Chloris sinica
Il verdone di Cina, detto anche verdone asiatico, o verdone testagrigia (Chloris sinica (Linnaeus, 1766)), è un uccello passeriforme della famiglia dei fringillidi[2]. EtimologiaIl nome scientifico della specie, sinica, deriva dal latino e significa "cinese", in riferimento all'areale della specie: esso viene ripreso nel suo nome comune. DescrizioneDimensioniMisura 12,4–14 cm, per un peso di 17-22 g[3]. AspettoSi tratta di uccelletti robusti e massicci, muniti di grossa testa con becco tozzo e conico, ali allungate e coda lievemente forcuta. BiologiaSi tratta di uccelli dalle abitudini essenzialmente diurne, che passano la maggior parte della giornata al suolo o fra i rami alla ricerca di cibo: molto miti e socievoli e tendenzialmente gregari, non esitano all'infuori del periodo degli amori a riunirsi in gruppi anche numerosi, talvolta in associazione ad altre specie affini. AlimentazioneI verdoni orientali sono uccelli quasi esclusivamente granivori: la loro dieta, infatti, si compone in massima parte di semi (principalmente di piante erbacee) e granaglie (girasole, grano saraceno, riso etc.)[3], comprendendo però anche germogli, bacche e frutti, mentre è più raro che questi uccelli si cibino volontariamente di insetti e piccoli invertebrati. RiproduzioneIl periodo degli amori va da marzo ad agosto, durante il quale questi uccelli portano generalmente avanti due covate[3]: i verdoni cinesi sono uccelli rigidamente monogami, coi maschi che in primavera competono aspramente cantando e svolazzando per trovare una compagna, che corteggiano a lungo seguendola, trillando ed arruffando le penne. Il nido viene costruito dalla sola femmina: esso ha forma a coppa, viene ubicato fra i rami di un albero o un cespuglio e si compone in massima parte di fibre vegetali intrecciate, con l'interno foderato di lanugine animale o vegetale. Al suo interno, la femmina depone 3-5 uova di colore bianco-azzurrino con sparse maculature bruno-rossicce al polo ottuso, che provvede a covare da sola (col maschio che staziona di guardia nei pressi del nido e si occupa di trovare il cibo per sé e per la partner) per circa due settimane, al termine delle quali schiudono pulli ciechi ed implumi. I nidiacei vengono accuditi da ambedue i genitori, ed attorno alle due settimane di vita sono pronti per l'involo, pur trattenendosi ancora per qualche giorno nei pressi del nido, chiedendo sempre più sporadicamente l'imbeccata ai genitori, che nel frattempo in genere stanno dedicandosi a una seconda nidiata. Distribuzione e habitatCome intuibile dal nome comune, il verdone orientale è diffuso nell'estremo oriente asiatico, pur non essendo endemico della Cina come si potrebbe essere indotti a pensare: la specie è infatti sì diffusa in tutta la cina centro e sud-orientale, oltre che in Manciuria, ma anche in Corea, Giappone e nel Tonchino. Durante l'estate, alcune popolazioni di questi uccelli si spingono anche a Hokkaidō, Sakhalin e fino in Kamchatka per nidificare (con alcuni esemplari isolati rinvenuti addirittura alle Aleutine ed in Columbia Britannica[4]), mentre durante l'inverno alcune si spostano su Taiwan[3]: la specie è tuttavia tendenzialmente stanziale in tutto il suo areale. L'habitat del verdone orientale è rappresentato dalle aree vallive alberate e cespugliose non eccessivamente fitte, con presenza di boschi misti, radure ed acqua dolce permanente: questi uccelli si dimostrano però molto adattabili, colonizzando anche le aree urbane e suburbane alberate ed i campi coltivati. SistematicaDescritta scientificamente nel 1766 da Linneo col nome di Fringilla sinica, questa specie è stata in seguito ascritta a lungo al genere Carduelis, venendo però recentemente segregata nel genere Chloris, che condivide con gli altri verdoni e nel quale viene classificata ancor oggi[5]. Se ne riconoscono 5 sottospecie[2]:
Secondo alcuni autori, le popolazioni settentrionali dalla sottospecie ussuriensis andrebbero elevate al rango di sottospecie a sé stante col nome di C. s. chabarovi, così come dalla sottospecie minor andrebbero scorporate le popolazioni delle isole Izu (C. s. sitchitoensis) e dell'area di Kanzaki (C. s. tokumii)[3]. Note
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