Chiesa di Santa Chiara (Palermo)
La chiesa di Santa Chiara all'Albergaria è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. Il complesso monumentale della chiesa, monastero e altre antiche istituzioni è ubicato in piazza Santa Chiara, nel mandamento Palazzo Reale o Albergaria a poca distanza dal mercato di Ballarò.[1][2][3] Culto di Santa Chiara d'Assisi e di Santa Restituta![]() ![]() Fiorente devozione verso la martire berbera, la cui statua in marmo è oggi esposta nel Museo Diocesano.[4] Nel 1557 lo scultore Giacomo Gagini porta a compimento la statua marmorea della santa commissionata al padre Antonello Gagini nel 1535 da collocare nella chiesa del monastero di Santa Chiara.[5][6] Una immagine della santa su fondo oro è raffigurata su una pala trecentesca custodita nella cattedrale di Palermo. Il 17 maggio 1332, in seguito alla miracolosa guarigione di Nicola Citarista, è portata in processione nel monastero di Santa Chiara ove resta in custodia fino al 1912.[4] In seguito il quadro è restituito alla cattedrale ove si ammira collocato nella sacrestia dei Canonici. Storia
ProspettoLa facciata presentava fino al 1943 un bellissimo portale barocco di Paolo Amato con colonne tortili e statua di Santa Chiara[11] collocata nella nicchia sovrastante il timpano, una bomba rovinò l'intero prospetto compreso il coro interno. La ricostruzione nel dopoguerra comporta il riutilizzo del portale della chiesa della Madonna delle Grazie dei Macellai di «Piazzetta dei Caldomai» collocato in posizione leggermente più arretrata. Una lapide marmorea indicava il luogo ove sorgeva il palazzo di Matteo Termini, zio del patrocinatore Matteo Sclafani. La facciata attuale è piuttosto semplice, sulla sinistra si innalza il pittoresco campanile barocco, unico elemento architettonico originario sopravvissuto ai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale. Articolato su tre ordini con loggette, decori e intagli nella pietra. Dall'ultima loggia si gode un interessante panorama su una Palermo maestosa e magnifica. Nella controfacciata sopra l'ingresso, tre arcate a tutto sesto e quattro colonne doriche in marmo rosso sostengono l'ampio coro illuminato da un grande oculo. Interno![]() L'interno è a unica navata, con cappelle laterali poco profonde e un ampio presbiterio. L'aula si sviluppa in lunghezza ed in altezza, slanciandosi nell'abside con una cupola ellittica. Parete destraLungo le pareti dell'aula si susseguono quattro cappelle poco profonde, incorniciate dalle modanature degli archi al di sopra dei quali sporgono alcune logge dorate dai frontoni ricurvi destinate alle clarisse, che in tal modo potevano assistere non viste, alle celebrazioni religiose. Altrettanto fastosi come l'altare maggiore, oggi assai deteriorate e mancanti di alcune decorazioni.
Parete sinistraNegli altari di sinistra quadri moderni di devozione salesiana realizzati tra il 1954 e il 1956.
Nel tempio è documentata la Pietà di Pietro Novelli[2][4] oggi custodita al Museo Diocesano proveniente dalla vicina chiesa del Saladino, luogo di culto non più esistente. È presente un altare ligneo nella Cappella di Santa Chiara e un quadro raffigurante San Giuseppe. PresbiterioL'affresco dell'arco trionfale è attribuito a Paolo Martorana, raffigura Cristo consegna le chiavi della chiesa a San Pietro, nello specifico la chiesa è rappresentata come donna con la tiara papale, la croce ed il calice. Gaspare Fumagalli realizza Il trionfo dell'Arca dell'Alleanza nel catino absidale 1749 circa. Antonio Grano è l'autore del Trionfo della Trinità realizzato nella cupola nel 1678. Dello stesso autore il Mosè guida il suo popolo nell'emisfero dell'abside. Nei pennacchi della cupola sono dipinti quattro figure allegoriche che simboleggiano la Carità, la Sapienza, la Fortezza e la Giustizia. Affresco di autore incerto sulla lunetta dell'arco trionfale del presbiterio con la rappresentazione del Sapiente dibattito sul Sacramento dell'eucaristia. Nella volta sono presenti monocromi e affreschi classicheggianti, semplici nei colori e nei soggetti rappresentati, essi si estendono sulla volta a botte in un susseguirsi di quadroni e vele. Al centro della volta Santa Chiara in adorazione dell'Ostensorio. Altare![]() Di straordinario pregio è l'altare maggiore interamente ricoperto di bronzi dorati, lapislazzuli, agate e ametiste e concluso da uno scenografico baldacchino. Sulle pareti del presbiterio si ammirano i quadri dipinti da Guglielmo Borremans: Il taglio delle trecce e i voti di Santa Chiara e la Svestizione di San Francesco del 1735.[12] Sotto le due tele si osservano i busti in marmo di Santa Rosalia e Santa Restituta. Lungo i pilastri che aprono la curva dell'abside sono collocati i busti di due sante francescane: Santa Margherita regina di Scozia a sinistra e Santa Elisabetta regina del Portogallo a destra. Sul catino absidale stucchi settecenteschi con angioletti che reggono un drappo a baldacchino ad ornamento dell'Agnus Dei raffigurato giacente sul Libro Sacro chiuso dai sette sigilli, come descritto nell'Apocalisse. Opere documentate
MonasteroIl monastero trecentesco è costruito in riva al fiume Kemonia grazie ad altissime mura che colmano il dislivello tra il piano della struttura e le sponde del «Rio del maltempo» notevolmente più basse.[2]
Oggi le strutture salesiane assistono gli extracomunitari del quartiere e le diverse culture insediate a Palermo. Eremo
Conservatorio
Oratorio di Santa ChiaraNote
Bibliografia
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