Ecce Homo (Moroni)
Ecce Homo è un dipinto a olio su tela realizzato da Giovan Battista Moroni e conservato presso il Museo Adriano Bernareggi in Via Pignolo a Bergamo, e proveniente dal cattedrale di Sant'Alessandro.[1] StoriaIl dipinto che era esposto nel museo Bernareggi di Bergamo, è simile a quello conservato in collezione privata di misure leggermente inferiori, e probabilmente di commissione devozionale. Il quadro è citato per la prima volta nel 1760 nell'elenco dei dipinti conservati nella sagrestia del duomo, quindi di proprietà del vescovado. «...dei quadri esistenti della sacristia della Cath[edra]le comprendennte un Hecce Homo del Morone» Il dipinto fu quindi sempre conservato nella sagrestia della basilica per esser poi esposto al pubblico nella pinacoteca del museo diocesano.[2] I locali del museo hanno avuto una nuova destinazione, diventando parte dell'università cittadina e i dipinti sono stati collocati in altre strutture. DescrizioneLa tela di piccole dimensioni, presenta nei colori dello sfondo, le caratteristiche tipiche dell'artista albinese con i colori che sfumano dal nero al grigio, presenti in molte sue opere come il ritratto: L'avvocato. I ritratti, per il Moroni, doveva essere illuminati dall'immagine stessa, questa doveva essere protagonista. Secondo la studiosa Mina Gregori il dipinto conservato in collezione privata è antecedente, eseguito probabilmente nel decennio precedente, intorno al 1560. Dallo studio della Gregori la pittura manifesterebbe la maturità dell'artista nelle piccole varianti dell'espressione che è molto più intensa, umana: «...ma nell'interna e compressa carica emotiva ed evocativa» La raffigurazione di Cristo riempie la piccola tavola. L'uomo è avvolto in un mantello rosso cangiante trattenuto da una corda legata sul collo. Ha le mani legate che reggono un fuscello di legno, come fosse uno scettro regale. Il capo è ornato dalla corona di spine. La fronte presenta il sanguinamento. Cristo ha il capo è leggermente inclinato a sinistra, e volge lo sguardo verso il basso, mentre tutto il dorso, e le braccia presentano i segni della flagellazione. È il Cristo presentato alla sua gente, il re, umiliato e deriso, da porre sulla croce.[3] Note
Bibliografia
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