Ceccardo Roccatagliata Ceccardi nacque il 6 gennaio 1871 a Genova, nella casa di famiglia in via Caffaro, prima che la famiglia si trasferisse a Ortonovo, nell'attuale provincia della Spezia. I genitori erano Lazzaro Roccatagliata (n. 1837), genovese, modesto proprietario di umili origini, e Giovanna Battistina Ceccardi, della famiglia dei Ceccardi, originaria di Ortonovo in Lunigiana. I Ceccardi erano una famiglia eminente, ma non nobile, come invece volevano far credere[1].
Dopo la nascita del secondogenito, Luigi Roccatagliata (12 ottobre 1878), i contrasti tra i coniugi e il fatto che Lazzaro Roccatagliata avesse dilapidato la fortuna di famiglia fecero sì che Giovanna Ceccardi si trasferisse a Ortonovo lasciando il marito a Genova e portando con sé i figli.
Dalla madre Ceccardo imparò ad amare la poesia, con gli autori inglesi da Shelley a Keats, ma anche con Victor Hugo e Giacomo Leopardi[2]. Tuttavia a Ortonovo le condizioni economiche rasentavano la povertà.
Dagli anni dell'infanzia in Lunigiana Ceccardo trasse spunti per i sonetti di Apua Mater.
Gli studi
Ceccardo si iscrisse al ginnasio di Massa, poi nel 1888 al liceo della stessa città[1]. Doveva andare a scuola a piedi e tornare sempre a piedi per la scarsità di mezzi economici. Dopo la prima liceo, proseguirà gli studi privatamente e conseguirà il diploma di licenza liceale al Liceo ginnasio Andrea D'Oria di Genova[1]. A Genova rimase per frequentare l'università. Fu il padre a richiederne la presenza presso di sé, intendendo far svolgere al figlio l'attività di notaio. Ceccardo frequentò pertanto il corso di notariato presso l'Università di Genova[1] in via Balbi.
Nel 1892[2], mentre è a Genova, in Lunigiana morì sua madre. Dei figli, Ceccardo rimase a Genova, mentre Luigi stava a Ortonovo, dove riceveva spesso visite dal fratello.
Roccataglia dovette perciò abbandonare l'università[2], e in seguito al tracollo finanziario familiare condurrà per molti anni una vita travagliata.
L'attività
Si spostava frequentemente a Ortonovo, e a Carrara collaborava a fogli locali come Lo Svegliarino, "Giornale della Democrazia", fondato nel 1877.
A Genova frequentava gli ambienti della Galleria Mazzini, soprattutto la Libreria Moderna e il Caffè Roma. Era cronista giudiziario per Il Caffaro e fra gli altri seguì il processo al brigante Musolino a Lucca[1]. Collaborava a riviste letterarie come La tavola rotonda di Napoli e L'idea liberale di Milano. Era un protagonista della cultura genovese del suo periodo. A lui faceva riferimento un folto gruppo di intellettuali, dal quale passano fra gli altri lo scultore Edoardo De Albertis e Camillo Sbarbaro. Particolare amicizia strinse con il pittore Plinio Nomellini[2]. Incontrava esponenti della cultura anche in altre città, ad esempio nella redazione fiorentina de Il Popolo conobbe il pittore Lorenzo Viani, cui fu legato da profonda amicizia. In questo periodo Ceccardo ebbe anche due duelli[1].
Proprio a Genova conosce Francesca Giovannetti, originaria di Sant'Andrea Pelago, che sposa nel 1901. Il matrimonio è celebrato da Don Gimorri nell'Oratorio dei Casoni di Sant'Andrea. L'anno successivo nasce il figlio Tristano. Spinto da necessità, dal 1903 risiede, più o meno stabilmente, a Sant'Andrea Pelago, nella casa della moglie, in via di Fortezza.
Nel 1903 si mise in luce come esperto d'arte, criticando sui giornali i restauri dei quadri di Palazzo Rosso, creando scandalo ma ricevendo anche apprezzamenti[4].
Oltre all'attività poetica traduce dal latino gli Annali del Caffaro su commissione nel 1908 del Comune di Genova.
Crea il "Cenacolo di Apua", che poi divenne "Repubblica di Apua". Vi partecipano personaggi importanti dei primi anni del Novecento come il pittore Lorenzo Viani, lo scrittore Enrico Pea e lo storico e letterato Pietro Ferrari. Ceccardo ne è il presidente e Viani il luogotenente.
Nel 1915 assieme ad Alceste de Ambris e Giuseppe Ungaretti partecipa volontario alla prima guerra mondiale.
Il 16 settembre 1918 è iniziato in Massoneria nella Loggia "Trionfo Ligure - Secolo Nuovo" di Genova[5].
Poco prima della morte, avvenuta nel 1919, gli viene assegnata la cattedra di italiano in un istituto tecnico di Parma.
Le sue ceneri sono conservate nella sala centrale del tempio crematorio, all'interno del cimitero monumentale di Staglieno, a Genova.
Poetica
La sua poesia si può ritenere espressione di un disagio esistenziale dovuto forse alla sua vita sregolata e ribelle, raccontata e un po' mitizzata dal suo amico anarchico, scrittore e pittore Lorenzo Viani in Ceccardo (1922). Lo si nota nelle sue opere più riuscite, dove esprime, come nel Il Viandante (1911), il desiderio di fuggire di terra in terra per incontrare e celebrare sia la bellezza sia la povertà.
Oltre a ciò emerge una vita più carica di tensioni, ansie che si attenuano a tratti nella sua elegante prosa intrisa di sentimenti e nostalgici ricordi del paesaggio ligure, come in Apua Mater1905.
Quel suo modo di vivere sopra le righe lo porta in un momento di lucida follia a definirsi, sulle pagine della Gazzetta livornese (1898), «un fratello lontano di Tristan Corbière e di Rimbaud e un piccolo cugino di Verlaine».
La Spezia: grande busto in marmo di Carrara, opera dello scultore Aldo Buttini, a cura dell'Università popolare della Spezia, collocato nei Giardini Pubblici (1930);
La Spezia, via Ceccardo Roccatagliata Ceccardi (tra viale Mazzini e via Don Minzoni);
Lavagna: Via Ceccardo Roccatagliata Ceccardi (tra Corso Buenos Aires e Via Garibaldi)
Marina di Carrara: scuola materna Roccatagliata Ceccardo Ceccardi in via F. Cavallotti
Massa: in località Poveromo nelle vicinanze dell'aeroporto del Cinquale
Ortonovo: nel centro storico dove il poeta visse da ragazzo è intitolata una delle strade principali e, in un'aiuola di fianco al palazzo comunale, è un suo busto in marmo. A Ortonovo inoltre gli è dedicata la scuola media in Via Camporeggio, nella frazione di Casano.