Incertissime sono le origini della diocesi di Orte, che autori locali vogliono far risalire ai primi tempi del cristianesimo con il martiresan Lanno. Ancora tradizioni locali assegnano a Orte Giovanni Montano, vissuto all'epoca di papa Silvestro I, e san Cassiano, che, secondo Gregorio di Tours, fu il successore immediato di san Reticio (documentato nel 314) sulla cattedra di Autun, e che «tradizioni di assai dubbio valore» hanno fatto vescovo di Orte e di Ostia.[1]
Sui successivi vescovi attribuiti da Ughelli a Orte fino a Giuliano, «nessuno di questi - secondo Lanzoni - resiste alla critica».[2] Secondo Mommsen, Martiniano o Marziano (502) sarebbe vescovo di Ostra nelle Marche.[3] Ubaldo Prosenio è completamente ignoto all'epistolario di Gregorio Magno e forse per questo motivo eliminato dalla cronotassi di Orte da Mamachi, da Gams e da Cappelletti. Discussa è invece l'appartenenza dei vescovi Blando e Calunnioso, menzionati in alcune lettere di Gregorio Magno, che alcuni attribuiscono alla diocesi di Ortona in Abruzzo.[4] Resta infine il vescovo Leone, di cui è stata scoperta l'epigrafe funeraria, ascritta da Ughelli alla seconda metà del IV secolo, ma spostata da Mamachi al V o VI secolo: l'analisi e i caratteri paleografici dell'epigrafe rimandano tuttavia al VII o VIII secolo.[5]
Il primo vescovo di Orte sul quale v'è unanime accordo è Giuliano, che prese parte al concilio lateranense indetto da papa Martino I nel 649 per condannare l'eresiamonotelita. Fino all'XI secolo, i vescovi di Orte sono noti per la loro partecipazione ai sinodi indetti a Roma dai pontefici. Tra questi si distinse in modo particolare Arsenio, «una delle più spiccate figure della diplomazia pontificia nella seconda metà del secolo IX».[6]
Il XIII secolo vide la diocesi percorsa da movimenti ereticali, come quelli dei patari e dei fraticelli. In questo clima la diocesi fu però terreno fertile anche per fondazioni francescane: per mano dello stesso santo di Assisi sorse il convento di Orte. Antica è la presenza benedettina nel territorio di Orte, che viene fatta risalire al VI secolo, secondo quanto racconta il Liber pontificalis nella biografia di papa Vigilio (537-555), dove si accenna alla fondazione del monastero di San Giovenale.[7] Altro monastero ortano era quello femminile di San Giorgio, menzionato nel Liber censuum, che fu posto sotto la diretta protezione della Santa Sede da papa Alessandro IV nel 1260. Nel 1366 fu fondato l'oratorio di Sant'Antonio Abate delle pauperculae mulieres (le "poverelle religiose"), le quali professarono a partire dal XVI secolo la regola di san Benedetto, diventando un vero e proprio monastero; dopo varie vicissitudine, dal 1958 il monastero ha sede nell'antico santuario di Santa Maria delle Grazie.[8]
Il 5 ottobre 1437, con la bollaSacrosancta romana Ecclesia di papa Eugenio IV[9], a causa della scarsità delle sue rendite, la diocesi di Orte fu unita a quella di Civita Castellana. Tuttavia la bolla d'unione stabilì che doveva essere vescovo delle due chiese unite il vescovo sopravvissuto delle due sedi. L'unione ebbe effetto a partire dal 15 maggio 1439, quando il vescovo Giovanni di Civita Castellana venne deposto: Valentino fu dunque il primo vescovo delle sedi unite, che da questo momento assunsero la denominazione di "diocesi di Civita Castellana e Orte". Quando, nel 1805, la collegiata di Gallese riebbe il titolo di cattedrale, la diocesi assunse il titolo di "diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese". L'unione delle tre sedi lasciò tuttavia inalterati giurisdizioni, curie e residenze vescovili.
L'unione di Orte con Civita Castellana portò a un'annosa controversia fra i capitoli delle due cattedrali su quale delle due sedi avesse la precedenza nella titolatura, controversia che si protrasse fino al Settecento. «Venne allora prevista per il vescovo l'alterna residenza semestrale nelle due sedi e la sepoltura in quella del decesso. Il suo cuore veniva invece tumulato nell'altra cattedrale; uso praticato fino al 1872.»[10]
Nel 1967, per iniziativa del vescovo Roberto Massimiliani, venne aperto il museo diocesano di Orte, costituito da due sezioni, con sedi nella chiesa di San Silvestro e nell'ex palazzo vescovile.[11] Nel 1973 i territori del comune di Soriano nel Cimino passarono dalla diocesi di Bagnoregio a quella di Orte.[12]
L'11 febbraio 1986[13] la diocesi di Orte, assieme a quelle di Sutri, di Nepi e di Gallese, è stata soppressa ed il suo territorio incorporato in quello della diocesi di Civita Castellana; contestualmente l'ex cattedrale di Orte ha assunto il titolo di concattedrale della diocesi civitonica.[14]
^Così Lanzoni e Pietri (Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma, 1999, pp. 309-310 e 385).
^(LA) Decreto Quo efficacius, AAS 65 (1973), pp. 504-505. La parrocchia di Soriano faceva già parte della diocesi di Orte tra Ottocento e Novecento, come documentano gli Annuari ecclesiastici del 1898 (p. 279) e del 1900 (p. 334); evidentemente, in una data imprecisata dopo il 1900, questa parrocchia fu annessa alla diocesi di Bagnoregio, per poi ritornare alla diocesi di Orte con il decreto del 1973.
^Per espressa disposizione di papa Giovanni Paolo II, nell'Annuario Pontificio è fatta esplicita menzione dell'unione della sede ortana con quella di Civita Castellana.
^L'analisi paleografica del testo dell'epigrafe funeraria di Leone ipotizza lo spostamento di questo vescovo al VII-VIII secolo.
^abQuesto vescovo appartiene più probabilmente alla diocesi di Ortona, non di Orte. Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, pp. 377, 546-547; Pietri, Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma, 1999, pp. 309-310, 385.
^Monumenta Germaniae Historica, Concilia aevi Karolini (742-842), prima parte (742-817), a cura di Albert Werminghoff, Hannover e Lipsia, 1906, pp. 70, 75, 81. Nel concilio del 761 è riportato il nome di Adamo, mentre in quello del 769 Adone. Si ritiene si tratti della stessa persona.
^Secondo Baronio e Ughelli, al concilio del 963 era presente un vescovo di Orte, di cui però gli atti non riportano il nome. Cappelletti, in base ad un diploma di papa Leone VIII, dà a questo vescovo il nome di Giorgio; secondo Schwartz, nell'edizione dell'epistolario pontificio di Jaffé-Löwenfeld (Regesta Pontificum Romanorum, vol. I, 1885) questo diploma è inesistente. Gli editori degli atti conciliari inoltre concordano con Baronio e Ughelli (Monumenta Germaniae Historica, Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001, seconda parte (962–1001), a cura di Ernst-Dieter Hehl, Hannover, 2007, p. 232, riga 7).
^abcSchwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens…, p. 259.
^Monumenta Germaniae Historica, Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 1023-1059, a cura di Detlev Jasper, Hannover, 2010, pp. 65, 67, 84, 93. Al concilio del 1027 prese parte il vescovo Iohanne [...]nse; non essendo definita la sede di appartenenza, secondo Jasper potrebbe trattarsi del vescovo di Orte, oppure degli omonimi vescovi di Blera o di Terracina, documentati in questo stesso periodo.
^Il nome del vescovo Gregorio appare, insieme a molti altri, in un diploma a favore del monastero di Santa Grata di Bergamo ritenuto spurio (Cappelletti e Schwartz).
^Secondo Gams e Cappelletti è eletto il 7 aprile 1334.
^Secondo Eubel, Giovanni Cappucci potrebbe essere lo stesso Giovanni IV nominato nel 1363; nel qual caso Pietro III dovrebbe essere eliminato dalla cronotassi di Orte.
^Così Eubel. Secondo Gams e Cappelletti la nomina è del 1396.