Raffaele PersichettiRaffaele Persichetti (Roma, 12 maggio 1915 – Roma, 10 settembre 1943) è stato un militare italiano. BiografiaFormazioneFu allievo al Liceo Ginnasio "Ennio Quirino Visconti" di Roma e, nel 1933, si diplomò, da privatista, al Terenzio Mamiani[1]. Fu poi insegnante di storia dell'arte, nuovamente, al "Visconti". Giovane tenente dei granatieri, fu messo in congedo perché invalido, nel corso della Seconda guerra mondiale[2]. Il Partito d'AzioneNel 1942, Raffaele Persichetti aderì al Partito d'Azione. Dopo la fuga di Vittorio Emanuele III da Roma, Persichetti, insieme a Pilo Albertelli[3], fu tra gli appartenenti al Partito d'Azione che si riunirono alle prime ore del 9 settembre 1943. Durante l'incontro, i presenti furono informati, da una telefonata proveniente dall'ospedale Cesare Battisti (oggi: ospedale Carlo Forlanini), dei combattimenti in corso tra i tedeschi e i militari italiani[4] al ponte della Magliana, visibili dalla terrazza dell'ospedale. I convitati decisero immediatamente di agire, pur essendo senz'armi[2]. La battaglia di Porta San PaoloPersichetti giunse in abito civile e sommariamente armato sulla linea del fuoco di porta San Paolo, il 10 settembre, intorno alle 12:30 circa; si pose subito al comando di un drappello rimasto senza guida, contro le superiori forze tedesche[5]. Verso le 14:00, armato di moschetto e con le cartucce sull'abito civile, fu costretto a indietreggiare all'inizio di viale Giotto già ferito gravemente a una spalla. Maria Teresa Regard, studentessa iscritta al Partito comunista e futura gappista, accorsa per fornire vettovaglie ai combattenti insieme ad altre donne, lo vide cadere nel primo pomeriggio in viale Giotto[6]. Accanto a Persichetti combatteva Adriano Ossicini, del movimento dei cattolici comunisti[7]. DedicheLa città gli ha dedicato una breve strada che passa tra la Piramide Cestia e porta San Paolo; una targa si trova all'interno dello stesso Collegio Romano (sede del Liceo Visconti) e un'altra a corso Rinascimento. Onorificenze«Tenente cpl., 1º reggimento «Granatieri di Sardegna».
Ufficiale dei granatieri invalido di guerra all'atto dell'armistizio con gli alleati si schierò generosamente e volontariamente contro lo oppressore tedesco, favorendo ed organizzando la partecipazione di suoi amici e della popolazione alla lotta armata della Capitale. In abito civile e sommariamente armato accorse poi sulla linea di fuoco dei suoi granatieri schierati in battaglia contro superiori forze tedesche. Prode fra i prodi incitò con la parola e con l'esempio i commilitoni all'estrema resistenza fino a che colpito a morte immolava la sua giovane vita nella visione della Patria rinata alla libertà.[8]»
— Roma, Porta San Paolo, 8-10 settembre 1943. Note
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia