Campello Monti (Kampel in titzschu[2]) è una frazione[3] del comune di Valstrona che fino al 1929 fu un comune autonomo, che comprendeva, oltre al centro principale, anche gli insediamenti di Pian Pennino/Pianpanìn, Ronco/Runk, Tappone/Tapòn e Valdo/Waud[2].
Origini del nome
Per il paese veniva un tempo anche utilizzato il toponimo latinoCampellus[4].
Il paese di Campello Monti, di antico popolamento Walser, fece a lungo parte di Rimella, un comune valsesiano di cultura Walser. I rimellesi, che in origine utilizzavano durante l'estate gli alpeggi della zona, vi si stabilirono poi per tutto l'anno. Non essendoci sul posto un cimitero consacrato i morti dovevano essere trasferiti attraverso la Bocchetta di Rimella al paese di origine della comunità, in Val Mastallone. Campello si distaccò poi progressivamente da Rimella. A partire dal 1551 i defunti poterono essere sepolti nel nuovo cimitero del paese[2] e il 19 agosto 1759 l'autonomia religiosa si ampliò con l'erezione a parrocchia della chiesa di San Giovanni Battista. Nel corso del Settecento il paese venne fortemente danneggiato da alcune esondazioni. Nel 1816 l'autonomia da Rimella venne completata dalla costituzione di Campello in comune a sé stante, che continuò però a far parte del Mandamento di Varallo Sesia[4]. Data la scarsità di risorse del proprio territorio nell'Ottocento molti tra gli uomini di Campello si recavano[4]
«... in regioni straniere ad esercitarvi il traffico, od il mestiere del peltrajo, lasciando le proprie mandre in custodia delle donne ...»
Tra la metà dell'Ottocento e il 1946[6] la povertà della zona fu alleviata dallo sfruttamento di alcune miniere di nichel.[7]
Con il regio decreto 18 febbraio 1929, n. 317[8], a partire dal successivo 13 aprile, Campello Monti perse la propria autonomia comunale e venne aggregato al nuovo comune di Valstrona, sorto nel 1928 dall'unione dei vari centri abitati presenti in Valle Strona.[9] Il suo territorio passò quindi della Provincia di Vercelli a quella di Novara, della quale a quel tempo la vallata faceva parte. Nel dopoguerra Germagno, Loreglia e Massiola riottennero la propria autonomia mentre Campello Monti restò parte di Valstrona. Il codice catastale di Campello Monti, valido fino al 1983, era B503[10].
Oggi Campello Monti è abitato solo durante la bella stagione, in particolare da famiglie originarie del paese che emigrarono in passato in varie parti d'Italia e all'estero. Anche alcuni alpeggi a monte del centro abitato vengono tuttora caricati dagli allevatori che vi trasferiscono il bestiame durante l'estate.[5] Nel corso dell'inverno il centro abitato non è raggiungibile con gli autoveicoli perché la strada che lo serve viene chiusa a monte di Forno.[11]
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, ospita la riproduzione di un dipinto del Guercino. L'originale, che era stato rubato nel maggio 1973 e che fu ritrovato 25 anni dopo, è oggi visibile al Museo del Duomo di Novara.[12]
Ecomuseo Campello Monti - Walsergemeinschaft Kampel, situato in via della Gassa n. 1; organizza un convegno annuale denominato Campello e i Walser.[6]
Villa Bordo, costruita nel 1890 ai margini del paese dalla famiglia Janetti, in stile neo-rinascimentale fiorentino.[13]
^abc AA.VV., Campello Monti/Kampel - Walser Gemeinschaft in der Provinz Verbania, in Isole di cultura - Saggi sulle minoranze storiche germaniche in Italia, Christian Prezzi (a cura di), Comitato unitario delle isole linguistiche storiche germaniche in Italia, 2004. URL consultato il 12 settembre 2018.
^abcGoffredo Casalis, Campello, in Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, vol. 3, Maspero, 1836, p. 369. URL consultato l'11 settembre 2018.
^ Bernardino Lotti, I giacimenti di pirrotina nichelifera di Campello Monti in Valle Strona e di Miggiandone in Val di Toce, Poligrafica nazionale, 1922.
^ Ministero della giustizia e degli affari di culto, Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, su augusto.agid.gov.it, n. 74, Ufficio pubblicazione delle leggi, 29 marzo 1929. URL consultato l'11 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
^Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia anno 69 n.8 dell'11 gennaio 1928; pag. 128; on-line in .pdf su [1]
^SIC - Campello Monti, su regione.piemonte.it, Regione Piemonte. URL consultato l'11 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2016).
^ Filippo Ceragioli e Aldo Molino, Alla testata della valle Strona, in Escursioni imperdibili nei parchi del Piemonte e dintorni, Edizioni del Capricorno, 2018, pp. 32-36, ISBN978-88-7707-390-7.