L'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latinoCrèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo (krepis) nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo e anche una pianta non identificata descritta da Teofrasto[3]. Non è chiaro quindi, perché Sébastien Vaillant (botanico francese, 1669 - 1722) abbia scelto proprio questo nome per indicare il genere della presente specie[4]. L'epiteto specifico (setosa) indica che la specie è ispida e pelosa.[5]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto dal botanico Albrecht von Haller (1758-1823) nella pubblicazione "Archiv für die Botanik" (Arch. Bot. - [Leipzig] - 1(2): 1. del 1797.[6]
Descrizione
Habitus. La pianta di questa specie è una erbacea annuale. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Gli steli contengono abbondante latice amaro.[7][8][9][10][11][12][13][14][15]
Radici. Le radici sono fittonanti (fittone sottile e poco profondo).
Fusto. La parte aerea del fusto è eretta, ramificata fin dalla base; la superficie è striata o solcata; all'interno il fusto è cavo; il colore è verde pallido con venature rossastre. Il fusto inoltre è ispido e grossolanamente peloso (raramente è glabro). Il caule alla base ha un diametro di 0,1 – 1 cm. Questa pianta può arrivare al massimo a 8 dm di altezza (minimo 1 dm).
Foglie. Le fogliebasali sono picciolate; hanno una forma lineare-spatolata acuta con base attenuata (il picciolo può essere alato) oppure hanno forme da strettamente ellittiche a obovate; i bordi possono essere dentati in modo acuto, oppure sono del tipo pennatosetto con lobo apicale a forma ovata; la superficie è finemente ispida; il colore è verde giallastro su entrambe le facce. Le foglie cauline sono del tipo lenisiforme oppure strettamente ovate ed hanno alla base 2 - 3 copie di denti a portamento patente. Dimensione delle foglie basali: larghezza 2 – 5 cm (massimo 8 cm); lunghezza 8 – 20 cm (massimo 30 cm).
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono di tipo corimboso o panicolato (i capolini per pianta sono abbastanza numerosi - circa una decina). Le singole infiorescenze sono composte da un unico capolinopeduncolato terminale per ogni ramificazione. I capolini sono formati da un involucro cilindrico-campanulato composto da brattee (o squame) disposte su 2 serie embricate scalate, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro è vistosamente ispido per setole giallastre. Le squame sono acuminate, ispide e pubescenti su entrambe le facce; quelle esterne (da 10 a 14) hanno i margini scariosi con forme lineari; quelle interne (da 12 a 16) hanno forme lineari-ovate. Il ricettacolo è piatto, glabro (o poco cigliato ai bordi). Dimensione dell'involucro: larghezza 4 – 6 mm; lunghezza 8 – 10 mm. Diametro dell'infiorescenza: 15 – 20 mm. Lunghezza del peduncolo: 0,5 - 0,8 cm. Dimensione delle squame: larghezza 1 - 1,5 mm; lunghezza 6 – 10 mm.
Corolla: le corolle sono formate da una ligula terminante con 5 denti (è la parte finale dei cinque petali saldati fra di loro). Il colore dei fiori è giallo (a volte rosso). La ligula è lunga da 10 – 13 mm; il tubo è lungo 3 – 4 mm; la ligula è larga 1 - 1,7 mm.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[17] Le antere (lunghe 2,5 - 3,5 mm) alla base sono acute e lunghe 0,5 mm. Il polline è tricolporato.[18]
Gineceo: lo stilo è filiforme. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti e ricurvi con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base).[19] L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Il colore dello stilo è scuro-verdastro.
Fioritura: da maggio a settembre.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, di colore marrone, sono lunghi compreso il becco 3 – 5 mm (larghezza 0,3 - 0,6 mm) con forme più o meno cilindriche e con 10 coste longitudinali; all'apice sono più o meno assottigliati in un becco lungo 0,5 - 1 volte il corpo dell'achenio (ossia da 1 a 2,5 mm). A volte gli acheni esterni sono assenti. Il pappo è bianco ed è lungo 2,5 – 5 mm, soffice con setole flessibili ma tenaci e supera appena l'altezza delle squame dell'involucro.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono gli incolti, i campi e lungo le vie; ma anche gli ambienti ruderali, le praterie e i pascoli anche rocciosi. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[21]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.200 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Areale alpino. Dal punto di vista fitosociologico alpino questa specie appartiene alla seguente comunità vegetale:[21]
Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae.
Areale italiano. Per l'areale completo italiano Crepis setosa appartiene alla seguente comunità vegetale:[22]
Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti
Classe: Artemisietea-vulgaris Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow, 1951
Ordine: Onopordetalia-acanthii Br.-Bl. & Tüxen ex Klika in Klika & Hadač, 1944
Descrizione. L'alleanza Dauco carotae-Melilotion albi è relativa alle comunità ruderali nitrofile di specie erbacee con cicli biologici bienni e perenni su suoli aridi e poveri di nutrienti con elevato contenuto di ghiaia e detriti. Questa alleanza è distribuita nell’Europa centrale da cui si è in seguito diffusa tramite mezzi antropogenici (strade, ferrovie e spostamenti umani).[22]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[23], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[24] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[25]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]
Filogenesi
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[11]
La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[11] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Crepis-Lapsana-Rhagadiolus clade", composto dai generi Crepis L., 1753, Lapsana L., 1753 e Rhagadiolus Juss., 1789.[12] Dalle analisi Crepis risulta parafiletico (per cui la sua circoscrizione è provvisoria).[26]
Nella "Flora d'Italia" le specie italiane di Crepis sono suddivise in 4 gruppi e 12 sezioni in base alla morfologia degli acheni, dell'involucro e altri caratteri (questa suddivisione fatta per scopi pratici non ha valore tassonomico). La specie di questa voce appartiene al Gruppo 1 (gruppo con acheni dimorfi) e alla Sezione D (il colore dei fiori è giallo; il ricettacolo è ciliato per peli molli).[14]
I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[14][27]
gli acheni sono dimorfi, ma talvolta sono uniformi;
il colore dei fiori è giallo (esternamente sono da rossastri a purpurei);
il ricettacolo è ciliato per peli molli;
le brattee involucrali sono pubescenti per peli giallastri;
gli acheni interni sono lunghi da 3 a 5 mm e non sono alati.
Per questa specie è indicata la seguente sottospecie (non riconosciuta da tutte le checklist[2]):[12]
Crepis setosa subsp. topaliana Babc., 1941 - Distribuzione: Grecia e Anatolia
Specie simili
Altre specie appartenenti allo stesso gruppo/sezione:[27]
Crepis aspromontana Brullo et al. - Radichiella dell'Aspromonte: le brattee involucrali sono pubescenti per peli nerastri; gli acheni interni sono lunghi da 2 a 8 mm e non sono alati.
Crepis setosa Haller fi. - Radichiella cotonosa: le brattee involucrali sono pubescenti per peli giallastri; gli acheni interni sono lunghi da 3 a 5 mm e non sono alati.
Crepis vesicaria L. - Radichiella vescicosa: le brattee involucrali sono pubescenti per peli giallastri; gli acheni interni sono lunghi da 6 a 8 mm e tutti non sono alati.
Crepis foetida L. - Radichiella selvatica: gli acheni interni sono lunghi 10 - 20 mm con un becco allungato e tutti non sono alati.
Crepis insularis Moris et De Not. - Radichiella di Capraia: simile a C. foetida, ma le dimensioni sono più ridotte; i fusti sono decisamente semplici e monocefali.
Sinonimi
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Aegoseris setosa (Haller f.) Fourr.
Apargia setosa (Haller f.) Moench
Barkhausia setosa (Haller f.) DC.
Crepis setosa subsp. typica Babc. & Stebbins
Hieracium setosum (Haller f.) E.H.L.Krause
Wibelia setosa (Haller f.) Roehl.
Altre notizie
La crepide ispida in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.