nel 1572 tra Alamanno Marescotti e Onesta Tolomei derivarono i Marescotti Tolomei. Membro illustre di questa famiglia fu il letterato Lodovico Marescotti, nato a Siena nel 1414 e morto dopo il 1474. Dallo stemma dei Marescotti è originato quello della Nobile Contrada dell'Aquila.
Qui di seguito, in ordine cronologico, alcuni membri della famiglia:[9]
Alberto il Malvicino de Calveiso de' Calvi conte di Bagnacavallo. Alberto conte di Bagnacavallo. Ermes, Massimiliano e Oddo Marescotti (Mariscotti) furono consoli di Orvieto rispettivamente nel 1035, 1091 e 1099. Carbone - Nel 1120 eresse una torre a Bologna. Marescotto - console di Imola nel 1140.
Marescotto - Console di Bologna e Capitano generale di Bologna nella guerra contro Imola nel 1179. Pietro de' Calvi Marescotti - Podestà di Faenza nel 1185. Marescotto Console di Bologna 1227 Guglielmo - Podestà di Siena nel 1232, su figlio Corrado fu Cancelliere dell'imperatore Federico II nel 1249. Alberto Marescotti figlio di Ugolino fu Console di Bologna, Capitano generale di fanteria di Bologna prende Faenza nel 1281 ed espugna Imola nel 1290.
I Ruspoli nel XVI secolo
Il comandante navale Fabrizio Ruspoli figlio di Bartolomeo Ruspoli e Maria Ardinghelli si distinse nella battaglia di Lepanto.
Gli Ottomani riuscirono a salvare meno della metà delle loro navi e se tatticamente si trattò di una decisiva vittoria cristiana, la vittoria strategica lo fu ancor di più perché segnò l'inizio del declino della potenza navale ottomana nel Mediterraneo.
I cristiani attribuirono la loro vittoria soprattutto alla protezione della Vergine Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. Tanto che nell'anniversario della battaglia fu fissata da Pio V la festa della Madonna della Vittoria o della Madonna del Rosario.
Orazio Ruspoli, fratello di Fabrizio, divenne un banchiere di successo e fu anche Magistrato dei Collegi nel 1557.
Dopo la battaglia di Lepanto, aprì il Banco Ruspoli a Siena e la famiglia si arricchì considerevolmente. Orazio sposò Felice Cavalieri da cui ebbero due figli.
Lorenzo Ruspoli, un loro cugino, era laniere e in seguito anch'egli banchiere di successo a Firenze e poi consigliere cittadino.[10] Si sposò con madonna Maria di Bernardo Franceschi ed ebbero due figli; Antonio e Francesco (nato il 20 agosto 1579). Quest'ultimo poeta satirico le cui poesie vennero pubblicate a più riprese.[11][12]
Vittoria Ruspoli, figlia di Orazio e di Felice Cavalieri, sposo nel 1617 Sforza Vicino Marescotti, 4º Conte di Vignanello, Signore di Parrano, Nobile Romano e Patrizio di Bologna, Magistrato dei Conservatori di Bologna nel 1632 e Conservatore di Roma nel 1654. Il fratello di Vittoria, Bartolomeo Ruspoli, dopo aver acquistato il marchesato di Cerveteri e a Roma il palazzo dell'Ara Coeli lasciò il tutto alla discendenza di sua sorella.
Il marito di Vittoria, Sforza Vicino, discendeva dai Farnese sia da parte di madre che di padre (vedi figura al lato). Dalla parte di suo padre ereditò il feudo di Vignanello (dal matrimonio fra Sfortia Marescotti e Ortensia Farnese contessa di Vignanello). La madre di sua madre Ottavia, era Giulia Farnese. L'intero ramo dei Farnese (duchi di Latera) si estinse e i discendenti dei Marescotti (che si chiamarono Ruspoli per volere di Vittoria Ruspoli, attraverso l'istituto romano della surrogazione, che permetteva a un discendente in linea femminile di adottare il cognome di una famiglia che si stava estinguendo e così di perpetrarlo) conservarono il feudo ed il Castello di Vignanello fino ai nostri giorni.
Nel frattempo, Clarice nata il 6 marzo 1585, sorella di Sforza Vicino Marescotti, prese i voti presso il convento di San Bernardino a Viterbo adottando il nome di Suor Giacinta. Fu beatificata da papa Benedetto XIII nel 1726 e proclamata santa da papa Pio VII nel 1807.
Francesco Maria Marescotti Ruspoli, figlio primogenito di Alessandro (di Sforza Vicino Marescotti, IV Conte di Vignanello e Vittoria dei Principi Ruspoli), nacque il 2 marzo 1672. Nel 1695 sposò la signora Isabella Cesi, figlia di Giuseppe Angelo, quinto duca di Acquasparta e Giacinta Conti dei duchi di Poli e Guadagnolo (sorella di papa Innocenzo XIII).
Dopo varie battaglie legali ereditò da Marescotti, Capizucchi e Ruspoli. Il 4 settembre 1705, con atto notarile Floridi, poté finalmente aggiungere ai suoi titoli quello del marchese di Cerveteri.
Francesco Maria apprezzava e aiutava lo sviluppo dell'Accademia dell'Arcadia di cui era membro sotto lo pseudonimo di Olinto. Fu il primo mecenate ad accoglierli in una delle sue ville in Via Merulana. Il primo volume delle Rime degli Arcadi fu dedicato a Francesco Maria. Nel 1725 l'Arcadia si stabilì definitivamente nella villa del Gianicolo di Bosco Parrasio.
Nel 1707 George Frideric Handel arrivò a Roma, dove per due anni fu ospite di Francesco Maria Ruspoli,[13] il quale lo nominò suo Maestro di cappella.[14] Durante questo periodo compose il Salve Regina (HWV 241) che eseguì nel Castello Ruspoli a Vignanello ed il Diana Cacciatrice (HWV 79), che eseguì a Palazzo Ruspoli a Cerveteri. A Roma presso i Ruspoli[15] e gli Ottoboni eseguì gli oratori La Resurrezione (HWV 47)[16][17] e il Trionfo del Tempo e del Disinganno (HWV 46a) entrambi dedicati a Francesco Maria Marescotti Ruspoli. Tra il 1709 e il 1716 fu succeduto come maestro di cappella da Antonio Caldara.
Il cardinale Galeazzo Marescotti guardava il suo amato nipote e si compiaceva della vita brillante, ma ancor più della grande cultura, munificenza e devozione a Dio di Francesco Maria. Il cardinale aveva un piano preciso: persuadere il papa ad elevare il titolo del feudo di Cerveteri da marchese a principe. Altre famiglie nobili romane come gli Aldobrandini, i Boncompagni, i Borghese e gli Erba-Odescalchi furono fatti principi dai rispettivi papi. La Ruspoli non aveva un papa ed era necessario fare un gesto munifico e acquisire particolari meriti con la Santa Sede.[18] Nel 1707 il cardinale persuase suo nipote a armare un brigantino da donare alla Santa Sede. Lo scafo moderno, con ampie vele, venne consegnato a Civitavecchia. Handel aveva composto per l'occasione un coro di voci bianche su un testo che salutava il re papa. Ma ciò non bastò per elevare Cerveteri a un principato.
Nel 1708 Francesco Maria creò il reggimento Ruspoli a proprie spese. Formato da circa 1.000 uomini, il reggimento godette di alcune vittorie minori fino al 1709, quando a Ferrara, grazie ad un armamento superiore, riuscì a spingere gli Austriaci a nord del fiume Po. Una grande vittoria per la quale il 3 febbraio 1709, pieno di gratitudine, papa Clemente XI elevò Cerveteri a un Principato.
Nel 1710 il principe Francesco Maria Marescotti Ruspoli acquistò il feudo di Riano, dove arricchì la città con privilegi e opere pubbliche. Nel 1713 acquisì il feudo di San Felice Circeo, che passò poi nel 1718 al marito della figlia, Filippo Orsini. Ancora nel 1713 Francesco Maria acquistò il Palazzo Ruspoli a Roma dai Caetani, che avevano incaricato Martino Longhi il Giovane di costruire la sontuosa loggia sul cortile e la famosa scalinata, una delle quattro meraviglie di Roma.
Nel 1721 papa Benedetto XIII conferì a Francesco Maria il titolo di Principe Romano, per sé e per i suoi discendenti, all'infinito, così che la famiglia potesse conservare il prestigio dei suoi antenati.[19]
Papa Benedetto XIII venne poi a Vignanello nel 1725 per consacrare solennemente la nuova chiesa parrocchiale costruita per volere di Francesco Maria.
Camillo Ruspoli, II duca di Sueca, Iure Uxoris (1788-1864)
Adolfo Ruspoli, II duca di l´Alcudia (1822-1914)
Carlos Ruspoli, III duca di Sueca e l´Alcudia (1858-1936)
Carlos Ruspoli, IV duca di Sueca e l´Alcudia (1902-1975)
Carlos Ruspoli, V duca di Sueca e l´Alcudia (1932-2016)
Luis Carlos Ruspoli, VI duca di Sueca e l´Alcudia (1963)
I Ruspoli marchesi di Boadilla del Monte
Camillo Ruspoli, I marchese di Boadilla del Monte, Iure Uxoris (1788-1864)
Luis Ruspoli, II marchese di Boadilla del Monte (1828-1893)
Camilo Ruspoli, III marchese di Boadilla del Monte (1865-1944)
Paolo Ruspoli, IV marchese di Boadilla del Monte (1899-1969)
Luis Ruspoli, VI marchese di Boadilla del Monte (1933-2011)
Ruspoli conte di Bañares
Enrique Ruspoli, XIX conte di Bañares (1935)
I Ruspoli principi di Poggio Suasa (ramo italiano)
Questo ramo nasce dal principe Bartolomeo Ruspoli (1800-1872), terzo figlio di Francesco Ruspoli, III principe di Cerveteri e contessa Maria Leopoldina von Khevenhüller-Metsch, e fratello di Camillo Ruspoli (duca di Alcudia e Sueca). Ha sposato Dona Carolina Ratti. Era colonnello dell'esercito piemontese, con cui partecipa alle guerre della rinascita italiana. Paralizzato da sotto la vita con l'esplosione di una granata, continuò a partecipare alle battaglie su ruote a rotelle spinte dal suo assistente. Suo figlio Emanuele Ruspoli è stato nominato primo principe di Poggio-Suasa dopo aver partecipato all'unificazione italiana ed essere il primo sindaco della Roma italiana. Fu il padre di Eugenio, esploratore, e il nonno di Emanuella de Dampierre Ruspoli, duchessa di Segovia e duchessa di Anjou dal matrimonio con Infante Don Jaime, figlio di Alfonso XIII di Spagna.
^Mario Salmi, Il palazzo e la collezione Chigi-Saracini, Siena, 1967, p. 13.
^Paola Casciano, Lodovico Marescotti senese: da umanista a burocrate, in Filologia umanistica: per Gianvito Resta, a cura di Vincenzo Fera, Giacomo Ferraú, Editore Antenore, 1997, p. 388.
«Many of Handel’s Italian compositions resulted from the interest in him and his music by the Marquis (later Prince) Francesco Ruspoli, who employed Handel as a House Composer…»
«Handel wrote (la Resurrezione) for Ruspoli for and elaborate performance on Easter Sunday, 1708, at Ruspoli’s Bonelli palace»
^ Joel Flegler, Fanfare, J. Flegler, 1977, p. 233.
«performance at the Bonelli Palace, home of his wealthy Roman Patron, the Marchese Francesco Maria Marescotti Ruspoli. Ruspoli was intensely interested in music and realized Handel’s gifts, a fact that gave the young German considerable encouragement»
^Galeazzo Ruspoli, I Ruspoli, Gremese Editore, 2001
^Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai nostri giorni, Tipografia Emiliana, 1846