Chiesa di San Pietro (Gemonio)
La chiesa di San Pietro è un edificio religioso, risalente al VII-VIII secolo e successivamente modificato, che si trova a Gemonio, in provincia di Varese e diocesi di Como. Testimonianza fra le meglio conservate del Romanico lombardo, è monumento nazionale italiano del 1912[1]. Storia e descrizioneNon si conosce la fondazione dell'edificio, che doveva essere a navata unica absidata, e certamente antica, se il complesso - secondo la tradizione[2] - fu donato dal re longobardo Liutprando nel 712 all'importante monastero pavese di San Pietro in Ciel d'Oro[3]. Poco prima dell'anno mille, all'epoca in cui Gemonio faceva capo alla pieve di San Lorenzo in Val Cuvia, furono effettuati importanti lavori di rifacimento[2]. A quest'epoca risale l'altare maggiore, dipinto a motivi geometrici e floreali,[2] eccezionale testimonianza altromedioevale conservatasi intatta all'interno del rivestimento che era stato eseguito nel XV secolo, e rimosso in occasione dei restauri degli anni 60 del Novecento. A questi primitivi lavori risalgono la navata sinistra, aggiunta a nord della navata principale nel primo quarto del secolo XI,[2] l'elevazione del campanile nell'angolo nord-est (X secolo[2]), e il rifacimento dell'abside principale in pietra, esternamente decorato con ad archetti pensili binati, alternativamente sorretti da larghi peducci modanati e da lesene impostate su un alto zoccolo[4]. Nella navata sinistra vennero realizzate finestre a doppia strombatura, con piano inclinato verso l'esterno.[2] Nel corso del XV secolo fu aggiunta la terza navata, quella meridionale, sormontata da finestre a doppio strombo obliquo[2]. Il campanile è ritenuto essere il prototipo di una tipologia romanica comune nel Varesotto, ispirata al campanile dei monaci della basilica milanese di Sant'Ambrogio,[2] con proporzioni slanciate e una massa muraria compatta, costituito da pietra e ciottoli fluviali. La decorazione esterna è costituita da quattro specchiature sovrapposte ad archetti pensili in cui trovano posto le aperture, costituite da semplici feritoie o monofore. Tale tipologia si differenzia da quella più diffusa in area comasca, caratterizzata invece da un progressivo alleggerimento dei piani grazie a una progressione ascendente di polifore sempre più ampie[4]. Gli affreschi sull'abside e sulle pareti interne furono realizzati a partire dal Quattrocento.
Note
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