Eccidio del monte Tancia
L'eccidio del monte Tancia avvenne il 7 aprile 1944 nelle frazioni di Sant’Angelo del Tancia e Gallo nel comune di Monte San Giovanni in Sabina in provincia di Rieti nel Lazio. StoriaSul monte Tancia il 7 aprile 1944 furono uccise dalla ferocia nazifascista 18 persone civili, tra cui anche donne e bambini, tirati in aria e usati come tiro a bersaglio[1], incendiate le case, uccisi animali domestici[2][3], durante un rastrellamento ordinato da Albert Kesselring comando supremo del sud al Bunker Soratte, pianificato dal capo della RSI fascista di Rieti Ermanno Di Marciano ed eseguito dal 1. battaglione del 20. reggimento SS-Polizei[4] comandato dallo Sturmbannführer Werner Wilcke facente parte del gruppo di combattimento «Schanze», con l'appoggio dei fascisti della GNR della 116. legione di Rieti[5][6][7] dietro delazione locale. L'eccidio avvenne la sera del 7 aprile 1944 successivamente alla battaglia partigiana dell'Arcucciola nel comune di Salisano, dove caddero in combattimento dopo una valorosa resistenza 6 partigiani[8][9][10][11] per consentire la ritirata dei propri compagni. Elenco delle vittime civli decedute:
Partigiani uccisi in combattimento
Monumento in ricordo dell’Eccidio del Monte TanciaLa pietra è collocata in un’area verde recintata sul Monte Tancia che consente, in una visione d’insieme, di cogliere gli elementi costitutivi del monumento: due grandi lastre di marmo e un cippo. L’attenzione viene immediatamente rapita da quest’ultimo che è posto al limite di una scalinata che accompagna il visitatore dall’apertura principale, protetta da un cancello, sino alla pietra centrale. In posizione rialzata, rispetto al resto, tra alti pini e cipressi, su uno sfondo azzurro cielo, si erge il cippo, collocato su un basamento e sormontato da una croce. Su di esso è allocata una lastra incisa che invita al ricordo di quel terribile Venerdì Santo del 7 aprile del ’44, quando a perdere la vita in quel lembo di territorio del comune di Monte San Giovanni, furono soprattutto civili, in massima parte donne e bambini. Ai lati del cancello, sono posizionate due lastre, l’una a destra che riporta la data della sua collocazione, il 25 settembre 2010, da chi è stata collocata, ovvero l’amministrazione comunale di Monte San Giovanni in Sabina e un messaggio che invita a fermarsi, a riflettere e pregare nel rispetto di coloro che vennero lì trucidati “dalla peggior ferocia dell’uomo”. La lastra di sinistra, risulta, invece, collocata più tardi rispetto all’altra precedentemente descritta e precisamente il 7 aprile 2011, ad opera dell’amministrazione comunale di Monte San Giovanni in Sabina e della Comunità Montana V zona. L’iscrizione ricorda la Medaglia d’argento al valor civile, conferita il 25 settembre 2010 al Comune di Monte San Giovanni per l’eccidio del 7 aprile 1944. Pietra censita anche dal Liceo Rocci Passo Corese in occasione del Concorso Esploratori della Memoria Anno scolastico 2021 – 2022.[15]
Lapide di sinistra, rispetto al cancello d'ingresso: «COMUNE DI MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR CIVILE PER L'ECCIDIO DEL 7-4-1944 CONFERITA IL 25-9-2010 L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE LA COMUNITA' MONTANA V ZONA 7-4-2011» Lapide di destra, rispetto al cancello d'ingresso: «COMUNE DI MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA GIOVANE, FERMATI, RIFLETTI E PREGA NEL RISPETTO DI COLORO CHE VENNERO QUI TRUCIDATI DALLA PEGGIORE FEROCIA DELL'UOMO L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE 25-9-2010» Lapide del monumento, frontale: «NEL VENERDI' SANTO DEL 1944 IL DOLCE SILENZIO DI QUESTA PLAGA MONTANA FU INFRANTO INSIEME ALLA VITA DI VECCHI DONNE E BAMBINI DALLA MITRAGLIA TEUTONICA ECO SINISTRA DELLA STRAGE RIPERCOSSA FRA QUESTE STORICHE RUPI CHE LA PRECOCE PRIMAVERA ITALICA GIA' AMMANTAVA DEI PRIMI FRAGRANDI (sic) SIMBOLI D'AMORE DI TENEBROSA BARBARIE ITALIANI DI TUTTI I SECOLI RICORDATE» Sul retro del monumento, due lastre riportano i nomi delle vittime: «BONACASATA ALDO ANNI 6 ARNESINA 2 ROSA 37 ANGELO 9 CAPPARELLA GELSOMINA 37 CARLUCCI DOMENICA 86 MEI VINCENZO 70 MEI ORAZIO ARISTIDE 73 RATINI FRANCESCO 76» a destra: «MEI ZEFFERINA ANNI 42 CAPPARELLA BARBARA 55 VINCENZA 19 ERSILIO 3 VALENTINI DINA 11 DOMENICO 6 NELLO 3 VINCENZO 78 PASQUA 55» Museo diffuso della ResistenzaQuesto luogo, estremamente suggestivo, costituisce la Tappa 5 del Museo diffuso della Resistenza, progetto finanziato dalla Regione Lazio, nell’ambito dell’Avviso pubblico “Settant’anni dopo, la memoria della seconda Guerra mondiale nella Regione Lazio” che ha visto protagonista il Comune di Poggio Mirteto in partnership con la Fondazione Nenni, l’ANPI sezione "Mario Dottori "[16] e l’Associazione Amici del Museo. "Il Museo diffuso è un invito a mettersi in cammino sui sentieri calpestati dai partigiani durante la Resistenza. Un tuffo nella memoria della storia dell’antifascismo in un territorio teatro di feroci rappresaglie nazifasciste; un'esperienza unica alla scoperta dello splendido scenario della Valle del Tevere, da vivere lentamente, passo dopo passo, a piedi o in bici."[17] Sono stati piantati alberi, ciascuno per ogni vittima, il cui nome è riportato su una targhetta posta sul tronco dell'albero. EventiDal 1980 si svolge la Maratona del Partigiano da piazza Martiri della Libertà a Poggio Mirteto alla località Arcucciola nel comune di Salisano, sul Monte Tancia.[18][19] Note
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