Carl'Alberto Perroux
Carl'Alberto Perroux, noto anche come Carlo Alberto, (Mirandola, 20 novembre 1905[1] – Crespellano, 20 agosto 1977[2]) è stato un avvocato e dirigente sportivo italiano. Fu fondatore e per lungo tempo capitano non giocatore del Blue Team, la più vincente squadra della storia del bridge, conquistando dal 1951 al 1966 ben otto Bermuda Bowls, un'Olimpiade del bridge e cinque campionati europei.[3] Alla sua memoria è intitolata la Camera Penale di Modena[4], associazione degli avvocati penalisti modenesi aderente all'Unione delle Camere Penali Italiane. BiografiaFiglio di Alberto Perroux, cancelliere della pretura di Mirandola, ed Enrica Maramotti, si laureò in giurisprudenza il 4 luglio 1927 presso l'Università di Modena. Dopo aver partecipato alla marcia su Roma, iniziò un'illustre carriera di avvocato penalista presso il foro di Modena, dove venne eletto anche consigliere e presidente dell'ordine forense. Negli anni 1950 si occupò di famosi processi riguardanti omicidi politici avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale nel cosiddetto Triangolo della morte, tra cui quelli per la strage della corriera fantasma, gli omicidi di don Umberto Pessina e dell'ingegnere Eden Boari, oltre ad altri famosi casi giudiziari mediatici (il delitto Nigrisoli, il fallimento di Felice Riva, il caso della marchesa Mazzilli e altri). Nel 1970 fu tra i fondatori della Camera Penale dell'Emilia-Romagna. Nel 1962-1963 fu governatore di distretto del Rotary Club e presidente del circolo di Modena. Eletto consigliere comunale del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI),[2] si presentò anche in diverse elezioni di Camera e Senato, ma non venne mai eletto. Carriera sportivaNella stagione 1935-1936 fu presidente del Modena. Dal 1951 al 1966 fu capitano non giocatore della squadra di bridge Blue Team: fu il principale artefice della coesione e dello spirito della squadra, sostenendo e consolando, ma soprattutto esortando e forzando. Era noto per aver imposto una dura disciplina: i giocatori infrangevano le regole venivano incondizionatamente messi in panchina, indipendentemente dai benefici a breve termine. Controllava anche se i membri della propria squadra andassero a letto da soli e in tempo durante i tornei.[5] Perroux fu presidente della Federazione Italiana Gioco Bridge e commissario tecnico della nazionale dal 1952 al 1967, anno in cui si trasferì in Brasile per allenare i giocatori locali.[6][7] Palmarès
Opere
Note
Bibliografia
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