Devoto in contemplazione del battesimo di Cristo
Devoto in contemplazione del battesimo di Cristo è un dipinto a olio su tela realizzato da Giovan Battista Moroni e conservato a Milano nella collezione privata di Roberta Etro.[1] Storia«Anche casa Tomini ha i quadri sui, / E nessun'altra, ch'abbi più di questa/Ritratti del Morone, v'è fra nui,/L'occhio dallo stupor sorpreso resta/In dodici pitture di tal mano,/Una migliore dell'altra ed è ogni testa» Il dipinto eseguito dal Moroni non riporta la datazione, si ritiene che fosse stato realizzato tra gli anni cinquanta e sessanta del Cinquecento.[2] Riporta invece la sua firma in caratteri antichi «GIO, BATTA MORONE». Malgrado non si conosca la committenza, il dipinto è indicato dal 1637 nella collezione bergamasca di Giuseppe Tomini: “tre figure, il Signore s. Giovanni et un vestito di nero con la cornice dorata”[3] per poi passare a Leonardo Tomini fino al 1837.[4] Dal 1914 passò alla collezione di Guido Morlani e dal 1938 appartenente al genovese Alessandro Basevi fino al 1959. Passato di proprietà al milanese Gilberto Algranti divenne poi dal 1985 parte della collezione privata di Roberta Etro. Il dipinto risulta essere stato esposto in molte mostre del Novecento e Duemila fino a quella newyorchese del 2019.[4] DescrizioneIl dipinto si sviluppa su due scese separate da un'architettura, come se fosse una quinta scenica, da dove appare il devoto. Il Moroni raffigura il devoto come se fosse dietro le quinte, e non si esime a riavvicinare una raffigurazione sacra ai suoi più famosi ritratti, riprendendo anche quelle parti architettoniche, a volte provvisorie che caratterizzano i suoi ritratti. Ma riesce a coniugare la pittura sacra all'importanza del sentimento religioso.[6] Anche la storica Mina Gregori coglie nel devoto la volontà di indicare come fosse inteso il rapporto tra l'uomo e il divino: «L'invenzione di certi quadri religiosi di destinazione privata introducente la mezza figura di un devoto (o di più devoti) in primo piano a contatto e a contrasto con l'immagine o con la scena sacra in azione nello sfondo mi fa credere che qui l'artista abbia voluto rappresentare tangibilmente il rapporto col divino raggiunto con uno sforzo strenuo di volizione secondo la nuovissima pratica degli Exercisios dui Sant'Ignazio di Loiola» Note
Bibliografia
Voci correlate |
Portal di Ensiklopedia Dunia