Darioritum, nome gallo-romano dell'odierna Vannes, era la capitale del popolo celtico dei Venéti ed una delle civitates della Gallia Lugdunense terza come attesta la Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[2] La diocesi è documentata con certezza nella seconda metà del V secolo: nel 465 circa si celebrò a Vannes un concilio di vescovi della provincia ecclesiastica di Tours, dove fu presente Paterno, ritenuto dalla tradizione il primo vescovo di Vannes.[3]
Secondo Louis Duchesne, un vescovo di Vannes era presente anche ad un altro concilio, celebratosi ad Angers nel 453, ma la sua identificazione è incerta, in quanto non sono indicate le sedi di appartenenza; secondo lo storico bretone uno tra Sarmazio, Cariato, Rumorido e Vivenzio era vescovo di Vannes.[4]
Il cartulario dell'abbazia di Redon riporta per la prima volta un elenco di circa 50 plebs o parrocchie dipendenti dal vescovado nel IX secolo. Le incursioni normanne dell'inizio del X secolo devastarono il territorio e distrussero molte istituzioni religiose, tra cui molti monasteri esistenti di cui oggi resta un ricordo nel nome di molte località bretoni (Moustoir).
L'antica cattedrale fu distrutta in occasione dell'invasione dei Normanni nel 919. Fu ricostruita in stile romanico verso il 1020 dal vescovo Judicaël con l'aiuto di suo fratello il duca di Bretagna Goffredo I. Questo edificio venne ricostruito in stile gotico tra il 1454 e il 1520. Nella cattedrale riposano i resti di san Vincenzo Ferrer, morto a Vannes nel 1419.
Fu dopo il breve periodo normanno che venne ricostituito il capitolo della cattedrale; se ne ha menzione per la prima volta nel cartulario di Redon nel 1021, dove tra l'altro vengono indicate anche le varie dignità che lo costituivano.
Nel 1287 il duca Giovanni II lasciò al vescovo Henri Tore il château de la Motte, che diverrà la sede episcopale fino alla rivoluzione.
In seguito al concordato di Redon del 1441, il capitolo della cattedrale perse la prerogativa di eleggere i vescovi di Vannes a vantaggio dei duchi di Bretagna e della Santa Sede, che si riservò il diritto di investitura degli eletti.
Nel periodo post-tridentino, due vescovi in particolare si distinsero per alcuni tentativi di riforma della diocesi, Sébastien de Rosmadec e il nipote Charles de Rosmadec, che istituirono le visite pastorali e le missioni parrocchiali, chiamarono in diocesi nuovi ordini e congregazioni religiose, istituirono l'obbligo dei ritiri spirituali per il clero e i fedeli. Il seminario diocesano fu istituito nel 1680 durante l'episcopato di Pierre-Louis Cazet de Vautorte grazie all'opera indefessa del vicario generale Eude de Kerlivio.
Prima della rivoluzione, la diocesi comprendeva circa 160 parrocchie, suddivise in 9 decanati.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Un catalogo dei vescovi di Vannes è riportato dal cartulario dell'abbaziaSainte-Croix di Quimperlé (Finistère), del XII secolo, che include una serie di nomi da san Paterno fino a Cadioc († 1254).[6] Fino a Blenliveto, il ventiseiesimo della lista, il catalogo è completamente inaffidabile, in quanto mancano vescovi storicamente documentati, mentre sono inseriti molti nomi di personaggi che o furono santi venerati nel Paese o che non sono in alcun modo documentati come vescovi. Anche le poche indicazioni cronologiche presenti nel catalogo sono assolutamente anacronistiche.[7]
^La presente cronotassi riporta solo i nomi dei vescovi storicamente documentati. L'intero catalogo è riportato anche da Duchesne nelle due opere citate tra le fonti.
^Gallia christiana inserisce un altro san Paterno, che sarebbe il san Patrizio missionario e patrono dell'Irlanda. Secondo Louis Duchesne potrebbe appartenere alla diocesi di Vannes uno tra i vescovi presenti, ma senza indicazione della sede di appartenenza, al concilio di Angers del 453, ossia Sarmazio, Cariato, Rumorido e Vivenzio.
^In questo punto Gallia christiana inserisce i santi menzionati nel catalogo e commemorati nei testi liturgici diocesani: Budoco, Ingueteno, Meredoco, Gobriano e Bilio.
^Menzionato in una carta datata: regnante Karolo imperatore.
^Gallia christiana inserisce al posto di Dilis un Geremia, frutto di una carta sospetta, che comunque non riporta la sede di appartenenza.
^Il catalogo menziona due Orscant (Auriscando), prima e dopo Alm (Alveo).
^Secondo Gallia christiana la sua morte è posta nel 1028 circa, ma senza documentazione a sostegno.
^Forse questo vescovo si è dimesso; infatti la Cronaca di Ruis indica la sua morte il 18 aprile 1222; ma nel 1220 è già documentato il suo successore Robert.