Chiesa di San Romano (Milano)
L'oratorio di San Romano era una piccola chiesa che sorgeva all'inizio del corso di Porta Orientale (oggi corso Venezia) a Milano, in posizione leggermente arretrata rispetto alla chiesa di San Babila tuttora esistente. Già citato nei libri liturgici dell'XI secolo e sicuramente esistente nell'anno 1280,[1] l'oratorio era parte di un nucleo sacro originario costituito dall'oratorio di Santa Marta, da due cimiteri, una cappelletta dei morti, la chiesa di San Babile e, appunto, San Romano.[2] StoriaLe notizie storiche certe e più antiche riguardo alla forma della chiesa risalgono all'anno 1630, allorquando il celebre architetto milanese Giuseppe Barca, ingegnere e professore delle matematiche nella Palatina,[1] mise mano all'oratorio trasformandolo secondo il nuovo linguaggio del classicismo barocco milanese. La chiesa venne quindi ridisegnata su ordine corinzio con pianta a croce latina a unica navata sostenuta tre archi sostenenti una vaga volta e pavimento in pietra e.[3] Sull'altare maggiore era posta l'effigie di Nostra Signora Addolorata col suo figliolo morto ai piedi.[1] I lavori del 1630 tuttavia non apparivano ancora terminati nel 1683 e neppure nel Settecento allorché, nell'anno 1731, venne risistemato l'interno dell'oratorio e l'altare maggiore abbellito con marmi lisci a vari colori, interrotti da altri ornamenti messi ad oro. Sono proprio di quegli anni del Settecento le uniche testimonianze a noi giunte sull'aspetto esteriore dell'oratorio: la chiesa è infatti ben visibile nell'acquarello di G.B Riccardi del 1734, successivamente ripreso a stampa da altri artisti. Passata dopo alterne vicende al Demanio, e diventata prima magazzino e poi studio del pittore Acquisti, la chiesa venne venduta a privati nell'anno 1810, trasformata in teatro meccanico e poi parzialmente demolita per lasciare posto al palazzo privato ancora esistente in Corso Monforte, 7 che tuttora ne conserva una parte dell'aspetto nell'ordine inferiore. Note
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