De plantis
Sulle piante (in greco: Περὶ φυτῶν; latino: De plantis) è un trattato botanico incluso nel Corpus di Aristotele ma generalmente considerato spurio. Esso descrive la natura e le origini delle piante. StrutturaIl trattato [1] si ritiene, oggi, scritto dallo storico e filosofo Nicola di Damasco nel I secolo a.C.[2]. Si tratta della traduzione greca di una traduzione latina, condotta a sua volta su una traduzione araba di una traduzione siriaca. Esso inizia procedendo dall’intuizione comune alla ricerca scientifica e sistematica, secondo uno schema tipicamente aristotelico:
L'opera è divisa in due parti, o meglio, libri. La prima parte discute la natura della vita delle piante, il sesso nelle piante, le parti delle piante, la loro struttura e classificazione, la composizione e i loro prodotti, i metodi di propagazione e fecondazione, i cambiamenti e le variazioni. La seconda parte descrive le origini della vita vegetale, il loro materiale, gli effetti delle condizioni esterne e del clima sulle piante, le piante acquatiche e di terra, gli effetti della località, il parassitismo, la produzione di frutti e foglie, i colori e le forme, i frutti e loro sapori. EdizioniNel XII secolo, Alfredo di Sareshel realizzò una traduzione commentata dall'arabo al latino, che fu utilizzata dal Savonarola nel trattato De doctrina Aristotelis[4]. All'epoca esistevano anche traduzioni in ebraico e in siriaco[5], mentre Sant'Alberto Magno sviluppò il trattato in un De vegetalibus di cui Sareshel realizzò una versione commentata. Gli altri due commenti provengono da Pietro d'Alvernia e da Adamo di Buckfield.[6] Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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