Museo della Resistenza piacentina
Il Museo della Resistenza piacentina è un museo dedicato alla resistenza nella provincia di Piacenza, situato a Sperongia, frazione del comune di Morfasso, nella zona della val d'Arda, culla delle prime bande partigiane locali, e, in seguito, territorio della divisione Garibaldi-Bersani quando la lotta armata si organizzò. Il complesso museale, sorto per la volontà della provincia di Piacenza, della Comunità montana valli del Nure e dell'Arda, del comune di Morfasso e con il contributo dei fondi museali della regione Emilia-Romagna, è stato inaugurato il 25 aprile 2009. Hanno, inoltre, collaborato l'ISREC, l'ANPI provinciale di Piacenza e la diocesi di Piacenza-Bobbio[1]. La gestione del museo è affidata all'associazione di volontari Amici del Museo della Resistenza Piacentina[2]. L'ubicazione del museo, in una zona strategica sul confine tra il territorio piacentino e il territorio parmense che permetteva le comunicazioni tra le attività resistenziali dei due territori, è stato scelto per favorire la conoscenza e la memoria della resistenza partigiana sull'Appennino piacentino, in particolar modo ricordando l'eccidio del passo dei Guselli e l'eccidio della Rocchetta di Morfasso[3]. Il museo nasce come luogo della memoria per ricordare i caduti partigiani e civili e la popolazione del territorio piacentino che per venti mesi subì distruzioni e violenze. DescrizioneLa superficie espositiva è di circa 60 m² disposta su due piani, ma con accesso garantito anche a persone disabili. Piano terraAl piano terra si possono consultare alcuni pannelli che evidenziano:
Sono, altresì, esposti alcuni cimeli e abiti militari della guerra partigiana, ed è possibile consultare libri e documenti originali del CLN piacentino[4]. Questo spazio viene anche utilizzato per rassegne cinematografiche, con una capacità circa 45 posti a sedere e approfondimenti didattici dedicati agli studenti[5]. Primo pianoAl primo piano sono presenti[4]:
Il sentiero partigiano "Giovanni lo Slavo"Dalla sede del museo parte un percorso storico-naturalistico in val d'Arda detto il “sentiero del partigiano”, dedicato alla memoria di Giovanni Grcavaz, detto Giovanni lo Slavo, che, nell'area del torrente Arda e delle limitrofe zone boschive, tocca alcuni dei sentieri percorsi dalle staffette partigiane, i punti di vedetta e le sedi dei vari distaccamenti[6].
Da Dadomo, nei cui pressi si può lasciare la macchina, si scende verso Osteria (15') seguendo il percorso CAI 921; poco prima della frazione si piega a sinistra raggiungendo la strada della Bocchetta, che si risale brevemente per proseguire a destra su uno stradello sterrato[7]. Con alcuni saliscendi si oltrepassa il Rio Costanza e si arriva al piccolo nucleo di Gariboia (40')[7]. Il percorso continua costeggiando ampi prati e sale fino a raggiungere una zona pianeggiante a mezza costa, occupata da un castagneto da frutto abbandonato con alberi secolari; da qui con una brevissima deviazione si raggiungono i ruderi di casa del Cucù (30')[7]. Proseguendo in quota si raggiunge l'imbocco della mulattiera di Rocca (5') contornata da muretti a secco e con alcuni tratti ancora selciati. Raggiunta l'omonima frazione (30') si trova il bivio che porta alla "Grotta dell'eccidio" dove una lapide ricorda due partigiani trucidati dai tedeschi; ritornati sul percorso principale si sale fino alla Rocca di Sella Casali (25') dalla cui cima, raggiungibile con un'altra breve deviazione (10') si gode di una vista panoramica su tutta l'alta val d'Arda[7]. Da qui il percorso inizia a scendere e attraversando boschi ritorna a Dadomo (45')[7]. È possibile anche partire a piedi dal Museo della Resistenza, passando dalla località Il Follo e immettendosi sul percorso nei pressi di Gariboia (25')[7]. Punti di interesse toccati dal sentiero
Note
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