L'ex Casa del Fascio di Bolzano (anche Casa Littoria) fu costruita tra il 1939 e il 1942 in stile razionalista su progetto degli architetti Guido Pelizzari, Francesco Rossi e Luis Plattner, quale sede del Partito Nazionale Fascista e delle organizzazioni collaterali del fascismo, in piazza del Tribunale (in ted.Gerichtsplatz; già piazza Arnaldo Mussolini). Dal dopoguerra ospita gli Uffici finanziari dello Stato ed altri enti statali che operano in Provincia di Bolzano.
L'edificio, a forma convessa, si rapporta al Palazzo di Giustizia, posto di fronte, a sua volta eretto tra il 1939 e il 1956 su progetto di Paolo Rossi de Paoli e Michele Busiri Vici, a forma concava.
Storia
L'ex Casa del Fascio conserva sul suo frontone, posto sopra un arengario, un monumentale bassorilievo di Hans Piffrader con al centro il duce a cavallo e nell'atto del saluto romano e con il racconto del «trionfo del fascismo», opera commissionata dal PNF stesso. Essa è costituita da 57 pannelli di larghezza variabile, alti 2,75 metri, posti su due file sovrapposte, per uno sviluppo lineare di 36 metri, una superficie di 198 metri quadrati e un peso totale di circa 95 tonnellate. Tre dei pannelli furono applicati solo nel 1957, essendo rimasta l'opera incompiuta con la caduta del fascismo nel 1943.[1] Le dimensioni complessive del fregio ne fanno probabilmente il bassorilievo più imponente realizzato durante il fascismo e ancora esposto al pubblico.
Nel 2017, analogamente al Monumento alla Vittoria, anche il fregio di Piffrader è stato sottoposto, su iniziativa dell'Amministrazione provinciale altoatesina, a un intervento di storicizzazione e depotenziamento, su progetto artistico di Arnold Holzknecht e Michele Bernardi e con la supervisione di una commissione storica, con l'apposizione di una scritta illuminata che reca una citazione della filosofa Hannah Arendt in tre lingue (ladino, tedesco austriaco, italiano) - «Nessuno ha il diritto di obbedire» - contrapposta al dogma fascista del Credere, obbedire, combattere tuttora presente sul bassorilievo.[2] Sulla piazza stessa è stato installato un infopoint con testi esplicativi, resi in quattro lingue, che spiegano la storia dell'edificio, dell'opera di Piffrader, del contesto urbanistico più complessivo nonché della citazione di Hannah Arendt.[3]
Il progetto di contestualizzazione, oltre a incontrare consensi, fra cui quello del britannico The Guardian, è pure stato avversato, oltre che dai partiti della destra, dalla sezione locale dell'associazione Italia Nostra, arrivando financo a un esposto in Procura contro l'operazione stessa,[4] nonché dal critico d'arte Vittorio Sgarbi.[5]
D'altro canto è stato sottolineato, anche nella percezione internazionale, che il tentativo bolzanino abbia effettivamente superato la sterile dicotomia tra abbattere o invece mantenere in forma invariata i relitti fascisti, con la filosofia dell'aggiungere, risemantizzare, ironizzare e umiliare gli artefatti totalitari, facendone delle risorse democratiche.[6][7]
^(EN) Hannes Obermair, Monuments and the City—an almost inextricable entanglement, in Multiple Identitäten in einer „glokalen Welt“ - Identità multiple in un "mondo glocale" - Multiple identities in a "glocal world", a cura di Matthias Fink et al. Eurac Research, Bolzano 2017, ISBN 978-88-98857-35-7, pp. 88–99 (p. 97s.).
^Robert Bevan, Monumental Lies. Culture Wars and the Truth about the Past, London-New York, Verso, 2022, pp. 22-27 e 283-284. ISBN 978-1-83976-187-4.
^Hannes Obermair, Das Beispiel Bozen oder: Lassen sich bauliche Relikte des Faschismus in demokratische Ressourcen transformieren?, in Ingrid Böhler, Karin Harrasser et al. (a cura di), Ver/störende Orte. Zum Umgang mit NS-kontaminierten Gebäuden, Vienna-Berlino, Mandelbaum Verlag, 2024, ISBN 978-3-99136-019-3, pp. 250–257.
Bibliografia
(DE) Mathias Frei, Hans Piffrader 1888–1950. Entwürfe zum Relief am Gebäude der Finanzämter in Bozen, Bozen, Südtiroler Künstlerbund, 2005.
(DE) Giorgio Mezzalira, Geteilte Erinnerungen. Faschistische Denkmäler und Symbole in Südtirol zwischen Konflikt und Historisierung, in Günther Pallaver (a cura di), Umstrittene Denkmäler. Der Umgang mit der Vergangenheit, Edition Raetia, Bozen 2013, pp. 135-164.
(DE) Wolfgang Strobl, Mussolini im Gewande Neros. Subversives und Zensur in der Kunst einer Grenzregion des faschistischen Italien (Zu Hans Piffraders Fries für die Casa del Fascio in Bozen), in Geschichte und Region/Storia e Regione, 24, 2015, n. 2, pp. 170-184.
(EN) Hannes Obermair, Monuments and the City—an almost inextricable entanglement, in Multiple Identitäten in einer „glokalen Welt“ – Identità multiple in un "mondo glocale" – Multiple identities in a "glocal world", a cura di Matthias Fink et al. Eurac Research, Bolzano 2017, ISBN 978-88-98857-35-7, pp. 88-99.
Hannes Obermair, Da Hans a Hannah - il "duce" di Bolzano e la sfida di Arendt, in Il Cristallo. Rassegna di varia umanità, LX, n. 1, Merano, Edizioni alphabeta Verlag, 2018, pp. 27-32, ISBN978-88-7223-312-2, ISSN 0011-1449 (WC · ACNP).
(DE, IT) Carl Kraus, Hannes Obermair (a cura di), Mythen der Diktaturen. Kunst in Faschismus und Nationalsozialismus – Miti delle dittature. Arte nel fascismo e nazionalsocialismo, Tirolo, Museo provinciale di Castel Tirolo, 2019, pp. 201-207, ISBN978-88-95523-16-3.
Andrea Di Michele, Storicizzare i monumenti fascisti. Il caso di Bolzano, in Geschichte und Region/Storia e regione, 29, 2020, n. 2, pp. 149-167; anche in traduz. inglese, Fascist Monuments on the Border. The Case of Bolzano/Bozen, South Tyrol, in Id., Filippo Focardi (eds.), Rethinking Fascism. The Italian and German Dictatorships, Berlin/Boston, de Gruyter, 2022, pp. 247-274. https://doi.org/10.1515/9783110768619-013.
(EN) Anna Cento Bull, David Clarke, Agonistic interventions into public commemorative art: An innovative form of counter-memorial practice?, in Constellations. An International Journal of Critical and Democratic Theory, Vol. 27, Wiley, 2020, pp. 1-15.
(EN) Robert Bevan, Monumental Lies. Culture Wars and the Truth about the Past, London-New York, Verso, 2022, pp. 22-27 e 283-284. ISBN 978-1-83976-187-4.
Hannes Obermair, I luoghi del fascismo: il caso sudtirolese. A proposito di monumenti e terze vie, in Serena Luzzi, Elvira Migliario (a cura di), Statue abbattute e (ab)uso pubblico della memoria storica (Quaderni, 12), Trento: Università degli Studi di Trento, 2022, ISBN 978-88-8443-994-9, pp. 41–47.
Elvira Migliario, Hannes Obermair, Roma sulle sponde del Talvera, in Elvira Migliario, Gianni Santucci (a cura di), «Noi figli di Roma». Fascismo e mito della romanità, Milano, Mondadori, 2022, ISBN 978-88-00-86287-5, pp. 135–159.
(DE) Hannes Obermair, Das Beispiel Bozen oder: Lassen sich bauliche Relikte des Faschismus in demokratische Ressourcen transformieren?, in Ingrid Böhler, Karin Harrasser et al. (a cura di), Ver/störende Orte. Zum Umgang mit NS-kontaminierten Gebäuden, Vienna-Berlino, Mandelbaum Verlag, 2024, ISBN 978-3-99136-019-3, pp. 250–257.
I luoghi della memoria fascista, discussione a cura dell'Istituto Nazionale Ferruccio Parri tenutasi online il 24.11.2020, con un intervento di Andrea Di Michele dal titolo "Bolzano e le tracce architettoniche del fascismo" (da 40:08 a 57:30), URL consultato il 1º gennaio 2021
Statue abbattute e (ab)uso pubblico della memoria storica, discussione a cura dell'Università di Trento tenutasi online il 25.03.2021, con un intervento di Hannes Obermair dal titolo "I luoghi del fascismo: Il caso sudtirolese – Public History in una regione di confine" (da 38:00 a 1:04:37), URL consultato il 2 maggio 2021