La formazione giovanile e l'ammissione all'Officio topografico
Benedetto Marzolla nacque a Brindisi da Carlo e da Elisabetta They.[3]
Educato presso le scuole pie dei Padri Scolopi a Brindisi, mostrò subito predisposizione per la matematica e le materie scientifiche ed un'autentica passione per la geografia,[4] le carte geografiche e per il disegno.[5]
Nel 1819 si trasferì a Napoli per dedicarsi agli studi di ingegneria militare e, «sotto la tutela del facoltoso zio materno Giuseppe They»,[6] si laureò ventenne da ufficiale borbonico.[7] A Napoli ebbe modo di conoscere il direttore del R. Officio topografico,[8] l'allora colonnello Ferdinando Visconti che, favorevolmente impressionato, «si compiacque di accoglierlo»,[9] nel 1821, nell'istituzione da lui diretta con la qualifica di tenente ingegnere topografo di terza classe.[10]
Marzolla conservò questo grado e questo incarico fino al 1822 quando, in seguito al fallimento dei moti carbonaro-massonici del 1820-21 ed alle conseguenti persecuzioni ed epurazioni, lo Stato Maggiore fu abolito,[11] l'Officio topografico fu posto alle dirette dipendenze del Ministro di Guerra e Marina,[12] Visconti fu allontanato dall'esercito ed esonerato dalla direzione dell'Officio topografico,[13] e Marzolla, sospettato di idee liberali, fu arrestato e imprigionato per alcuni mesi.[14]
Il reintegro nell'Officio topografico e la Commissione di statistica
Nel 1827 fu reintegrato nei ruoli dell'Officio topografico e diede inizio alla sua attività di cartografo che lo avrebbe portato a realizzare oltre centosettanta carte, tra geografiche, corografiche e topografiche, generali e tematiche, che ne avrebbero fatto uno dei più autorevoli protagonisti della geografia e della cartografia napoletana, ed europea del XIX secolo.[15]
Marzolla rimase all'Officio topografico fin quasi alla sua morte prematura, avvenuta per apoplessia[18] nella notte tra il 10 e l'11 maggio del 1858, «mentre andava per mettersi in posta e recarsi in Gaeta presso la Maestà del Re (N. S.) che a sé avevalo chiamato».[19]
L'udienza con il sovrano era prevista per via dell'attività che Marzolla andava svolgendo nell'ambito di un secondo incarico pubblico che, intanto, gli era stato conferito. Nell 1852,[20] infatti, era stato chiamato a far parte della Commissione di Statistica Generale pei Reali Dominî continentali, istituita presso il Ripartimento di Agricoltura e Commercio del Ministero dell'Interno.[21]
In questa sede, il 16 marzo del 1853, Marzolla aveva presentato un progetto di catasto generale che prevedeva l'esecuzione di una «Carta Catastale dei Comuni del Regno, indispensabile alla compilazione della Statistica».[22] Ciò avrebbe comportato il rilevamento di carte geometriche[23] a grande scala per «ciascun Comune de’ Reali Dominii continentali».[24]
E proprio la presentazione al Re del saggio di una carta catastale, quella del comune di Castellammare di Napoli, rilevata topograficamente da Marzolla[25] e da lui «portata all’ultima perfezione qual si richiedeva per servire di formola al catasto diffinitivo del Regno»[19] era il motivo di quel viaggio a Gaeta, tragicamente mancato.
L'ultimo decennio borbonico e la fondazione dello Stabilimento geografico
Ma non fu solo il doppio incarico a rendere gli ultimi anni di vita di Marzolla particolarmente gravosi di impegni. Ci fu anche un'altra attività da lui avviata a partire da quei primi anni '50 dell'800.
Nei pressi del R. Teatro di San Carlo[26] Marzolla aveva fondato infatti lo Stabilimento geografico, un'officina lito-cartografica privata, che aveva l'obiettivo di «riprodurre fra noi a buon mercato ogni maniera di carte geografiche fra le migliori che si elaborassero all'estero a seconda dei progressi della scienza».[27]
E, avviato che fu lo Stabilimento, Marzolla «adoperandosi intorno al novello trovato della litografia che nell'anzidetto Stabilimento era stata di subito introdotta», iniziò a pubblicare a dispense le «celebritavole provinciali del Regno di Napoli, poi raccolte in atlanti»[28] e diede avvio ad una cospicua produzione commerciale di carte tematiche d’attualità e di carte geografiche che sarebbero poi state definite «tra le più ricche di dati e meglio impostate a livello europeo».[29]
Marzolla non si occupò solo di cartografia ma partecipò attivamente alla soluzione delle problematiche ambientali e urbanistiche di Brindisi attraverso suggerimenti ed opere da realizzare. Nel 1819 collaborò con Francesco Bruni alla progettazione del cimitero comunale[17] e fondamentale fu il suo contributo per la riapertura del porto che, dopo gli inadeguati lavori di Andrea Pigonati, si era quasi interrato creando un'insalubre zona paludosa responsabile per anni di un'elevata mortalità in città.[31] Per contrastare il partito antibrindisino, contrario ai lavori e convincere il Re, Marzolla, in collaborazione con Teodoro Monticelli, fu autore di sette memorie e della Difesa della città e del porto di Brindisi,[32] una lunga monografia che ebbe tre edizioni tra il 1831 ed il 1833 e per le quali disegnò due cartine raffiguranti la situazione del porto prima e dopo i lavori di Pigonati. Si adoperò anche per far passare da Brindisi la consolare borbonica (dal 1928, la Statale adriatica), allora in fase di costruzione.[33]
Dopo la sua morte e, soprattutto, con la caduta del Regno dei Borbone e l'Unità d'Italia, la sua notorietà andò lentamente dissolvendosi, e Marzolla condivise così la sorte di molti altri illustri personaggi della vita culturale, politica e sociale del Mezzogiorno che non avevano appoggiato apertamente il processo risorgimentale e l'unificazione.[34]
In omaggio alla sua memoria, invece, il Consiglio comunale di Brindisi nella seduta del 28 ottobre 1905, deliberò di intitolare all'illustre concittadino il R. Ginnasio comunale diventato così il R. Liceo Ginnasio “Benedetto Marzolla” (successivamente IISS Marzolla Leo Simone Durano).[35]
Attività litografica, statistica e geo-cartografica
Le opere giovanili ed il primo atlante corografico prodotto a Napoli
Le prime opere di Marzolla furono alcune riproduzioni litografiche[36] tra cui, nel 1827, il Rione di S. Giuseppe all'interno della Pianta dei quartieri di Napoli di Giuseppe de Salvatori,[37] e la monografia sull'isola Ferdinandea nel 1831.[38]
Ma il vero inizio della sua attività geo-cartografica si può far risalire al 31 agosto del 1829, data di pubblicazione della carta della Provincia di Napoli.[39] Questa fu la prima di altre ventitré carte corografiche[40] che, pubblicate mensilmente d'allora,[39] sarebbero andate a formare, nel 1832, l'Atlante corografico storico e statistico del Regno delle Due Sicilie,[41] il primo atlante regionale in scala corografica prodotto a Napoli.[42]
Questo atlante rappresentò un punto di svolta rispetto a opere simili di autori precedenti[43] sia per l’utilizzo della tecnica litografica (introdotta all'Officio topografico nel 1823) sia, soprattutto, per la scelta metodologica, operata da Marzolla, di descrivere gli aspetti fisici e a antropici del territorio cartografato attraverso un'organica combinazione di immagine e testo[44] che, anticipando l'assetto dei moderni sistemi informativi geografici,[18] ne avrebbe fatto «uno degli antesignani GIS della storia».[45]
«Questa intuizione didattica»[44] di coniugare cartografia e narrazione geografica in un'unica sintesi,[46] si tradusse graficamente in una ripartizione di ogni tavola dell'atlante in tre spazi: uno centrale, dedicato alla rappresentazione in scala del territorio cartografato,[47] e due laterali con una fitta elencazione di dati storici, amministrativi, demografici ed economici. Nel riquadro a sinistra, a una sintetica presentazione del territorio faceva seguito una tabella con la suddivisione amministrativa (articolata in distretti, circondari, comuni e uniti) e una demografia suddivisa per singoli insediamenti abitativi.[48] Nell'altro, a destra, vi era esposta la divisione delle diverse Diocesi, dipendenti dai Vescovi che avevano la loro residenza nella provincia, a cui seguiva l'elenco delle dogane, dei tribunali e delle Gran Corti Civili e Criminali e terminava con brevi cenni storici e con sintetiche notizie su prodotti, industrie e manifatture.[49]
Gli atlanti geografici universali
Nel 1840, Marzolla «preso dal fascino di cartografare i risultati delle scoperte e delle esplorazioni»,[50] che avevano enormemente arricchito la conoscenza geografica del mondo, a partire dalla seconda metà del '700,[51] iniziò ad approntare un Atlante geografico universale che, in un continuo lavoro di aggiornamento e arricchimento di informazioni, lo avrebbe impegnato fino al 1858 e avrebbe fatto di quest'opera, pubblicata in sei successive edizioni,[52] «il più voluminoso e aggiornato atlante universale italiano dell'800».[18]
Nelle quaranta tavole della prima edizione, e nelle cinquantaquattro dell'ultima e più completa, Marzolla, servendosi delle più aggiornate fonti geo-cartografiche, statistiche e storiche, debitamente citate in ogni tavola,[54] iniziò col presentare cartograficamente le conoscenze geografiche degli antichi, per poi passare alla raffigurazione della geografiaattuale del mondo, dapprima con una carta del globo in due emisferi e con le carte generali, una per ogni continente poi, più in dettaglio perché a scala maggiore, con le carte dei diversi stati europei ed extraeuropei e con quelle del Regno delle Due Sicilie e degli altri stati italiani preunitari.[55]
Coerente con la scelta metodologica già operata in passato, Marzolla appose «sopra ciascuna tavola la descrizione fisica, storica, politica, statistica, della regione di cui la tavola presenta l'aspetto»[56] realizzando anche in quest'opera «un’originale ed autentica integrazione tra parte figurata e testo»[57] sicché per il lettore «non siavi d'uopo di svolgere altre carte ed altri libri per gir rintracciando ciò che si brama d'apprendere».[56]
La produzione cartografica minore: carte singole generali e carte tematiche
La produzione cartografica minore di Marzolla comprende alcune carte singole generali,[58] che non furono sempre espressione di nuovi lavori e spesso furono eseguite su materiali preesistenti, come la Carta della frontiera del Regno.[59] Risalta invece per l'originalità e la varietà delle carte tematiche.[60] Tra queste la più singolare, tanto da costituire probabilmente «un unicum nel panorama cartografico italiano della prima metà del XIX secolo»,[61] è la Carta dei prodotti alimentari pubblicata nel 1856.[62]
Marzolla, attingendo ai dati del Ministero dell'Interno sull'Annona, ai quali aveva accesso quale membro della Commissione generale della statistica, realizzò una carta corografica con una particolareggiata geografia delle produzioni alimentari tipiche delle diverse provincie continentali. Graficamente molto efficace risultò la soluzione di rappresentare ognuno dei cinquantuno prodotti censiti,[63] con un ideogramma realistico. «Una simbologia figurativa del tutto inconsueta nel panorama cartografico del tempo»[64] che permetteva una lettura immediata delle produzioni agro-alimentari per ogni provincia del Regno al di qua del Faro,[61] oltre, naturalmente, dell'articolazione amministrativa, dei centri di maggiore rilievo, delle strade principali e della prima rete ferroviaria che collegava Napoli con Nocera e Salerno verso Sud, e con Caserta e Capua verso Nord.[64]
Di tutt'altro argomento trattano invece numerose carte ed una monografia, pubblicate da Marzolla tra il 1854 ed 1855. Marzolla volle descrivere gli sviluppi della guerra di Crimea e, utilizzando informazioni provenienti dai paesi direttamente coinvolti nel conflitto, pubblicò opuscoli, carte geografiche[65] e mappe delle operazioni militari con gli accampamenti, i trinceramenti e le operazioni connesse all'assedio di Sebastopoli.[15]
Della città assediata pubblicò inoltre una dettagliata monografia, corredata dalla pianta della città e del porto, dalla carta della Crimea e della confinante Russia meridionale e da una veduta della città stessa e della sua baia dal lato mare, con le fortezze e i porti militari.[66]
Marzolla, «evitando [...] qualsiasi considerazione politica che a noi per nulla si appartiene»,[67] divenne così «un vero e proprio cronista»[15] delle vicende politico-militari del conflitto guadagnandosi l'interesse della comunità scientifica internazionale e la stima dello zarNicola I di Russia e del suo successore Alessandro II.[34]
Opere
Stampe litografiche
Il cantiere di Castellammare di Napoli, Napoli, 1821.
Il rione di S. Giuseppe, in Pianta dei quartieri di Napoli, di Giuseppe de Salvatori, Napoli, 1827.
Ansicht der Grãberstrasse (Tav. III e Tav. IV); Ansicht dieses Hauses, und eines Wandgemãldes in demselben mit Arabesken (Tav. X) e Ansichten der Tempel des Quirinus und der Isis (Tav. XIII) in Ludwig Goro von Agyagfalva, Wanderungen durch Pompeii, Wien, Mörschner und Jasper, 1825, pp. 1-176, tav. I-XX.
(In collaborazione con Giovanni Monticelli), Difesa della città e del porto di Brindisi, 2ª ed., Napoli, Gabinetto Bibliografico e Tipografico, 1832, pp. 1-122, tav. 2.
Grande dizionario geografico storico del Regno delle Due Sicilie: corredato di carte di moderna ed antica geografia, corografia, tipografia; che fa parte e a maggior chiarimento dell'Atlante geografico statistico universale, Napoli, R. Lit. Militare, 1852.[69]
Sulle carte geometriche dei comuni da servire di base alla statistica generale, alla costruzione della carta amministrativa ed al definitivo catasto de' reali dominii continentali del Regno delle Due Sicilie, Napoli, Stab. Tip. R. Ministero dell'Interno, 1854, pp. 1-26.
Carte singole generali, carte tematiche e piante di città
Pianta topografica dell'Isola di Nisita: lazzaretto, punta di Coroglio e spiaggia di Bagnoli. Parte orientale dell'Isola di Nisita, Napoli, 1825.
Carta della frontiera del Regno formata su materiale dell’ingegnere Zannoni e sulla Carta militare rilevata nel 1820 dagli ufiziali dello Stato Maggiore in cui sono disegnate le quistioni territoriali di lunga vertenza con lo Stato Pontificio, scala 1:240000, 1837. Benedetto Marzolla disegnò e scrisse su pietra, Napoli, Stab. Tip. Gatti e Dura, 1837.[71]
Carta indicante le strade di ferro, la navigazione interna della Francia, dell’Inghilterra, dei Paesi Bassi, Napoli, R. Lit. Militare, 1843.
Carta Catastale del comune di Castellammare alla scala di 1:5000 - Rilievo eseguito in forza del Real Decreto del dì 11 gennaio 1854 dall'Ingegnere topografico Benedetto Marzolla, Napoli, 1858.[74]
Atlante geografico corredato di notizie fisiche, storiche, statistiche e politiche eseguito secondo i più recenti progressi della geografia e dedicato a S.E. iI Maresciallo di Campo Marchese Delcarretto cavaliere dell'insigne reale Ordine di S. Gennaro. ministro segretario di Stato della Polizia generale, Ispettore comandante la Gendarmeria reale ec. ec. da Benedetto Marzolla impiegato nel Reale officio topografico, 1ª ed., Napoli, R. Litografia militare, 1843, pp. 2, tav. 41.
Descrizione del Regno delle Due Sicilie per provincie indicante la rispettiva circoscrizione civile, giudiziaria ed ecclesiastica, la popolazione assoluta e relativa a tutto il 1851. Le strade costrutte ed in costruzione a tutto il 1853, le linee telegrafiche, le dogane, il commercio, i prodotti naturali ed industriali, la condizione fisica e l’estensione, nonché un sunto storico di ciascuna Provincia. Eseguita in litografia per cura e sotto la direzione di Benedetto Marzolla, 2ª ed., Napoli, Stab. Geogr. Strada S. Carlo, 1854, pp. tav. 24.
^Elisabetta era figlia di Benedetto They, uno dei principali agenti finanziari che, tra il 1776 ed il 1778, contribuì alle opere progettate ed eseguite dall'ingegnere Andrea Pigonati per la riapertura del canale d'ingresso al porto di Brindisi (cfr. Giovanni Membola, Porto di Brindisi. Porto d'Europa porta d'Oriente, su porto.br.it).
^«Il non conoscere ciò che risguarda la terra che è nostro soggiorno, non altrimenti sarebbe che l'ignorare le varie parti della casa per noi abitata» (cfr. Marzolla, 1841, p. 237).
^«Coltivando egli con ardore le matematiche a preferenza di ogni altro studio, davasi da ragazzetto al piacere di delineare carte geografiche e disegni di ogni genere» (cfr. R. Marzolla, 1858, p. 8).
^Il R. Officio topografico era uno dei due istituti, assieme al Deposito della Guerra, derivati dalla scissione del Deposito Generaledella Guerra e Marina avvenuta con il R. Decreto del 22 gennaio 1817. Con il R. Decreto del 4 giugno 1817, p. 633, entrambi furono confermati alle dipendenze dallo Stato Maggiore dell'esercito (cfr. Ferdinando Visconti, Notizia intorno al Reale Officio Topografico di Napoli ed ai lavori in esso eseguiti, in Annuario Geografico Italiano, I, Bologna, Pubblicato da Annibale Ranuzzi, Libreria Rusconi, 1844, pp. 19-27).
^Con il R. Decreto del 21 ottobre 1822 (cfr. Valerio, 1985, p. 15).
^Con il R. Decreto del 21 ottobre 1822, p. 184 (cfr. Vacca, p. 608).
^Visconti fu coinvolto a Napoli nei moti del 1820-1821 e fu anche deputato nell'Assemblea Legislativa nel primo Parlamento napoletano nel 1820 (cfr. Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, p. 336 e p. 341 e Valerio, 1993, p. 22).
^Con il R. Decreto del 6 settembre 1852 Marzolla fu nominato Redattore Statistico alla immediazione del Direttore del Real Ministero dell'Interno (cfr. Ministero dell'Interno, 1853, p. 40).
^Questo secondo gravoso incarico finì col suscitare le rimostranze dell'Officio topografico che lamentava le assenze del Marzolla impegnato nella Commissione di Statistica. La controversia si risolse con il sovrano rescritto del 18 aprile 1858 con il quale Marzolla venne assegnato in esclusiva alla Commissione di Statistica (cfr. Manzi, 2007, p. 118 e p. 127).
^Marzolla denominò geometriche queste mappe perché, secondo la sua proposta, sarebbero state prive della rappresentazione simbolica dell'orografia. Avrebbero riportato infatti, per ragioni di economia e di speditezza, «la sola esatta determinazione del perimetro dei poderi, e delle svariate loro colture, non che delle naturali spontanee produzioni che il suolo presenta» (cfr. Manzi, 2007, pp. 131-132).
^La circostanza che il rilevamento della carta fu eseguito da Marzolla, dovrebbe essere sufficiente, secondo Manzi, 2007, p. 120, a sfatare «la sensazione [...] che Marzolla fosse... un sintetizzatore di lavori altrui, piuttosto che un rilevatore e un ideatore di carte»
^«Con un’attività che si potrebbe dire semiufficiale (ovviamente riferendoci alla classica distinzione fra cartografia ufficiale, quella al servizio dello stato, e privata)» (cfr. Manzi, 2007, p. 118 e p. 120).
^Cfr. Perri e Martinesi, 2017, p. 73. La pubblicazione di queste carte e l'attività dello Stabilimento continuarono ancora per qualche dopo la morte del fondatore, fino al 1866, sotto la guida dell'architetto Luigi Manzella, succeduto a Marzolla nella direzione (cfr. Manzi, 2007, p. 121 e Valerio, 2009).
^Decreto del 12 novembre 1855 (cfr. Cesare de Sterlich, Cronica delle Due Sicilie, Napoli, Tip. Gaetano Nobili, 1856, p. 126).
^Cfr. Centro di documentazione della Provincia di Napoli, Scheda n. 29 (DOC), su sit.cittametropolitana.na.it.
^Prima dell'opera di Marzolla, nel Regno delle Due Sicilie erano stati realizzati solo due atlanti sistematici basati su misurazioni astronomico-geodetiche e rilievi topografici. Nel 1808 Giovanni Antonio Rizzi Zannoni aveva terminato la pubblicazione della Gran Carta, un atlante in trentuno fogli a scala quasi topografica denominato Atlante Geografico del Regno di Napoli compito e rettificato sotto i felici auspici di Giuseppe Napoleone I Re di Napoli e di Sicilia principe francese e grand’elettore dell’Impero da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni Direttore del Gabinetto Topografico del M.S. (cfr. Massimo e Barbalace, 2009, p. 5).
Tra il 1821 ed il 1825, veniva invece disegnata e vistata dagli ufficiali dello Stato Maggiore Austriaco la Carta Austriaca del Regno di Napoli intitolata Carta del Regno di Napoli ovvero Ricognizione eseguita dal 1821 al 1825 dagli Uffiziali dello Stato Maggiore I. R. Austriaco sulla Gran Carta del Regno di Rizzi Zannoni. L'atlante non ebbe mai una completa edizione a stampa e la versione originale in 76 fogli, in scala corografica-topografica, rimase alla stato di manoscritto (cfr. Massimo e Barbalace, 2009, p. 6).
^«Il nostro metodo di trattare le cose geografiche» (cfr. Marzolla, 1854a).
^Le carte della prima edizione dell'atlante erano in scala 1:400.000 circa, quelle della seconda in scala maggiore, 1:280.000 circa.
^Anche in questo Marzolla fu innovativo. Infatti, anticipando l'idea moderna di censimento, scelse di indicare, per ogni centro abitativo, il numero di abitanti e non più quello dei fuochi di imposizione tributaria, come era consuetudine fino ad allora per il calcolo e la riscossione dell'Imposta diretta;(cfr. De Crescenzo e Lanza, 2019, p. 14).
^La tavola riprodotta è priva dei riquadri laterali, e di quello sottostante l'immagine cartografica, che contenevano i dati relativi alla Statistica generale, alla Circoscrizione ecclesiastica e alla Geografia fisica e politica del Regno.
^Per il disegno delle sue carte, Marzolla utilizzò le migliori carte regionali esistenti, tra cui quelle di Adrien Hubert Brué, Charles Piquet, Adolf Stieler, Hermann Berghaus, John Arrowsmith, C.F. Wieland, J. Andriveau-Goujon, Joseph Hutchins Colton, Adolphe Hippolyte Dufour, Hyppolite Ferry, Henri Keller, Giuseppe Rodini, Fulvio Cocchi e Attilio Zuccagni-Orlandini. Si avvalse inoltre delle produzioni cartografiche edite a Londra dalla Society for the Diffusion of Useful Knowledge, a Parigi dal Dépôt général de la Guerre e dall'istituto geografico di Weimar. Per la statistica e la geografia politica trasse le informazioni furono attinte dalle opere di Adriano Balbi, di Luigi Raffaele Formiggini, di Giuseppe Maria Galanti, di Jean Baptiste Hippolyte Chauchard e A. Müntz, di Jacopo Gråberg di Hemsö, nonché dalla Penny Cyclopedia, dall'Almanacco di Gotha, dal catasto di Hain e dagli Annali geografici e dagli Annuari statistici inglesi e francesi (cfr. Novembre, 1972, pp. 29-30 e p. 32).
^Si trattava dei prodotti agricoli, di quelli provenienti dall'allevamento, dalla pesca e dalla caccia e del lavorato derivato dalle trasformazioni artigianali o industriali delle materie prime (cfr. Cristiana Di Bonito e Claudio Novelli (a cura di), Spiegazione (JPG), su Cibo, territorio e socialità. L’alimentazione nel territorio campano fra vita quotidiana e rappresentazioni, Società Napoletana di Storia Patria).
^E una breve descrizione fisico-morfologica dell'isola corredata da sette vedute topografiche disegnate da Marzolla su schizzi forniti dall'inglese Wright (cfr. Novembre, 1972, p. 28).
^L'opera non fu mai pubblicata, tranne un saggio su Brindisi che Marzolla aveva completato nel 1852 per sottoporre il progetto editoriale del dizionario all’approvazione del Re Ferdinando II (cfr. de Pinto et al., 2010, p. 2 e Conte, 2008, p. 250).
^Cfr. Laurentino García y García, A caccia di tesori. Scavi privati nell’ager Pompeianus, in Paolo Giulierini, Antonella Coralini e Elena Calandra (a cura di), Miniere della memoria. Scavi in archivi, depositi e biblioteche, collana Le archeologie. Storie, ricerche e metodi, Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 2020, p. 137.
^La carta, realizzata in due fogli, fu utilizzata inizialmente per l'avvio della trattativa tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, nel giugno 1838, sotto Ferdinando II e papa Gregorio XVI (cfr. Conti, 2014, pp. 72-73).
Successivamente, terminata la demarcazione provvisoria, Marzolla fu incaricato di eseguire 40 tavole incise a scala 1:12.000 della linea di confine oltre al foglio d'unione ed al frontespizio. Il negoziato si concluse il 26 settembre 1840 con la firma della Convenzione dei confini, che fu ratificata nel mese successivo e le carte definitive del confine furono disegnate sulla falsariga delle quaranta incisioni di Marzolla (cfr. Aebischer, pp. 158-160).
^Questa carta, in cui l'Italia è rappresentata come un'unione indipendente di stati-regione federali, avente a Nord un confine comune con l'Europa, testimonierebbe il coinvolgimento di Marzolla nei moti costituzionali del 1848 (cfr. Valerio, 2009) e, indirettamente, dell'adesione della direzione dell’Officio topografico di Napoli agli ideali nazionalisti. La carta, infatti, fu regolarmente pubblicata dalla R. Litografia militare che mai l'avrebbe fatto senza l'autorizzazione della direzione del R. Officio (cfr. Massimo Rossi, La geografia serve a fare la guerra? (PDF), in Simonetta Conti (a cura di), Storia militare della Geografia, Roma, Società Italiana di Storia Militare, 2020, p. 340, ISBN978-88-944369-2-1 e Nicla Palladino, Giovanni Novi (1826-1866). Dalla corrispondenza con Enrico Betti al suo contributo matematico, in Luigi Pepe. Centro interuniversitario per la storia delle università italiane (a cura di), Europa matematica e Risorgimento italiano, Bologna, CLUEB. Coop. Libr. Univ. Ed. Bologna, 2012, p. 190, ISBN978-88-491-3706-4).
^Carta pieghevole ad uso militare, suddivisa in riquadri riportati su tela.
^La carta rimase incompiuta per la morte dell'Autore che riuscì ad eseguire solo il quadro d'unione e la prima delle quattro mappe particolareggiate originariamente previste (cfr. Giovanni Aliberti, Ambiente e società nell'Ottocento meridionale, collana Biblioteca di storia sociale, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1974, p. 6, ISBN9788884985187).
^La carta fu progettata nel 1857 in dodici fogli. Di questi ne furono pubblicati postumi solo dieci dall'architetto Luigi Manzella, divenuto il direttore dello Stabilimento geografico di Marzolla dopo la morte di quest'ultimo (cfr. Amministrazione comunale di Brindisi, Brindisi, Mostra: Brindisi celebra Benedetto Marzolla, su brundisium.net).
^Questo atlante fu ripubblicato nel 1837, con l'aggiunta delle due enclave di Benevento e di Pontecorvo appartenenti allo Stato della Chiesa (cfr. Novembre, 1972, p. 27) ed ebbe una seconda edizione, nel 1854, ripubblicata a sua volta nel 1858.
L’edizione del 1854 non fu una semplice revisione dell'edizione precedente, tanto da differenziarsi anche nell'intestazione che divenne: Descrizione del Regno delle Due Sicilie per Provincie, (cfr. Marzolla, 1854).
Le tavole divennero ventiquattro e furono ridisegnate a colori e a scala maggiore (1:280.000 circa). Fu inoltre aggiornato il disegno del rilievo, i confini delle divisioni amministrative e la rete delle strade, dei canali e delle strade ferrate. Marzolla arricchì ogni tavola con dettagliate informazioni storiche, demografiche, statistiche ed economiche facendo di quest'opera «la migliore rappresentazione topografica del Mezzogiorno mai avuta fino a quel momento» (cfr. Di Biasio, 2013, p. 140) così da sostituire l'ormai storico atlante di Rizzi Zannoni.
^Questo Atlante ebbe sei edizioni di cui l'ultima, comprendente cinquantaquattro carte su doppio foglio, si dimostrò la più completa mai pubblicata sino allora nell'Italia preunitaria. Nelle prime sei tavole era rappresentata la Geografia e storia antica: 1-Mondo conosciuto dagli antichi; 2-Impero di Alessandro; 3-Impero romano sotto Costantino; 4-Gallia transalpina; 5-Palestina sotto il dominio dei romani; 6-Italia antica.
Nelle successive quarantotto tavole era raffigurata la Geografia attuale: 7-Globo in due emisferi; 8-Europa; 9-Asia; 10-Africa; 11-America settentrionale; 12-America meridionale; 13-Oceania; 14-Polo artico; 15-Antartica; 16-Italia; 17-Regno delle Due Sicilie; 18-Stato pontificio; 19-Toscana; 20-Lombardo -Veneto; 21-Svizzera; 22-Spagna e Portogallo; 23-Francia; 24-Belgio e Olanda; 25-Inghilterra; 26-Germania; 27-Austria; 28-Baviera, Wurtemberg, Baden; 29-Svezia, Norvegia e Danimarca; 30-Golfo di Finlandia e isole vicine; 31-Russia Europea; 32-Penisola Taurica o Crimea; 33-Turchia europea; 34-Grecia e Isole Jonie; 35-Turchia asiatica, Arabia e Persia; 36-India orientale o Indostan; 37-India transgangetica ed arcipelago indiano; 38-Giappone; 39-Egitto ed Arabia Petrea; 40-Tunisia; 41-Algeria; 42-Marocco; 43-Colonia del capo di Buona Speranza; 44-America inglese ed America russa; 45-Stati Uniti dell'America settentrionale; 46-Nuova California; 47-Messico e stati dell'America centrale; 48-Arcipelago delle Antille o India occidentale; 49-Province unite del Rio de la Plata: 50-Australia occidentale e Isola di VanDiemen; 51-Australia; 52-Africa settentrionale; 53-Africa meridionale; 54-Brasile, Perù e Bolivia (cfr. Atlante geografico corredato di notizie relative alla geografia fisica e politica ed in generale alla statistica delle varie regioni del globo, su AbeBooks).
Bibliografia
AAVV, Benedetto Marzolla disegnatore e cartografo brindisino. Atti del Convegno "Settimana della Cartografia": Liceo Classico B. Marzolla, Brindisi 5-10 maggio 1997, Brindisi, Tipografia Abicca, 1999, pp. 1-197.
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Aldo Di Biasio, Cartografia e Stato moderno. Le carte geografiche della provincia storica di Terra di Lavoro (PDF), in Imma Ascione, Giuseppe Cirillo e Gian Maria Piccinelli (a cura di), L’Unità d’Italia vista da San Leucio. I Siti Reali borbonici, Caserta e Terra di Lavoro nel processo di unificazione nazionale (atti del convegno e mostra cartografica e documentaria) San Leucio, 6 aprile - 2 maggio 2011, IX, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali - Direzione generale per gli archivi. Servizio III Studi e ricerca, 2013, pp. 93-171, ISBN978-88-7125-328-2. URL consultato il 19 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2021).
Maria Carmela Ferracane, Andrea Mangione, Fabio Militello, Ermanno Petronici, Sandra Proto e Salvatore Savoia, Da Renda a Palermo. Il paesaggio come racconto tra memoria e identità (PDF), a cura di Maria Carmela Ferracane, Sandra Proto e Fabio Militello, Palermo, 2013, pp. 1-274, ISBN978-88-98398-00-3. URL consultato l'8 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2021).
Gaetano Giucci (a cura di), Benedetto Marzolla (pp. 471-473), in Degli scienziati italiani formanti parte del VII congresso in Napoli nell'autunno del L MDCCCXLV: notizie biografiche, Tip. parigina di A. Lebon, 1845, pp. 1-640.
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Gustavo Mazzarelli, Gli atlanti geografici di Benedetto Marzolla, geografo napoletano della meta del secolo XIX, Messina, Saitta & Caminiti, 1930, pp. 1-28.
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